Sul finire del 1918 i bolscevichi tedeschi tentarono invano di prendere il potere. Migliaia di città, anche assai piccole, emisero graziosi biglietti di necessità per far fronte alla mancanza di moneta divisionale. Una collezione piacevole e interessante alla portata di tutti. Una sola emissione, assai rara, da parte degli insorti comunisti nella cittadina di Ebstorf, vicino ad Amburgo, dove era iniziata la rivolta dei marinai.
La Germania tra la fine della prima guerra mondiale e l’inizio della grande inflazione, durante la repubblica di Weimar, fu invasa da un fiume di emissioni cartacee locali che rappresenta una delle pagine più curiose della storia monetaria, almeno recente. Non solo le grandi città ma, praticamente, tutti i villaggi, anche di poche migliaia di abitanti, stamparono moneta cartacea. Il motivo iniziale fu la mancanza di metallo, inghiottito dalle crescenti necessità belliche. Il blocco navale imposto dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti aveva di fatto impedito i rifornimenti di materie prime alla Germania del Kaiser; ringhiere, cancelli, posate e ogni altro tipo di metallo, compreso, quello per battere moneta, era stato sacrificato alla macchina bellica. Faceva eccezione l’argento, che non serviva a scopi militari, per cui fino alla fine della guerra fu utilizzato per coniare i divisionali da 50 pfennig. Il ricorso alla moneta di necessità fu poi reso indispensabile quando i prezzi cominciarono a salire e il potere di acquisto dei pezzi da 1 marco o di ½ marco si ridusse sempre di più.
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La parola tedesca notgeld è composta da not (bisogno, necessità) e geld (denaro), letteralmente denaro di necessità, quindi si riferisce a monete, banconote, succedanei della moneta divisionale, pezzi emessi durante periodi di grande crisi economica come nell’epoca dei due conflitti mondiali. Molte nazioni, nel periodo 1914-1947, utilizzarono moneta di emergenza come Algeria, Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Olanda, Russia, Spagna, Ungheria, solo per fare qualche esempio. In Germania i notgeld fecero la loro prima apparizione durante la prima guerra mondiale (luglio 1914) allo scopo di sostituire gli spiccioli diventati molto rari; infatti i metalli, come sempre accade nei periodi di grande instabilità, venivano tesaurizzati oppure impiegati per lo sforzo bellico. In genere i notgeld erano biglietti cartacei di valore modesto da 10, 25, 50, 75 pfennig (centesimi di marco tedesco), emessi da banche locali, enti, associazioni culturali, comunità religiose, partiti politici, imprese e, soprattutto, dai comuni; ebbero una grande diffusione nel periodo 1915-1922. Oltre ai biglietti cartacei furono usati pezzi in cuoio, seta, lino (leinengeld) oppure monete in zinco, lamine d’alluminio e persino tondelli in porcellana (porzellangeld).
Tra le moderne monete commemorative, le novità sorprendenti ed insolite sono sicuramente molto comuni e all’ordine del giorno. Nel 2014 la Repubblica di Palau e le Isole Cook hanno messo in vendita due pezzi quanto meno originali che, tramite dieci inserti circolari termosensibili, possono indicare realmente la temperatura compresa fra 57 e 90 gradi Fahrenheit, oppure fra 14 e 32 gradi Celsius. Sulla faccia nazionale delle due monete compaiono rispettivamente lo stemma dello stato insulare dell’Oceano Pacifico (Palau) oppure il ritratto di Elisabetta II (Isole Cook), sull’altro lato, in un tondello, è raffigurato il termometro di Fahrenheit o il ritratto di Celsius circondati dagli inserti sensibili alla temperatura. I pezzi, coniati in argento 925‰, in qualità fondo specchio, al valore facciale di 5 dollari, hanno un diametro di 50 mm e un peso di un’oncia (31,1 g). Diversa la tiratura, che risulta essere limitata a soli 450 esemplari per la moneta di Palau e 1.744 per le Isole Cook.