di Magdi A.M. Nassar, Mario Limido, Luca Peccerillo
ENRICO I CREÒ UNA MONETAZIONE INNOVATIVA NEL PANORAMA IMPERIALE: IL DENARO CON LA CROCE ASTILE. UN RECENTE RITROVAMENTO FORNISCE NUOVI DATI PER DETERMINARE LA SEQUENZA TIPOLOGICA DELLE CONIAZIONI.
Dai problemi per la successione di Ottone III al regno di Arduino
La successione ad Ottone III e la ribellione arduinica
Il 23 gennaio 1002 moriva nel castello viterbese di Faleria, forse a causa di una febbre malarica contratta nelle malsane saline ravennati, l’imperatore Ottone III, appena prima di poter convolare a nozze con la principessa Zoe, figlia di Costantino VIII, da poco sbarcata sulle coste italiche. Con lui se ne andava l’epoca della Renovatio Imperii, ovvero il grande progetto di ripristino dell’antica autorità imperiale romana fondata, questa volta, sui nuovi valori cristiani.
Il 7 giugno 1002, veniva incoronato a Magonza, con il titolo di Rex francorum, Enrico II, detto il Santo, cugino di Ottone. Troppo occupato a contrastare le ribellioni della nobiltà tedesca, nella quale molti vassalli, tra i quali Baldovino di Fiandra, l’arcivescovo di Metz e Federico conte di Lussemburgo, si erano sollevati al potere imperiale, trascurò la situazione italiana, dove l’aristocrazia locale già si era preoccupata di cavalcare l’evento funebre per eleggere autonomamente un proprio re; con cerimonia solenne, il 15 febbraio, i vassalli peninsulari avevano, infatti, incoronato nella basilica di San Michele Maggiore di Pavia il marchese Arduino d’Ivrea al titolo di Rex Italiae.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.307 – Giugno 2015
di Luigi Feruglio
Situazione storica
Tutta la storia dell’Europa degli anni anteriori al 1000 si fonde con la leggenda. La caduta dell’Impero r0mano nel 472 causò una grande confusione in ogni parte del mondo allora conosciuto, e numerose orde di barbari, che fino ad allora erano state trattenute al di là dei confini, si introdussero in Italia saccheggiando le città e devastando i campi. Molti abitanti delle ormai inabitabili città di Padova, Verona, Aquileia ed Altino, nonché i poveri contadini delle terre dell’ex X regio Venetia et Histria, cercarono rifugio nelle numerose isole della laguna, fondando la città di Grado, Eraclea, Murano, Torcello, Rialto, Malamocco, Chioggia e Pellestrina, che per molti decenni vissero con la pesca ed il mercato del sale. Ben presto, tra queste, le comunità sorte a Rivoalto (l’odierna Rialto, a Venezia) iniziarono ad avere il predominio economico e politico sulle altre. Era nata la città di Venezia. Quello che seguì è cosa nota: l’ascesa del commercio in Oriente, i contatti con i’Impero d’Occidente e di Bisanzio, il raggiungimento dell’autonomia ed il primato nel Mediterraneo, primato che Venezia manterrà fino al 1300 – 1400. Ma i primi momenti della vita di queste città non furono affatto gloriosi, anzi si può dire che nessun popolo ebbe mai tante difficoltà per stabilirsi in un luogo.
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Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.84/marzo 1995 – articolo richiesto da un ns. lettore.
di Mario Limido
È necessario uscire da questo disinteresse ed occorre anche superare la tendenza a trascurare lo studio delle monete comuni per privilegiare solo quelle rare. La rarità vale molto per il collezionismo, ma vale molto meno per la storia economica e sociale, una storia intimamente legata proprio alle monete più comuni, più numerose, a quelle che hanno effettivamente servito il mercato sostenendo le varie funzioni di misura dei valori, di mezzo di scambio e di pagamento, di conservazione e trasmissione di ricchezza. È soprattutto da queste monete più diffuse e più comuni che possiamo trarre notizie sulla storia economica e sulla vita della loro epoca.
di Antonio Loteta – da Panorama Numismatico nr.255 / Ottobre 2010
UN ESEMPLARE APPARSO IN UNA VENDITA PERMETTE DI MEGLIO DEFINIRE E CLASSIFICARE UNA MONETA DELLA ZECCA DI CATANIA.
Dopo la morte di Federico il Semplice avvenuta durante un’azione militare il 27 luglio 1377, la corona del Regno di Sicilia fu ereditata dalla figlia Maria d’Aragona.
Nata il 2 luglio 1363 a Catania dalle nozze tra Federico il Semplice e Costanza, figlia di Pietro IV d’Aragona, Maria fu incoronata nel 1377, a quattordici anni, e condusse la reggenza del Regno di Sicilia sotto la tutela di Artale d’Aragona, uno dei vicari.
Durante questo periodo di transizione la Sicilia era suddivisa in tre valli, eredità del dominio arabo, e gestita da quattro vicari. Le valli erano così divise: nella parte orientale, cioè a ovest della Sicilia, vi era la val Demone, comprendente Messina, Taormina, ecc.; nella parte occidentale a nord-est vi era la val Mazzara, comprendente Palermo, Marsala, Trapani, Mazara, Termini, ecc.; nella parte meridionale a sud-est vi era la val di Noto, comprendente Catania, Siracusa, Noto, ecc. Questa suddivisione durò fino alla riforma territoriale del Regno delle Due Sicilie nel 1816.