L’autore di questo libro è uno tra i massimi storici del Medioevo, non ha mai cessato di esplorare la mentalità di questo periodo di cui ha modificato e rinnovato l’interpretazione. Molte sono le opere che ha pubblicato sull’argomento, tra esse: La borsa e la vita. Dall’usuraio al banchiere; Eroi & meraviglie del Medioevo; I riti, il tempo, il riso. Cinque saggi di storia medievale; San Francesco d’Assisi. In questa opera Le Goff affronta lo studio del posto occupato dal denaro nel corso del Medioevo. L’età cosi chiamata dura dieci secoli, dalla caduta dell’impero romano d’Occidente, nel 476, alla scoperta dell’America, nel 1492. Molti continuano a considerare il Medioevo come un periodo buio, barbarico, pieno di ferocia, una zona di oscurità collocata fra i fermenti artistici e culturali della classicità e del Rinascimento. Ma non è così, basta ricordare che Dante, Petrarca, Boccaccio, Tommaso d’Aquino appartengono a questo periodo. Secondo l’autore il Medioevo, dal punto di vista del denaro, si può considerare in una fase di regressione; meno importante e meno presente di quanto non lo fosse nell’impero romano e decisamente meno essenziale rispetto a quello che diventerà nei secoli successivi, Cinquecento, Seicento. I temi trattati in questo saggio sono principalmente due: il destino delle monete nell’economia, nella vita e nella mentalità medioevali; in che modo il pensiero cristiano, in questa società dominata dalla religione, ha condizionato l’atteggiamento dei fedeli verso il denaro e l’uso che se ne sarebbe dovuto fare.
La moneta di Roma è il titolo del catalogo della mostra numismatica allestita in Novara, dal 18 al 26 settembre 2010, presso il Salone d’Onore del Palazzo della Prefettura. L’esposizione è stata possibile grazie alla collaborazione fra il direttore del Monetiere del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, Prof. Fiorenzo Catalli, la Sovrintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, la Prefettura di Novara, l’Associazione Culturale Phalantos, la delegazione F.A.I. di Novara, la Circoscrizione Centro di Novara, la Provincia e il Comune di Novara.
Dalla zecca italiana arrivano altre quattro monete in argento con millesimo 2011. Il pezzo da 10 euro della serie “Italia delle arti” è dedicato a Torino; al dritto la rappresentazione della Mole Antonelliana, in secondo piano una prospettiva, vista dal basso verso l’alto, della cupola della Sacra Sindone e della cupola di san Lorenzo dell’architetto Guarini. Sul rovescio è raffigurato Palazzo Carignano (opera sempre del Guarini), notevole esempio del barocco piemontese, che fu la sede del primo parlamento italiano (1848-1865); l’elemento decorativo alla base è ispirato alla forma architettonica dell’edificio. La moneta, opera di L. De Simoni, ha corso legale dal 25 luglio 2011 e si potrà acquistare, per 64,00 €, fino al 25 gennaio 2012 (7.000 i pezzi coniati). La Mole Antonelliana è il monumento simbolo di Torino, venne costruita dall’architetto Alessandro Antonelli con una struttura in muratura, raggiunge la ragguardevole altezza di 167 metri. I lavori iniziarono nel 1863 e l’edificio, secondo il progetto originale, doveva diventare una sinagoga; oggi vi ha sede il Museo Nazionale del Cinema.
Recentemente la zecca austriaca ha emesso il quinto conio della serie “Racconti e leggende dell’Austria” dedicato al Lindwurm di Klagenfurt, cittadina della Corinzia bagnata dal lago Wörth. La moneta, 10 euro 2011 in argento (16,00 g), presenta, al dritto, la fontana Lindwurm collocata nella piazza centrale della cittadina con la statua di Ercole; sull’altro lato è raffigurata la scena della cattura del mostro. La famosa fontana del drago, risale al 1590, probabilmente fu scolpita da Ulrick Vogelsand, successivamente, nel 1636, venne aggiunto Ercole. Essa raffigura il Lindwurm, l’animale emblema di Klagenfurt, e la sua costruzione è da ritenersi collegata alla saga di fondazione della città secondo la quale un gruppo di uomini coraggiosi riuscì ad uccidere un drago maligno che viveva nella zona e terrorizzava i viandanti mentre attraversavano il fiume e le paludi.
Copertina azzurra con scritte in nero; questo è l’aspetto con cui si presenta l’ottava edizione 2010-2011 del catalogo dei marenghi edito dal noto professionista numismatico Alberto Varesi. Nel volume sono censite, come nelle precedenti edizioni, tutte le emissioni sul piede della famosissima moneta d’oro coniata nel 1800, anno IX del calendario rivoluzionario francese, a Torino, dalla repubblica subalpina per celebrare la vittoria di Napoleone Bonaparte sugli austriaci nella battaglia di Marengo (Spinetta Marengo in provincia di Alessandria) del 14 giugno. La stupenda moneta, opera di Amedeo Lavy, incisore della zecca di Torino, del valore di 20 franchi fu la prima ad avere nuove caratteristiche metrologiche (6,45 g, 900 millesimi); il sistema monetale decimale fu inizialmente introdotto in Francia e stabilito con decreto del 28 termidoro anno III (15 agosto 1795). Il nome di marengo successivamente venne esteso a tutti i nominali coniati con le stesse caratteristiche indipendentemente dalla valuta (franchi, lire, pesetas ecc.), o quantomeno con parametri molto simili.