La passione numismatica degli Estensi in mostra a Modena
Le monete e le gemme antiche, collezionate fin dal Medioevo, ebbero per tutto il Rinascimento un ruolo fondamentale: quello di dirette testimonianze di un passato glorioso. Questi piccoli oggetti divennero presto corredo imprescindibile delle raccolte degli eruditi e dei nobili delle corti, tra i quali Leonello d’Este, attento collezionista di antichità numismatiche. È proprio nella corte Estense, appena prima della metà del Quattrocento, che nacque il nuovo genere della medaglia: un oggetto d’arte che ricordava le monete antiche ma che ritraeva, fissandoli nel metallo per l’eternità, i principi rinascimentali. Artisti già affermati quali Pisanello o Sperandio, orafi e gioiellieri meno noti come Amadio da Milano e Petrecino da Firenze, furono gli artefici delle medaglie per gli Estensi. I capolavori per i marchesi Niccolò III, Leonello e per i duchi Borso e Sigismondo, diedero avvio a una storia metallica familiare destinata a perpetrarsi nei secoli a venire.
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