La guida-prezzario Le Franc è tra i principali riferimenti per i professionisti e i collezionisti di monete francesi moderne e nel 2016 ha celebrato il suo ventesimo anniversario. Il volume è dedicato alle coniazioni dalla Rivoluzione francese fino all’introduzione dell’euro (1795-2001) ma è anche un testo di numismatica a tutto tondo con informazioni sulla tipologia delle monete e sui prezzi, ricerche e analisi tipiche di un manuale di studio.
Questo lavoro è il frutto di vent’anni di ricerca e approfondimento compilato dal team di numismatici professionisti del CGB sotto la supervisione di Joël Cornu, presidente del consiglio di amministrazione dell’azienda parigina. Il suo grande successo editoriale è testimoniato dalla vendita, tra tutte le successive edizioni, di quasi 240.000 copie.
di Corrado Marino
IN UN BELLISSIMO BIGLIETTO DEL 1942, ARABI, AFRICANI E INDOCINESI ACCOMUNATI SOTTO LA BANDIERA FRANCESE.
Per molti Paesi, le banconote costituiscono un mezzo importante per diffondere presso la popolazione nazionale e gli stranieri che se le trovano tra le mani, una immagine positiva di sé, della propria cultura e dei valori politici e civili ai quali lo Stato si ispira. Tra questi c’è senz’altro la Francia, la cui carta moneta è assai apprezzata dai collezionisti per almeno tre motivi e cioè:
• la maestria dei suoi incisori, capaci di realizzare soggetti eleganti ed armoniosi;
• la bellezza dei colori, vivaci senza mai risultare chiassosi, e con una grande varietà di toni e sfumature;
• l’elevata qualità della carta, assai sottile eppure molto resistente all’usura.
Tra le numerose emissioni che si sono susseguite fino all’introduzione dell’euro, una menzione particolare merita a nostro avviso il biglietto da 5.000 franchi (P. 42) emesso dalla Banque de France dal 1942 al 1947. Esso costituisce un’efficace rappresentazione pittorica della Grandeur, che contraddistingue la cultura d’Oltralpe almeno dai tempi del re Sole, insieme all’idea della missione civilizzatrice che la Francia si era attribuita nel suo vastissimo impero coloniale. Certo le colonie erano considerate, dai paesi europei che le possedevano, un serbatoio di materie prime e di manodopera a basso costo e, in qualche caso, anche di soldati da mandare in guerra, e la Francia non faceva eccezione.