Questo libro si inserisce in una collana dedicata alla monetazione dell’Italia centrale e meridionale che sta diventando davvero corposa ed ormai punto imprescindibile per gli studiosi e per i collezionisti. L’opera che qui presentiamo è frutto della collaborazione di Alberto D’Andrea, Christian Andreani e Simonluca Perfetto. Se poi aggiungiamo che la prefazione è stata firmata da Francesco Di Rauso, che ha curato anche il prezzario allegato al volume stesso, non si può che apprezzare questo team per la loro competenza ed il loro impegno.
L’apertura è dedicata ad una introduzione alla numismatica moderna napoletana. Si parla dell’evoluzione dello scudo araldico dei regnanti napoletani, del sistema monetale e dei pesi delle monete, delle leggende monetali con la trascrizione e traduzione sia di quelle del diritto che di quelle del rovescio. Ogni capitolo dedicato a ciascun regnante si apre con una breve rassegna storica ed una analisi numismatica del periodo in esame evidenziando problemi e riforme che spesso angustiarono il Regno di Napoli tra il Cinque ed il Seicento.
di Francesco di Rauso
E’ strano come si possano passare ore o interi giorni ad osservare le proprie monete nell’intento di scorgere un nuovo particolare involontariamente trascurato a prima vista. In genere ci soffermiamo ad osservare parti di una moneta che ci fanno stabilire lo stato di conservazione o il grado di rarità, eppure… quando meno te lo aspetti ti capita di scoprire, talvolta in maniera fortuita, una variante o un particolare inconsueto per quel determinato tipo di moneta.
In questo articolo studieremo la presenza delle lettere A. C., iniziali dell’incisore Andrea Cariello, su alcuni 10 tornesi napoletani datati 1847 del tipo Testa Grande.
di Francesco di Rauso – da Panorama Numismatico nr. 234 / Novembre 2008
Ho avuto occasione dal dr. D’Auria di ultimare gli studi su questa medaglia grazie al libro, da lui gentilmente messomi a disposizione, dal quale ho attinto le notizie utili alla stesura del seguente articolo. Il libro intitolato Le compagnie del gas in Napoli. A cura della compagnia Napoletana Gas nel centenario della sua costituzione 1862-1962, Napoli 1962 si è rivelato una miniera d’informazioni sul sistema d’illuminazione pubblica della città di Napoli, dai primi sistemi d’illuminazione ad olio, fino al sistema d’illuminazione a gas idrogeno. Nel leggere le cronache ed i documenti dell’epoca fantastico con la mente e mi pare di ritornare, in alcuni momenti, indietro nel tempo, in un XIX secolo in pieno fervore culturale, in una Napoli ricca e progressista, regnata da un sovrano che fece tanto per il benessere del suo Regno che più di tutti gli altri Stati italiani era al passo con i tempi sia sul piano economico che industriale e che nulla aveva da invidiare agli altri grandi Stati europei.
di Francesco di Rauso – da Panorama Numismatico nr.257/Dicembre 2010
APPARENTEMENTE UN PROBLEMA BANALE: STABILIRE IL DIRITTO ED IL ROVESCIO DI UNA MONETA. MA LA SOLUZIONE IMPLICA IMPORTANTI QUESTIONI STORICHE E NUMISMATICHE.
Stabilire il dritto e il rovescio per alcune monete napoletane, specie per quelle del periodo medievale, è una diatriba che dura da decenni.
Leggendo i lavori di altri studiosi si nota chiaramente una netta discordanza nelle classificazioni. In pratica, a titolo di convenzione, si preferisce considerare come dritto, in ogni caso, il lato riportante il nome del sovrano al di là della presenza o meno dell’effigie reale o di un qualsiasi altro simbolo riconducibile all’autorità emittente. Dal XIX secolo ad oggi vi sono state diverse correnti di pensiero al riguardo ed alcuni studiosi, come ad esempio il celebre Michele Pannuti, hanno ritenuto opportuno rivedere le proprie idee (come giusto che fosse) anche a distanza di decenni. Quest’ultimo, ad esempio, fu tra i curatori della mostra sulle monete napoletane del periodo 1442-1556 tenutasi al Museo Civico Gaetano Filangieri di Napoli nel 1973 e nel catalogo della mostra venne stabilito che il dritto dovesse essere proprio quello riportante il nome del sovrano, ma si sa che con il passare degli anni l’esperienza insegna! Nel 1984, proprio nell’opera Le Monete di Napoli, i due autori Michele Pannuti e Vincenzo Riccio riportarono molte delle sopracitate monete classificando dritto e rovescio con una logica del tutto diversa dalla precedente e che ancora oggi è perfettamente in linea con il pensiero di altri studiosi.
di Gionata Barbieri – da Panorama Numismatico nr.255 / Ottobre 2010
LA ZECCA AQUILANA IN QUESTI ULTIMI TEMPI E’ STATA OGGETTO DI NUOVI STUDI. ORA VIENE PUBBLICATO UN BOLOGNINO CHE SI DISTINGUE IN PARTICOLARE PER UN’AQUILA INTORNO ALLA QUALE SONO DISPOSTE A CROCE LE LETTERE A Q L A.
L’esistenza di una cospicua varietà di bolognini coniati nella zecca aquilana è qualcosa di cui siamo ben a conoscenza grazie alla letteratura passata ma anche a quella di più recente pubblicazione (cfr. bibliografia); ad essi vengo ad aggiungere il tipo inedito trattato in questo studio. Come avrò modo di discorrere tra breve, la descrizione della moneta suddetta risulterà particolarmente utile anche per chiarire alcune vicende legate alla storia dell’iconografia monetale de L’Aquila, fungendo, senza mezzi termini, da pietra miliare.