IPOTESI SUI LORO “BUONI DI PRELEVAMENTO MERCI” IN CORONE E IN LIRE
“Poi che la cooperazione tra ricchi e poveri non è possibile, perché non creare la cooperazione tra i poveri?”
Con questa premessa, il 12 agosto 1900, a Pola, una maestra , Giuseppina Martinuzzi, illustra la sua proposta che si basa sull’esempio del’ “Unione Cooperativa di Milano” e del’ “Alleanza Cooperativa Torinese” sorte rispettivamente nel 1896 e nel 1899.
di Gianni Graziosi – anteprima da Panorama Numismatico nr.259/Febbraio 2011
STORIA E CRONISTORIA DELLA BANCONOTA DA 1.000 LIRE EMESSA DALLA BANCA D’ITALIA. QUESTO BIGLIETTO È RIMASTO IN CIRCOLAZIONE PER OLTRE UN SECOLO E, NELLA SCALA DEI TAGLI, HA RAPPRESENTATO IL VALORE MASSIMO ED È USCITO DI SCENA COME TAGLIO MINIMO. LA SVALUTAZIONE DELLA LIRA HA INFINE PORTATO ALLA CONIAZIONE DI MONETE DI PARI VALORE.
“Se potessi avere mille lire al mese …” questo è il celebre ritornello della canzone scritta, nel 1938, da Carlo Innocenzi e Alessandro Soprani per il film (fig. 1) Mille lire al mese del regista austriaco Max Neufeld, con gli attori Alida Valli, Umberto Melnati e Renato Cialante. Il film è stato del tutto dimenticato mentre la canzone, al contrario, è ricordata e troppo spesso viene citata come parametro utile a definire il valore reale del denaro alla vigilia della seconda guerra mondiale. Secondo una generica interpretazione, mille lire al mese indicavano la soglia della ricchezza, ma ciò non è assolutamente vero. Già gli autori della canzone precisavano quali potevano essere le ambizioni di chi guadagnava mille lire al mese “… senza esagerare, sarei certo di trovare tutta la felicità! Un modesto impiego, io non ho pretese, voglio lavorare per poter alfin trovare tutta la tranquillità! Una casettina in periferia, una mogliettina giovane e carina, tale e quale come te. Se potessi avere mille lire al mese …”. Il sogno dell’impiegato.

Bozzetto originale della personificazione di Roma elmata e con Vittoriola utilizzato per l'effigie al dritto del nuovo 100 lire
di Stefano Di Virgilio – da Panorama Numismatico 111/settembre 1997
La propaganda di stato
L’ascesa al potere del “movimento” fascista, le giustificazioni di quasi tutti i successivi provvedimenti del governo Mussolini, i proponimenti e i risultati conseguiti vennero sempre sostenuti da una fortissima componente propagandistica.
Il Partito Nazionale Fascista e il governo del cosiddetto ventennio sfruttarono più di ogni altro il potere dell’immagine e del messaggio attraverso tutte le forme di propaganda visiva e sonora allora possibili.