Non poteva essere altrimenti: per commemorare il settantesimo anniversario dell’incidente di Roswell, l’isola di Niue ha fatto coniare – 700 esemplari la tiratura – una moneta in argento (925‰ per 40 mm e 40 g) da 2 dollari decisamente particolare. L’esemplare, con un notevole effetto 3D, è stato realizzato a forma concavo-convessa di disco volante e, inoltre, presenta un effetto glow in the dark, in altre parole ha elementi luminescenti al buio. Al dritto, che rappresenta la parte inferiore del disco volante, si trova la testa della regina Elisabetta II circondata da cerchi luminescenti che vogliono rappresentare le luci della navicella spaziale. Il rovescio richiama la tipica forma di un disco volante visto dall’alto.
Anche la moneta da 3.000 franchi 2017 in argento (925‰ per 55 mm e 93,3 g) del Camerun è dedicata al medesimo avvenimento, tiratura 500 esemplari. Al rovescio è raffigurata l’immagine ipotetica di un volto alieno dagli occhi enormi, nel giro la scritta ROSWELL 1947; sull’altro lato è mostrato un disco volante che ha impattato con il terreno. Anche questa moneta è contraddistinta dall’effetto glow in the dark.
Scarica l’articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.334, dicembre 2017
Scarica ArticoloL’inflazione che colpì il marco tedesco nel primo dopoguerra, periodo che va dal novembre 1918 alla fine del 1923, rappresenta sicuramente un caso clamoroso di tutta la storia del mondo finanziario ed economico. Quello che avvenne durante questo periodo ebbe veramente dell’incredibile. L’iperinflazione weimariana esplose, in tutta la sua drammaticità, nel biennio 1921-1923, nel corso della sua fase finale il marco valeva un bilionesimo del valore che aveva nel 1914. All’epoca il governo centrale della repubblica di Weimar fece stampare banconote di taglio sempre più elevato e, nello stesso tempo, non fece coniare monete metalliche in mark, tranne pezzi in alluminio con valore 3 marchi, nel periodo 1922-1923, e da 200 e 500, nel 1923. Il 5 novembre 1923 la Reichsbank aveva posto in circolazione il biglietto, stampato su un solo lato, da un bilione di marchi (1.000.000.000.000 in altre parole 1.000 miliardi). All’epoca il biglietto da un bilione valeva circa 5 lire italiane. Il taglio più elevato di una banconota durante il periodo dell’iperinflazione tedesca fu di 100 bilioni di marchi.
SAVOIA (1730-1861)
REGNO D’ITALIA (1861-1946)
STATO PONTIFICIO (1800-1963)
La casa d’aste Nomisma ha dato alle stampe la seconda edizione 2017-2018 del catalogo dedicato principalmente alla monetazione dei Savoia, da Carlo Emanuele III re di Sardegna (1730-1773) fino ad arrivare al regno d’Italia con l’ultimo re, Vittorio Emanuele III (1900-1946). Probabilmente il periodo più amato e collezionato dai numismatici. Rispetto alla prima edizione è stata aggiunta la monetazione pontificia del XIX e XX secolo, da Pio VII (1800-1823) a Giovanni XXIII (1958-1963), riguardo alla zecca di Roma e Bologna. Anche in questo caso si tratta di una scelta azzeccata perché si tratta di un settore seguitissimo dai collezionisti, non solo italiani.
Nel corso di una prospezione archeologica in via Virgilio a Maia Alta (Merano), in un edificio di epoca romana, è stato ritrovato un tesoro di oltre 3.000 monete. La direttrice della Soprintendenza provinciale alle Belle Arti, Catrin Marzoli, ritiene che l’abitazione appartenesse a una famiglia benestante, lo proverebbero i reperti rinvenuti come le fibule finemente decorate e il tesoro di monete sepolto nel terreno sotto una macina. Si tratta di 3.187 monete databili tra la fine del III e l’inizio del IV secolo d.C., risalenti quindi al periodo della tetrarchia, epoca di grande crisi per l’impero romano.
Ovvero: tramonto di un collezionista di monete antiche
Proviamo a fare un gioco. Chiedete ai vostri amici nome e descrizione di alcune monete del passato, naturalmente escludete i numismatici. Probabilmente ne emergerà un quadro abbastanza semplice, non più di cinque o sei tondelli, quasi tutti riferibili a vecchie lire repubblicane. Sorprendente vero? In effetti sì, considerando che le monete ci accompagnano da almeno 2.500 anni e, nel bene e nel male, hanno notevolmente contribuito alla storia e all’economia dell’umanità. Aurei, sesterzi, denari repubblicani e imperiali, zecchini veneziani, genovini di Genova, oppure la quadrupla della lupa di Piacenza, con il ritratto di Odoardo Farnese, la sovrana di Francesco Giuseppe, i franchi d’argento di Napoleone I, le civette di Atene, il Pegaso di Corinto, l’augustale di Federico II, lo statere di Egina con la superba immagine, ad altissimo rilevo, della tartaruga, gli ongari di Mattia Corvino, sono qualche esempio fra i tanti che si potrebbero fare. Sono proprio le monete l’elemento ricorrente, il filo conduttore, di tutta la vicenda, una sorta di filo rosso che unisce passioni e curiosità, ma anche divergenze.