ANCHE ALLA PROFEZIA DEL CALENDARIO MAYA E ALLA PIETRA DEL SOLE SONO STATE DEDICATE ALCUNE MONETE
Non poteva essere altrimenti, anche la presunta profezia catastrofica del calendario Maya è diventata una moneta. La Repubblica delle Isole Figi ha infatti emesso una moneta ovale in argento, datata 2012 e del valore facciale 10 dollari, con un peso di 20 grammi (tiratura 1.000 esemplari) per commemorare la data della fine del mondo, il 21 dicembre 2012. Difficile immaginare a scopo celebrativo cosa ci sarebbe poi da festeggiare, forse è più corretto pensare a scopo scaramantico. La profetica moneta presenta, su entrambi i lati, un inserto di vetro colorato che raffigura la Terra vista dallo spazio nel momento in cui essa viene distrutta; si intravedono sul bordo del pianeta enormi lingue di fuoco, nel complesso il pezzo è abbastanza piacevole. Al dritto, l’effige della regina Elisabetta II, dall’altro lato è rappresentata una parte della Piedra del Sol (pietra del sole), enorme monolite azteco conservato al Museo nazionale di antropologia, a Città del Messico, conosciuto anche con il nome di pietra di Tenochtitlan. Questo reperto venne ritrovato nel 1790 presso il lato meridionale della piazza principale di Città del Messico, ha forma circolare, misura 3,60 metri di diametro e pesa circa 25 tonnellate. Anche il Belize ha annunciato l’emissione di due monete per ricordare la mitica data della fine del mondo, il pezzo da 10 dollari in argento, 28,28 grammi di peso (tiratura 1.000 esemplari) e il pezzo da 250 dollari in oro, 15,976 grammi (tiratura 500 esemplari). Entrambe le monete presentano lo stesso disegno. Al dritto sono raffigurati gli Eroi Gemelli seduti, uno di fronte all’altro, in mezzo, i glifi che rappresentano la data Maya della fine del mondo; i disegni sono tratti dal vaso Hokeb Ha. I Gemelli sono i protagonisti del mito cosmogonico Maya che narra la sconfitta degli dei dell’inframondo, dominatori della terra che, in questo modo, diventò adatta per gli uomini. Si chiamano Hunahpu’ e Xb’alanque’ e sono i figli del dio Mais. Al rovescio è raffigurata la testa scolpita in giada che rappresenta Kinich Ahau, il dio sole, una tra le più importanti divinità Maya.
Gli amanti del calcio conoscono bene le interminabili discussioni collegate alla regola del fuorigioco, intere trasmissioni sportive sono dedicate a questo argomento. Molti esperti, o supposti tali, esaminano l’azione incriminata da più angolazioni, supportati da super moviole, per arrivare alla conclusione che… l’offside c’era, anzi, forse non c’era. Nel Regolamento del Gioco del Calcio il fuorigioco è disciplinato dalla regola 11: un giocatore si dice in posizione di fuorigioco quando, nel momento in cui un compagno gli passa il pallone, egli si trova al di là della linea del pallone e tra di lui e la linea di porta avversaria non ci sono almeno due giocatori avversari, uno di quali può eventualmente essere il portiere (condizione questa non necessaria). La patria del calcio moderno è considerata la Gran Bretagna dove venne fondata, il 24 ottobre 1857, la prima squadra di calcio della storia: lo Sheffield FC. Ebbene, la Royal Mint ha emesso una moneta da 50 pence 2011, in lega di rame e nichel (peso 8,00 gr., diametro 27,30 mm), con lo scopo di illustrare chiaramente come funziona il fuorigioco. Sul retro del pezzo è raffigurato un disegno simbolico esplicativo al riguardo; l’immagine è stata ideata dal giornalista sportivo Neil Wolfon.
