di Luciano Giannoni
LA DESCRIZIONE DI ALCUNE MONETE PIOMBINESI DELLA COLLEZIONE GNECCHI, MESSE IN VENDITA A FRANCOFORTE NEL 1902, NON CONSENTE UNA LORO FACILE IDENTIFICAZIONE. IL CONFRONTO CON CONIAZIONI PASSATE RECENTEMENTE IN ASTA PUÒ VENIRE IN AIUTO.
Nel corso delle mie ricerche sulla monetazione piombinese, ne ho verificato la presenza in raccolte pubbliche e private (per lo meno in quelle a me note) e nei listini d’asta. Devo sottolineare, a questo proposito, che se si escludono quelli, non frequentissimi, in cui sono presenti monete piombinesi in rame o mistura e grossi in argento di Jacopo VII Appiani, ne ho trovati solo tre con la presenza di monete in oro o argento coniate dai due Ludovisi.
Un primo catalogo, oggetto di questa nota, poneva in vendita, tra le altre, un rarissimo zecchino di G.B. Ludovisi; un secondo catalogo, del 1960, offriva una doppia – altrettanto rara – sempre di Giovan Battista Ludovisi ed un terzo, un mezzo giulio di Niccolò.
Il listino del 1902 (fig. 1) è sicuramente il più interessante. Infatti, oltre a presentare diverse monete piombinesi, contiene alcune stranezze che hanno stimolato immediatamente la mia attenzione.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.297 – Luglio/Agosto 2014
CI SONO LIBRI DI NUMISMATICA CHE SONO IL RITRATTO DI UN’EPOCA. VI PRESENTIAMO UNA PICCOLA PUBBLICAZIONE CHE RAPPRESENTA IL COME ERAVAMO DEGLI ANNI VENTI DEL NOVECENTO.
di Antonio Pesaresi
Una proposta oggi impossibile
Come cambiano i tempi! Mi è venuto da pensare così sfogliando l’Annuario italiano per i numismatici e raccoglitori di monete e medaglie pubblicato da Memmo Cagiati nel 1926.
Questo Annuario, secondo le parole del suo curatore, era destinato ad informare i varii lettori del movimento degli studii, delle iniziative più importanti e dei risultati delle istituzioni scientifiche, dei congressi, dei dibattiti, delle questioni, che più appassionano o che più urga di risolvere. Sarebbero tante le notizie interessanti per i lettori degli anni Duemila, per esempio, le critiche all’aspetto artistico della nuova moneta da 100 lire emessa per celebrare la vittoria nella Grande Guerra. Quello che invece mi preme sottolineare e ricordare ai lettori è l’elenco dei raccoglitori italiani. Stupisce in effetti che un tempo il mondo fosse così diverso e che il modo stesso di vivere la collezione ed il collezionismo fossero quasi agli antipodi dei nostri. Il Cagiati infatti, come del resto avevano già fatto i fratelli Gnecchi nella loro Guida Numismatica Universale, riportò gli indirizzi di centinaia di raccoglitori e l’oggetto e la consistenza delle loro raccolte! Chi mai oggi farebbe pubblicare il proprio indirizzo insieme a ciò che si possiede?
La collezione Aurora
70 rarissime monete d’oro romane sono state vendute insieme a monete antiche e moderne a New York per un totale di 2.661.141 dollari mercoledì 8 gennaio nella XXXII New York Sale tenuta da Baldwin’s, in collaborazione con Dmitry Markov e M & M Numismatics.
Paul Hill, specialista di monete antiche di Baldwin’s ha dichiarato: “I risultati eccezionali della collezione Aurora dimostrano la forza crescente del mercato di monete di alta qualità e delle monete romane d’oro rare. La serata ha visto la partecipazione vivace di una sala d’aste gremita di commercianti e collezionisti internazionali. La casa d’asta Baldwin’s é orgogliosa di aver iniziato il nuovo anno con questo successo dell’asta all’International Numismatic Convention di New York ‘.
Scarica il comunicato stampa completo (in inglese), le aggiudicazioni dell’asta XXXII e dell’asta XXXIII o guarda la collezione Aurora di monete romane d’oro a partire da questa pagina.
Nelle sale dello Spazio San Pancrazio a Cagliari é aperta fino al prossimo 26 gennaio la mostra Monete come oggetti d’arte. Cultura e identità nazionale in Sardegna in epoca sabauda, organizzata dall’Associazione Numismatici Italiani Professionisti in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, la Soprintendenza B.A.P.S.A.E. per le Province di Cagliari e Oristano e la Pinacoteca Nazionale di Cagliari.
L’esposizione ha avuto, come fulcro, la parte più rilevante della collezione numismatica della contessina Margherita Nugent (1891-1954), iniziata alla fine dell’800 dal padre, il conte Laval Nugent, marito della baronessa Carolina Steininger. L’intenzione dei conti Nugent era, fin dagli inizi, quella di ripercorrere la storia di Casa Savoia raccogliendo esemplari di monete emessi dagli appartenenti al ramo principale della nobile famiglia e da quelli dei rami collaterali di Acaia, di Vaud e del Genovese, legati ai Savoia da stretti vincoli di parentela. Venne privilegiata soprattutto l’acquisizione di monete dei secoli XII-XVII, pur essendo ben rappresentato tutto il percorso storico numismatico della casata.
Il materiale presentato in mostra traccia la storia della dinastia Sabauda a partire dal Conte Umberto II, detto “il Rinforzato” (1080-1103), per giungere a Vittorio Emanuele III re d’Italia (1900-1946). Quella del re numismatico, fervido appassionato e collezionista di monete egli stesso, fu un’epoca d’oro per la numismatica italiana, attorno alla quale si raccolse un nutrito gruppo di studiosi e collezionisti di monete spesso appartenenti alla nobiltà italiana, oltre che di commercianti professionisti, già attivi dall’inizio del secolo; ciò pose le basi per lo sviluppo di un collezionismo di alto livello. Con il suo contributo, infatti, il sovrano favorì le ricerche e gli studi nel settore, con la conseguente nascita di importanti collezioni appartenenti alla nobiltà e alla borghesia italiana che, per spirito di emulazione o per propiziarsi la benevolenza del re numismatico, diedero vita a proprie raccolte.