di Gianni Graziosi
Si è appena conclusa la coppa del mondo FIFA in Brasile, manifestazione calcistica che per un mese ha focalizzato l’interesse di tanti appassionati. Come noto la vittoria è andata alla Germania, memorabile il risultato dell’incontro di semifinale con la Seleção brasiliana, per la cronaca 7 a 1 a favore dei tedeschi. Per celebrare l’evento calcistico, come sempre accade, molte nazioni hanno coniato monete, ma non sono questi tondelli che hanno richiamato la mia attenzione, bensì un numero in particolare.
I giocatori delle squadre di calcio sono undici, come in altri sport: football americano, cricket, hockey su prato. In Canada tale numero compare pure sulla bandiera nazionale, sono infatti undici le punte della foglia d’acero presente ma, bisogna precisarlo, questo fatto non ha un significato particolare, il disegno rappresenta semplicemente una foglia stilizzata. L’undici si trova nell’ora indicata dall’orologio della Torre della Pace (campanile che appartiene agli edifici del parlamento a Ottawa) raffigurata sulle banconote da 50 dollari della serie denominata Canadian Journey che riporta immagini del patrimonio e brani delle letteratura canadese. Al dritto la figura di William Lyon Mackenzie, leader politico, al rovescio la citazione della Dichiarazione Universale dei Diritti, Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti, e la raffigurazione delle cinque donne canadesi che nel 1927 fecero alla Corte Suprema la celebre domanda se la parola persone nella legge dell’America del Nord britannica comprendesse anche individnuui di sesso femminile.
Le isole Salomone (Solomon Islands), costituite da mille isole di origine vulcanica situate a est di Papua Nuova Guinea, formano una nazione dell’Oceano Pacifico; l’arcipelago fu scoperto dagli spagnoli nel 1567. Nel 1893 le isole Salomone divennero un protettorato britannico, stato giuridico che mantennero fino al 7 luglio 1978, quando venne proclamata l’indipendenza ed entrarono a far parte dei reami del Commonwealth; riconoscono quindi il sovrano del Regno Unito come proprio sovrano e capo di Stato. La capitale è Honiara che si trova nell’isola di Guadalcanal, l’isola più estesa, quasi interamente ricoperta da giungla, nota per la famosa battaglia di Guadalcanal della Seconda guerra mondiale (agosto 1942-febbraio 1943), scontro che vide contrapposti gli Alleati e l’impero giapponese. La valuta utilizzata, dal 1977, è il dollaro delle isole Salomone suddiviso in 100 centesimi; in precedenza si usava la sterlina.
Il numero di ottobre 1928 della Numismatic Circular di Londra riporta una corrispondenza da Roma firmata P. W. Vi si segnala il rinvenimento in Italia di importanti ripostigli.
Il primo, indicato come il più importante tesoro ritrovato in Italia nel corso del secolo, sarebbe stato da poco ritrovato nei pressi della via Claudia, vicino Roma. Un contadino ritrovò un gran numero di brillanti monete d’oro in perfetto stato di conservazione, praticamente fior di conio. La maggior parte di queste monete era costituita da ducati papali con grandi rarità ma non mancavano anche ducati, rarissimi e perfino inediti, di Genova, Firenze, Mantova, Milano, Savoia ed altri ancora. Napoli era poi rappresentata da numerose nuove varietà del più grande interesse anche sotto il profilo artistico.
Questo favoloso ripostiglio fu acquistato, come si legge nella corrispondenza, da un well known connoiseur.
Subito dopo viene riferito di un altro importante ripostiglio, trovato in una vigna vicino alle mura della Città eterna, questa volta nientemeno che aurei romani in altissimo stato di conservazione con i nomi di Traiano, Adriano, Matidia e Plotina. Non mancavano anche gli esemplari inediti. Il ripostiglio fu subito disperso non rimanendo che la leggendaria traccia nelle chiacchiare dei numismatici.
A fronte di questi due tesori, fa quasi sorridere la terza segnalazione, sempre da Roma: alcune centinaia di sesterzi (l’autore li chiama first brass) di Gordiano III con pochi esempi di Alessandro Severo. In questo caso le monete furono esaminate direttamente dall’autore dell’articolo che vi aveva notato un buon numero di rari rovesci.
Su Numismatique & Change di novembre 2007 un articolo di Jean Teitgen disquisisce se il raro testone battuto a Firenze a nome di Cristina di Lorena con millesimo 1630.
Cristina nacque a Nancy il 6 agosto 1565, figlia di Carlo III duca di Lorena e di Claudia di Francia, figlia del re Enrico II. Morì a Firenze il 19 dicembre 1637.
L’autore riferisce che alcun esemplare di questa moneta è stato segnalato in Lorena mentre, anche se mancano testimonianze in tal senso, è probabile che l’emissione fosse destinata al Levante dove le monete lorenesi, così ben coniate, erano apprezzate dai Turchi e quindi ampiamente utilizzati dai mercanti francesi. Viene anche presa in esame l’interpretazione della parte finale della leggenda D M P senza però fornire soluzioni definitive se non, tra le altre, la più probabile Domina Montis Politiani.
Moneta francese, quindi, o italiana? Per l’autore questa moneta può rientrare sia in collezioni di monete francesi che italiane.
Scrivere sulle banconote oggi non è considerato illegale a meno che il contenuto sia ritenuto offensivo e/o osceno e si configuri qualche reato (razzismo, apologia del fascismo ecc.). Viceversa, durante il periodo monarchico, esisteva una legge che puniva l’oltraggio alla figura del sovrano e, di conseguenza, era vietato deturparne l’immagine anche sulla cartamoneta.
Ricordo che, negli anni Novanta, numerose banconote recavano frasi, messaggi, slogan politici, ingiurie, citazioni letterarie, frasi d’amore, poesie, banalità ed altro ancora. Sembrava che molte persone fossero state prese da un impeto irrefrenabile di comunicare agli altri il proprio pensiero, la propria rabbia, le proprie fantasie. Su questo fenomeno, decisamente curioso ed affascinante, sono anche stati pubblicati libri, ad esempio, Cara “mille lire” ti scrivo di Sira Sebastianelli e Ivan Battista, oppure Le mille lire scritte di Claudio Pisani. Quest’ultimo fu pubblicato da Stampa Alternativa, nella nota collana Millelire (veramente ironico); oggi è possibile scaricare la scansione di tutte le pagine (32) direttamente dal sito www.pedro.it/webs/millelireonline.it. Le scritte apparivano particolarmente sulle mille lire, soprattutto il tipo Montessori, mentre diminuivano, fino a sparire, man mano che la banconota aumentava di valore. Insomma si scarabocchiavano principalmente le banconote che, per effetto dell’inflazione, avevano ormai raggiunto uno scarso valore. Probabilmente, proprio per questo motivo, non c’erano timori a rovinarle scrivendoci sopra, si puntava sul presupposto che tutti le avrebbero comunque accettate in pagamento senza troppe storie considerando il loro basso potere d’acquisto.