20 lire 1902 ancoretta, ex Numismatica Felsinea, asta 1 del 25/1/2015, lotto 1240, FDC. Stima euro 32.000, aggiudicazione euro 33.000.
di Alberto Castellotti
LE MONETE ITALIANE CONIATE CON L’ORO DELL’ERITREA E QUELLE SVIZZERE CONIATE CON L’ORO DI GONDO.
Come ben sanno i decimalisti che racccogliendo, a guisa di industriose api, le monete del Regno d’Italia e le loro consorelle degli antichi stati si cimentano a memorizzarne i tipi e le date e a sciorinarle come sono soliti fare i tifosi di calcio con le formazioni delle squadre, fra le tante, se non troppe, emissioni dell’ultimo re Vittorio Emanuele III (certamente più attivo e attento alla numismatica che non agli affari di stato) vi è un gruppo di “marenghi” da 20 lire d’oro con data 1902, che presentano al diritto, sotto il mento del re, il contrassegno di una piccola ancora. L’immagine di questo attrezzo, di fondamentale importanza per la navigazione, ci avverte che si tratta di esemplari battuti impiegando l’oro estratto dalle miniere della colonia d’oltremare Eritrea, etimologia riferita al Mar Rosso (dal greco erytraios, “rosso”), mare che la lambisce.
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