di Maurizio Carsetti
È QUELLO CHE I CONFEDERATE STATES OF AMERICA, I SUDISTI DELLA GUERRA CIVILE AMERICANA, CONIARONO, IN SOLI QUATTRO ESEMPLARI, PER POI RENDERSI CONTO CHE TROPPI ERANO I PROBLEMI PER POTER GARANTIRE UNA PRODUZIONE ADEGUATA ALLA CIRCOLAZIONE. MA L’ONORE, ALMENO QUELLO, ERA SALVO… ANCHE IL VECCHIO SUD AVEVA AVUTO LA SUA MONETA.
A non essere salvi, oggi, sono i portafogli dei collezionisti, che se volessero togliersi lo sfizio di mettere una di queste quattro monete in collezione, dovrebbero prepararsi a sborsare oltre 800.000 dollari: tale è stato il realizzo dell’ultima apparizione in asta di un mezzo dollaro Confederato, nel gennaio 2015. Con questa cifra, però, non si entrerebbe in possesso di una semplice moneta, poiché, come scriveva il collezionista L.L. Wilson nel 1915, questo tondello d’argento rappresenta L’unica testimonianza numismatica di una nazione di nove milioni di abitanti, che ha mantenuto un’esistenza precaria per lo spazio di quasi quattro anni e mezzo. Ben poche monete, oggi, possono classificarsi di pari interesse di questo mezzo dollaro, con il suo autorevole dritto degli Stati Uniti, e lo stemma degli Stati Confederati al rovescio. Una tale combinazione, unica nelle emissioni ufficiali di due grandi potenze nemiche, probabilmente non ha un altro parallelo nella storia.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.319 – luglio e agosto 2016
di Gianni Graziosi
Si è appena conclusa la coppa del mondo FIFA in Brasile, manifestazione calcistica che per un mese ha focalizzato l’interesse di tanti appassionati. Come noto la vittoria è andata alla Germania, memorabile il risultato dell’incontro di semifinale con la Seleção brasiliana, per la cronaca 7 a 1 a favore dei tedeschi. Per celebrare l’evento calcistico, come sempre accade, molte nazioni hanno coniato monete, ma non sono questi tondelli che hanno richiamato la mia attenzione, bensì un numero in particolare.
I giocatori delle squadre di calcio sono undici, come in altri sport: football americano, cricket, hockey su prato. In Canada tale numero compare pure sulla bandiera nazionale, sono infatti undici le punte della foglia d’acero presente ma, bisogna precisarlo, questo fatto non ha un significato particolare, il disegno rappresenta semplicemente una foglia stilizzata. L’undici si trova nell’ora indicata dall’orologio della Torre della Pace (campanile che appartiene agli edifici del parlamento a Ottawa) raffigurata sulle banconote da 50 dollari della serie denominata Canadian Journey che riporta immagini del patrimonio e brani delle letteratura canadese. Al dritto la figura di William Lyon Mackenzie, leader politico, al rovescio la citazione della Dichiarazione Universale dei Diritti, Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti, e la raffigurazione delle cinque donne canadesi che nel 1927 fecero alla Corte Suprema la celebre domanda se la parola persone nella legge dell’America del Nord britannica comprendesse anche individnuui di sesso femminile.
La banconota da 1.000 dollari, detta Grand Watermelon, è divenuta la più costosa di tutti i tempi. È stata venduta nel gennaio scorso al prezzo record di 3.290.000 dollari, più del doppio del record precedente, da Heritage Auctions a Orlando, in Florida. Il motivo di ciò risiede nella sua estrema rarità: la sola altra banconota Grand Watermelon conosciuta si trova nella Federal Reserve Bank di San Francisco.
Il biglietto, classificato da PCGS come “Extremely Fine 40” e firmato da William Rosecrans e Enor Nebeker, proviene in origine dalla collezione di Albert A. Grinnell. Fu venduto in asta, nel novembre 1944, da Barney Bluestone, per 1.230 dollari. Restano anonimi, per ora, sia il venditore che il compratore attuali.
Il soprannome “Grand Watermelon” gli deriva dall’immagine che compare sul rovescio della banconota, dove gli ampi numeri riempiono il centro dell’immagine e gli zeri della cifra hanno la forma e il colore di grandi, succulenti angurie: oblunghi e verdi scuri con strisce nere. Sul dritto è ritratto il generale George Gordon Meade, che comandò l’Esercito dell’Unione nella Battaglia di Gettysburg durante la Guerra Civile americana; del disegno fu incaricato l’artista e incisore Charles Burt.
