Breve storia dei falsi numismatici
di G.Fenti
Spesso ci chiedono come sia possibile distinguere le monete false da quelle originali. Il problema è molto complesso e di difficile soluzione per diversi motivi. Complesso perchè il campo della numismatica è molto vasto e diverse tra loro sono le monete costruite sia per fusione che per battitura, da circa duemilaseicento anni a questa parte. Difficile perchè la fantasia dei falsari è immensa e i metodi di costruzione dei falsi si evolvono continuamente, diventando sempre più raffinati.
Le monete false hanno inquinato moltissime collezioni, sia private che pubbliche, grandi e piccole, anche le più famose. Assieme ai falsi veri e propri, sono state costruite anche imitazioni di monete molto note, quasi sempre rare, a volte senza l’intenzione di mortificare il collezionista. Alcune di queste imitazioni hanno raggiunto un notevole valore artistico e tecnico tanto da crearsi una loro collocazione nell’ampio campo del collezionismo e quindi sul mercato numismatico.
Segue: articolo completo richiesto da un ns.lettore tratto da Panorama Numismatico nr.10/luglio 1985
Falsificare la moneta è sempre stato un reato gravissimo. Il Codice penale napoleonico non era da meno tuttavia è interessante notare come la pena fosse molto diversa secondo il tipo di moneta contraffatta.
La falsificazione di monete era inserita tra i crimini e delitti contro la pubblica tranquillità. L’art. 132 puniva chiunque avrà contraffatto, od alterato le monete d’oro o d’argento aventi corso legale in Francia… colla morte, ed i suoi beni saranno confiscati.
Ma se le monete erano di metallo (intendendosi così la mistura) o di rame aventi corso legale in Francia il successivo art. 133 stabiliva la punizione coi ferri a vita.
L’art. 134 prevedeva invece che se le monete contraffatte od alterate fossero state straniere la punizione era coi ferri a tempo determinato.
L’art. 135 esonerava da ogni responsabilità coloro che, avendo ricevuto delle monete contraffatte, od alterate, credendole buone, le hanno rimesse in circolazione. Per altro quegli che avrà fatto uso delle monete dopo di averne verificato, o fatto verificare la falsità, sarà punito con una multa tripla per lo meno, e sestupla al più della somma cui ammonteranno le monete ch’egli avrà rimesso in circolazione, senza che questa multa possa in qualunque caso essere inferiore di lire 16.
L’art. 136 puniva coloro che avessero avuto notizia di una fabbrica, o di un deposito di monete d’oro, d’argento, e di metallo, o di rame, aventi corso legale in Francia, contraffatte, od alterate, e che non l’avessero denunciato alla pena da un mese a due anni.
Infine, come già previsto nelle legislazioni medievali, era prevista l’impunità nel caso in cui si fossero denunciati i complici. Tuttavia un sensibile passo in avanti nell’equità giuridica era rappresentato dal fatto che per i delatori non era prevista alcuna ricompensa su quanto sequestrato ed anzi avrebbero potuto essere poste in vita od a tempo determinato sotto la sorveglianza speciale dell’alta polizia.
Il problema delle monete false sta diventando una vera e propria piaga per il collezionista e per il commerciante. È vero che i falsi per ingannare i collezionisti nel mondo numismatico sono sempre esistiti ma fino ad alcuni anni fa erano per lo più circoscritti in ambiti abbastanza ben delineati: in particolare le monete antiche di un certo pregio e le monete moderne. Le monete di minor valore e quelle di scarsa conservazione sembravano invece immuni dal fenomeno. Ora invece è possibile trovare falsi ben fatti anche per quelle monete che, autentiche, costerebbero poche decine di euro.
Questa vera rivoluzione è stata resa possibile soprattutto per l’avvento di nuove tecnologie che hanno messo a disposizione dei falsari metodi di riproduzione davvero efficaci ma semplici e a bassissimo costo. Si può dire che un tempo il falsario era un artista (e non a caso i falsi di famosi falsari dell’Ottocento come il Becker sono diventati essi stessi oggetto da collezione) mentre ora è soltanto un buon artigiano con a disposizione la giusta tecnologia.
L’evoluzione della tecnica consente ai moderni falsari di raggiungere un livello qualitativo molto preoccupante, tale da mettere sovente in seria difficoltà i massimi esperti del settore.
La conoscenza delle tecnologie applicabili, compresi i limiti e i difetti ad esse connessi, può essere considerata la prima vera contromisura nel riconoscimento di un falso. Raramente una moneta falsa può essere considerata assolutamente perfetta; solo sapendo che cosa cercare sarà possibile distinguere le deboli tracce di una contraffazione dai naturali segni del tempo.
LE MONETE FALSE INFESTANO IL MERCATO MONETARIO DAL SETTECENTO FINO ALL’UNITA’ D’ITALIA E ANCHE OLTRE. CE LO TESTIMONIANO TANTI BANDI.
di Lorenzo Bellesia
Tempo fa avevo pubblicato1 del materiale su monete false ottenute per fusione o, come si diceva, a getto. Il fenomeno sembra essere stato diffusissimo verso la fine del Settecento ed i primi decenni dell’Ottocento a giudicare dal numero di bandi e notificazioni che si possono rintracciare.
Avendo raccolto nuovo materiale, vorrei portarlo all’attenzione dei lettori.
Un intero capitolo sulla fabbricazione di false monete col metodo di getto è contenuto nel libro di Umberto Mannucci, La moneta e la falsa monetazione2, dove si sottolinea proprio la sua diffusione per la grande facilità del procedimento.