La Grecia, nel 2010, ha emesso una moneta da 2 euro per celebrare la battaglia combattuta nella pianura di Maratona nel 490 avanti Cristo il 12 settembre, secondo la data convenzionalmente accettata dell’evento. Al rovescio, sulla sagoma di uno scudo, sono raffigurati un guerriero oplita, emblema della lotta per la libertà, e un uccello che simboleggia la nascita della civiltà occidentale. Sono trascorsi più di 2.500 anni, giorno più giorno meno, da una delle più celebri battaglie della storia. L’esito dello scontro tra greci e persiani sembrava prevedibile, tanta era la disparità delle forze messe in campo ma, alla fine, prevalsero le truppe comandate dall’ateniese Milziade. Sovvertendo ogni logica, furono quelli che si dovevano difendere ad attaccare: il piccolo aggredì il grande, una città andò all’assalto di un grande impero muovendo la falange oplita pesantemente armata (gli storici ritengono che il peso delle armi e dell’armatura si aggirasse sui 30 kg). Quel giorno gli ateniesi subirono 192 perdite contro 6.400 dei nemici, almeno secondo quanto sappiamo dai racconti che ci sono pervenuti. Sebbene la battaglia non fosse stata particolarmente grandiosa né, tanto meno, risolutiva, è diventata una leggenda, un mito. L’obiettivo di Dario I, il re dei re, era quello di punire Atene e la vicina Eretria poiché avevano osato inviare alcune navi a sostegno della ribellione antipersiana degli Ioni d’Asia. Dario, contrariamente a quanto aveva fatto nella precedente campagna militare contro gli Sciti, non si era degnato di mettersi personalmente al comando della spedizione.
di Gianni Graziosi
Un libro scritto con patos e grande coinvolgimento. Cappellari all’inizio prende in considerazione il termine numismatico e, di conseguenza, il concetto di numismatica. Fornendo varie giustificazioni, egli ritiene che la parola numismatico generi confusione perché con lo stesso termine si indicano lo studioso di monete, il collezionista, il commerciante, l’appassionato, in altre parole una mescolanza di ruoli, una sovrapposizione di competenze. Per questo motivo ritiene utile definire ed utilizzare un glossario che ha come radice nummo; in questo modo si hanno a disposizione i termini nummoflilia, nummofilo, nummologia, nummologico, nummologo, nummomane, nummomania, nummoteca, nummotecario. Il significato di nummofilo è definito in questo modo: chi ama le monete in sé stesse, per la loro antichità o rarità, e ne fa collezione. Per il senso degli altri vocaboli, ovviamente, rimando alla lettura del volume. A questo punto mi sorge spontanea una domanda, a quale categoria appartengo? …ma procediamo. Il nummofilo possiede una struttura mentale razionale utile per descrivere scientificamente le monete e, nello stesso tempo, deve anche percepire ed apprezzare che non si trova semplicemente di fronte ad un gelido dischetto metallico. Un intero mondo di emozioni che, anno dopo anno, si sono stratificate come finissimi sedimenti, attendono solamente di essere decifrate, interpretate e portate alla luce. L’appassionato di monete non è un freddo collezionista senza anima, deve essere pervaso da uno spirito emotivo e poetico, che si appassiona anche davanti a un comune dischetto di rame logoro e consunto. Come scrive l’autore, la moneta è un piacevole e gustoso passatempo che ci consente di impugnare innumerevoli maniglie per aprire porte che conducono in mondi inaspettati.
Il volume presenta le leggi ed i decreti a carattere monetario emanati dai Borbone, a partire dall’unificazione dei due regni di Napoli e Sicilia (1816) fino alla caduta della dinastia (1860). L’autore inizia riportando brevi note biografiche sui regnanti borbonici nel periodo considerato: Ferdinando I (1816-1825), Francesco I (1825-1830), Ferdinando II (1830-1859) e Francesco II (1859-1861). Poi è illustrata la legge n. 565 (8 dicembre 1816) con cui i regni di Napoli e Sicilia venivano riuniti in uno solo, e la legge n. 6048 (6 aprile 1840) relativa ai pesi ed alle misure vigenti nel Regno delle Due Sicilie, allo scopo di facilitare la lettura dei decreti che proprio a queste unità di misura fanno riferimento. (altro…)