LE IMMAGINI DEI DUE ASTRONAUTI RUSSI COMPARVERO IN PIù OCCASIONI SU MONETE RUSSE E NON SOLO
Avevo tredici anni quando si avverò uno dei sogni dell’uomo: il volo nello spazio cosmico. Il 12 aprile 1961, dal cosmodromo di Bajkonur nel Kazakistan, la navicella spaziale Vostok (Oriente) portò nello spazio il primo cosmonauta della storia, il tenente dell’Unione Sovietica Juri Alekseevic Gagarin.
Gagarin nacque nel 1934 da padre falegname e madre contadina, terzogenito di quattro figli. Passò la fanciullezza nel villaggio natale di Klushino, occupato peraltro nel settembre 1941 dall’esercito tedesco. Finita la guerra e dopo aver terminato la scuola professionale e conseguito nel 1954 il diploma di fonditore, Gagarin si iscrisse all’aeroclub di Saratov e, l’anno seguente, compì il suo primo volo a bordo di uno Jak-18, aereo monomotore da addestramento.
Scarica articolo completo LE MONETE DI GAGARIN E TERESHKOVA anteprima da Panorama Numismatico nr.340 di Giugno 2018.
di Giuseppe Carucci
NELLA UNIONE SOVIETICA GIÀ COSTITUITA FURONO EMESSE MONETE D’ORO CHE SAPEVANO ANCORA DI ANCIENT RÉGIME E CHE, ANACRONISTICAMENTE, VENNERO RICONIATE A PARTIRE DAL 1975.
Con tutti gli zar di Russia furono coniate monete d’oro destinate alla normale circolazione. Esse ebbero il nome di cervonetz, rubli e rusi, anche se questi ultimi rimasero a livello di prove e progetti con data 1895.
Sembrò che l’era delle monete auree destinate alla regolare circolazione potesse rivivere anche dopo la caduta della monarchia russa, ma non fu così. Ad ogni modo, nel 1923, ad Unione Sovietica già costituita, oltre alla nuove monete d’argento da 10, 15, 20, 50 copechi e rublo, si decise di coniare una moneta d’oro con il nome di “cervonetz”, corrispondente a 10 rubli. Si era in un periodo storico di grandi cambiamenti, molti basati su utopie ideologiche ugualmente grandi. Tutto ciò che sapeva di vecchio regime veniva guardato con sospetto e, quando si dovette decidere che nome dare alle nuove banconote sovietiche, si optò per il termine di cervonetz, nome di alcune monete d’oro dei primi imperatori del Settecento, corrispondente allora al ducato, quindi del peso di 3,50 grammi circa.
LA VOLONTÀ DEGLI ZAR RUSSI DI AVERE UNO SBOCCO SUL MAR BALTICO PORTÒ A LUNGHE GUERRE SIN DAI TEMPI DI PIETRO IL GRANDE. IN QUESTA REGIONE VENNERO CONIATE MONETE PER POTER COMMERCIARE CON LA POPOLAZIONE LOCALE.
San Pietroburgo è sul mar Baltico. Più a sud, tra la Lituania e la Polonia, c’è un’enclave russa con capitale Kaliningrado, corrispondente alla regione della Prussia orientale. Questa regione divenne russa a seguito della Seconda guerra mondiale e la città si chiamava allora Königsberg, luogo natale del celebre filosofo Immanuel Kant.
Molte furono le guerre combattute dalla Russia, sin dai tempi di Pietro il Grande, per uno sbocco sul mar Baltico, per una finestra sull’Occidente. La finestra divenne stabile quando Pietro decise di far costruire, sulla foce del fiume Neva, la nuova capitale dell’Impero, San Pietroburgo.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr. 303 – febbraio 2015 (numero esaurito).
LA RIFORMA DEL SISTEMA MONETARIO VOLUTA DA ALESSANDRO III E LE CONIAZIONI DEL SUO SUCCESSORE NICOLA II, FIGURA CONTROVERSA E ULTIMO ZAR DELL’IMPERO RUSSO.
La dinastia dei Romanov ebbe inizio con Michele, incoronato zar, ossia re, nel 1613 e durò poco più di tre secoli. La figura 1 riporta il diritto del rublo d’argento coniato nel 1913 in occasione dei 300 anni della dinastia. Si notano i busti di Nicola II e Michele, quest’ultimo con in testa la corona reale dell’epoca, oggi esposta nell’Armeria del Cremlino, la cosiddetta “Corona di Monomakh”, opera di artigiani orientali del XIII e XIV secolo. Tutti gli zar russi, e furono diciotto da Michele a Nicola II, nella cerimonia di incoronazione, che avveniva nelle cattedrali del Cremlino di Mosca, indossavano questa corona.
Figlio maggiore di Alessandro III, Nicola divenne zar e imperatore il 20 ottobre 1894 e fu incoronato a Mosca il 14 maggio 1896, come testimonia la scritta presente al diritto del rublo d’argento coniato in occasione dell’avvenimento.
Segue: articolo completo tratto da Panorama Numismatico nr.396 – Maggio 2015
di Giuseppe Carucci
QUANDO UNA MONETA HA SUCCESSO SUL MERCATO E’ MOLTO PROBABILE CHE VENGA IMITATA IN ALTRI STATI CHE NE ADOTTANO ANCHE IL NOME. COSI’ POSSIAMO TROVARE IL TERMINE GROSSO PERSINO NELLA MONETAZIONE DELLA LONTANA RUSSIA.
Il termine grosso deriva dal latino grossus, cioè grande. Nella circolazione monetaria dell’Europa occidentale esso comparve nel periodo di dissoluzione del denario medioevale d’argento, quando in sostituzione di esso comparvero monete di maggiori dimensioni che presero il nome di grossi.
Monete con il nome di denaro grosso comparvero in Italia verso la fine del XII secolo. Ad esempio a Genova nel 1172 si coniarono grossi del peso di 1,46 grammi. Stessa cosa successe a Milano, Firenze, Venezia dove si iniziò a coniare, probabilmente a partire dal 1202, il famoso grosso matapan durante il dogato di Enrico Dandolo (1192-1205), del peso di 2,178 grammi e avente un titolo d’argento molto alto, ben 965 millesimi (fig. 1). Tra l’altro il 1202 segna l’inizio della prima Crociata.