I biglietti sono stati emessi dal Ministero del Tesoro statunitense tra 1890 e 1893 per riscattare lingotti in argento e oro e per questo la loro vita era assai breve.
di Bernardino Mirra con la collaborazione di Maurizio Crosetti e Alessandra Mirra
ATTRAVERSO UN TOUR SELEZIONATO E PROTETTO È POSSIBILE VISITARE LA PIÙ ANTICA ZECCA DEGLI STATI UNITI E VEDERE LE VARIE FASI DELLA CONIAZIONE DELLE MONETE
Visitare la zecca di Philadelphia in Pennsylvania è certamente un’emozione, e non solo per chi si interessa di numismatica. Situata nella parte vecchia della città, detta old city, l’attuale zecca (fig. I) è ovviamente una moderna ed efficiente struttura di produzione delle monete. Va subito sottolineato che quella di Philadelphia è la più antica zecca di tutti gli Stati Uniti, come si vede chiaramente effigiato sulla facciata della prima zecca storica della città, il primo stabilimento risale al 1792 (fig. II). Ancora oggi la moderna zecca sorge nella zona storica di Philadelphia, dove gli Stati Uniti mossero i primi passi. Infatti, non distante, sorge l’edificio dove fu firmata la Costituzione americana e nei pressi è conservata la storica campana, la Liberty Bell (fig. III), forse il più caro simbolo dell’indipendenza americana, meta giornaliera di visite da parte di turisti e di scolaresche di ogni ordine e grado.
Prima di illustrare la visita alla zecca di Philadelphia, è da ricordare che questa non è l’unica officina monetaria degli Stati Uniti. La prima a essere istituita fu, ovviamente, quella di Philadelphia (fig. IV), nella città che fu la prima capitale degli Stati Uniti. Era il 1792 e le prime monete, 1 centesimo e mezzo centesimo, uscirono dalla zecca nel 1793. Nel 1794 furono coniati i primi dollari d’argento e nel 1795 le prime monete d’oro, half eagles e eagles, 5 e 10 dollari. Da allora, fino a oggi, a Philadelphia sono state coniate tutte le tipologie di monete emesse dagli Stati Uniti. Le monete coniate a Philadelphia, fino al 1979 non presentano alcun segno di zecca. Fanno eccezione le monete da 5 centesimi coniate nel 1942-1943-1944 e 1945 (War Nickels) coniati, a differenza di quelli degli anni precedenti e seguenti, in una lega d’argento, e contraddistinti da una lettera P al rovescio, sopra la cupola di Monticello, la residenza di Thomas Jefferson. La stessa lettera P è impressa dal 1980 su tutte le monete di questa zecca.
Articolo completo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr.296 – Giugno 2014
Portano a passeggio il cane e trovano un tesoro in monete d’oro: questa notizia comunicata dai mass media ha fatto letteralmente il giro del mondo. La scoperta è stata effettuata nell’aprile del 2013 in California, da una coppia che ha voluto rimanere anonima per evitare di vedere la loro proprietà invasa da innumerevoli ed improvvisati cercatori di tesori. La notizia è stata diffusa recentemente dalla casa numismatica Kagin’s. Mentre i coniugi stavano camminando tranquillamente, la loro attenzione fu attratta da un oggetto luccicante che sporgeva dal terreno. Dopo aver liberato il contenitore dalla terra, constatato che era molto pesante, lo hanno portato a casa per poterlo esaminare. Inutile dire la loro grande sorpresa quando, tolto il coperchio, all’interno hanno trovato delle monete d’oro. Ritornati sul luogo della scoperta, armati di un metal detector, hanno ritrovato altre lattine, in parte corrose, piene di monete coniate nel biondo metallo. I contenitori, sepolti nei pressi di un vecchio albero, sono stati rinvenuti a Gold Country una regione che si trova nella Sierra Nevada della California. Il territorio è famoso per le miniere d’oro che hanno attratto migliaia di emigranti durante la celebre corsa all’oro che ebbe inizio il 24 gennaio 1848 quando il pioniere svizzero Johan Suter scoprì il prezioso metallo lungo le sponde dell’American River.