di Roberto Diegi
L’abilità degli incisori numismatici romani si evidenzia soprattutto nella ritrattistica imperiale. Da Augusto a Nerva, sono qui presentati alcuni degli esempi piu’ significativi in questo ambito.
Terza parte
Postumo (Marcus Cassianus Latinius Postumus) era governatore della Germania Superiore ed Inferiore al tempo in cui Valeriano fu fatto prigioniero dai Persiani e lo stesso Gallieno lo lasciò in quella carica affidandogli il comando delle armate del Reno: magari gli lasciò un po’ troppa libertà e Postumo, dopo aver misteriosamente fatto uccidere Salonino, figlio di Galleno, che si trovava presso di lui, si autoproclamò imperatore delle Gallie, riconosciuto come tale non solo dalle legioni stanziate in Germania, ma anche dalla armate e dalle popolazioni della Gallia e della Spagna. Era l’estate del 260.
Le origini di Postumo sono oscure: non si sa dove e quando sia nato, anche se è quasi certo che la sua patria d’origine fosse la Gallia.
Ci si potrebbe legittimamente chiedere perché mai ho dedicato tanto spazio a Postumo. La ragione è assai semplice: con questo imperatore va cessando, salvo poche eccezioni che vedremo più avanti, il periodo delle coniazioni di monete in bronzo o rame di largo modulo. Per qualche imperatore il ritorno alle coniazioni in bronzo di largo modulo è rappresentato da rari “medaglioni”: sono i casi di Claudio II, Probo, Carino, Aureliano e, più avanti, di Diocleziano e Massimiano.
Articolo completo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr. 295, Maggio 2014
Parte I – Splendidi ritratti sui bronzi di largo modulo di molti imperatori romani
Parte II – Splendidi ritratti sui bronzi di largo modulo di molti imperatori romani
di Roberto Diegi
L’abilita’ degli incisori numismatici romani si evidenzia soprattutto nella ritrattistica imperiale. Da Augusto a Nerva, sono qui presentati alcuni degli esempi piu’ significativi in questo ambito.
Seconda parte
Elagabalo (Varius Avitus Bassianus, poi Marcus Aurelius Antoninus) era a dir poco stravagante: amava lo sfarzo eccessivo e si circondava di personaggi poco raccomandabili. Ciò che lo rese presto inviso alla cittadinanza di Roma fu la sua pretesa di sostituire il culto siriaco del dio Sole allo stesso culto di Giove e al tradizionale Pantheon romano: la famosa pietra nera a forma conica, portata a Roma dalla Syria, fu venerata con sfarzo mai visto prima.
Elagabalo era omosessuale conclamato e la cosa non avrebbe destato scandalo perché il bisessualismo era considerato all’epoca una cosa abbastanza normale: ma un imperatore solo omosessuale e per giunta passivo non piaceva ai Romani; i pubblici atteggiamenti lascivi del giovane principe e il suo trucco vistoso e molto femminile gli alienarono presto l’appoggio della cittadinanza. Fu assassinato dai pretoriani nel 222, istigati dalla nonna Julia Maesa.
La ritrattistica di Elagabalo sulle monete, così come quella di Macrino e Diadumeniano è, a mio avviso, piuttosto monotona e non meritevole di particolare attenzione. Fa però eccezione, anche per la evidente rilevanza data al culto del sole, la monetazione provinciale e, in particolare, alcuni pesanti pezzi qui coniati.
Ecco un affascinante “medaglione” di 46,30 grammi coniato tra il 218 e il 222 a Thyatira in Lydia. Al diritto un bellissimo busto laureato di Elagabalo volto a destra. Al rovescio Apollo, visto come il dio Sole, brandisce un ramo d’ulivo guidando una quadriga al galoppo: sotto le zampe dei cavalli una cornucopia. Le legende sono in lingua greca.
Articolo completo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr. 294, Aprile 2014
Parte I – Splendidi ritratti sui bronzi di largo modulo di molti imperatori romani
L’abilita’ degli incisori numismatici romani si evidenzia soprattutto nella ritrattistica imperiale. Da Augusto a Nerva, sono qui presentati alcuni degli esempi piu’ significativi in questo ambito.
Prima parte
È cosa nota, anzi notissima, che la bravura degli incisori romani dei coni monetali ebbe modo di emergere soprattutto nelle monete di più largo modulo, appunto perché il maggior spazio a disposizione facilitava ed esaltava la loro vena creativa.
Assi, dupondi e, soprattutto, sesterzi, ne sono la prova tangibile, anche se su molti aurei, di modulo assai più ristretto, la bravura di questi incisori ebbe modo di mettersi in mostra: ma gli aurei erano destinati ad una circolazione elitaria ed è ovvio che la loro produzione fosse molto curata e, addirittura, come alcuni sostengono, affidata ad incisori diversi e più esperti di quelli normalmente addetti alla produzione delle monete destinate ad una maggiore circolazione.
In questo quadro di eccellenza incisoria, è particolarmente curata la realizzazione del ritratto dell’imperatore.
Bene, queste considerazioni sono note tra gli studiosi della monetazione romana imperiale e queste mie parole possono sembrare decisamente ovvie. E lo sono. Ma, mi sono chiesto, dato per scontato quanto ho sopra scritto, perché non evidenziare la straordinaria abilità di questi incisori proponendo la visione di alcune delle loro più belle realizzazioni? E, come spesso accade, un fatto contingente mi ha spinto a scrivere queste righe.
Articolo completo in formato PDF – tratto da Panorama Numismatico nr. 293, marzo 2014