di Romolo Calciati
Nella Sicilia occidentale, tra la fine del V e gli inizi del IV secolo a.C., si assiste alla coniazione di una serie di emissioni in bronzo aventi in comune la raffigurazione al diritto della testa di Eracle nella leontè. Queste emissioni interessano le zecche di Selinunte, Thermai, Solunto e Cefalù, oltre a quella di Akragas, sotto forma di contromarche. Vengono pertanto coinvolte alcune città situate nell’area di influenza sia cartaginese che greca. Il prototipo siciliano di questo soggetto lo ritroviamo nelle emissioni di tetradrammi di Kamarina a partire dal 425 a.C. E’ probabile che, sulla decisione di realizzare questi bronzi con la testa di Eracle, abbia influito non poco la diffusione dei tetradrammi camarinesi, alcuni dei quali firmati da Exakestidas e certamente presenti anche nell’area punica. Tutte queste emissioni bronzee hanno in comune il dato ponderale, in quanto si tratta, con pochissime eccezioni, di monete di peso oscillante tra g. 1 e 3. Che sia stata soltanto Kamarina, sul finire del V secolo a.C., a proporre il ritratto eracleo sull’argento, è un dato che non consente deduzioni di sorta.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.72 – febbraio 1994. Articolo richiesto da un ns. lettore.
di Pasquale Attianese – da Panorama Numismatico nr.258 / Gennaio 2011
NON POTREBBE, INVECE, TRATTARSI DELLA TESTA DELL’ATLETA MILONE, COMMEMORATO SU EMISSIONI SUCCESSIVE ALLA SUA MORTE?
Come tutti gli appassionati di mitologia classica ed i cultori di numismatica antica sanno molto bene, la raffigurazione del più grande eroe dell’antichità (figlio di Zeus e di Alcmena), ricorre con una frequenza davvero sorprendente sulle monete di tutte le popolazioni del mondo ellenico e non solo. Ci si potrebbe chiedere qual è il reale motivo perché la sua immagine sia presente così spesso su molti coni sia della madre-patria sia delle colonie. Anche i Romani lo effigiarono sulle loro monete, chiara testimonianza di un culto molto sentito per la divinità che, in pratica, sembra perpetrarsi da tempi remotissimi fino agli imperatori di Roma.