Il danaro è da millenni indispensabile per tutte le attività economiche e i tentativi di farne a meno si sono risolti in tragedia. Nelle comuni popolari di Mao Tsedong le banconote, soppiantate dai buoni merce, inevitabilmente risorgono e oggi in Cina a nessuno salta in mente di abolire il danaro. Il sanguinoso esperimento anticapitalista di Pol Pot.
di Corrado Marino
Dalle teorie dei primi filosofi socialisti ai tragici regimi di Mao e Pol Pot
La moneta, come si legge nei manuali di storia economica, intesa come mezzo di pagamento, forma di risparmio e misura del valore delle cose e del lavoro, nacque presumibilmente verso la fine del II millennio a.C. Per questi scopi i nostri antenati usarono barrette metalliche, pelli di animali, conchiglie, sale e altro ancora, tutte cose in grado di non deteriorarsi facilmente e di essere conservate per un tempo più o meno lungo. Quelle che noi conosciamo come “monete”, cioè tondini di metallo, primo tra tutti l’oro, con simboli o figure, ebbero la loro origine verso la fine del VII secolo a.C. sulle coste occidentali dell’Asia Minore dove i greci avevano creato delle colonie1 che commerciavano attivamente con le polis della madrepatria, con i Fenici e lungo tutte le coste del Mediterraneo, e già nel V sec. a.C. grandi maestri della scultura quali Cimmone ed Eveneto crearono coniazioni di insuperata bellezza, che compaiono oggi nei musei e nelle collezioni di pochi fortunati.
Scarica l’articolo completo in formato PDF Si può bandire la moneta?, articolo tratto da Panorama Numismatico nr.338, aprile 2018
QUELLA DEGLI “UOMINI ILLUSTRI” FU UNA EMISSIONE PARTICOLARMENTE INNOVATIVA SIA PER LO STILE ICONOGRAFICO CHE PER LE TECNICHE CON CUI VENNE REALIZZATA
Agli albori del XX secolo l’attività economica del Mezzogiorno d’Italia registra una significativa impennata la quale, come è stato acutamente osservato da eminenti studiosi, consegue ad una più intensa industrializzazione, nonché ad un tasso di sviluppo così elevato da toccare livelli mai raggiunti in precedenza.
A tale quadro macroeconomico si aggiungono alcune decisioni di politica creditizia da parte del Banco di Napoli: nella specie, si registrò un incremento nella apertura di nuove succursali dell’Istituto, con una più intensa partecipazione alla vita economia e sociale del paese e tale svolta nella liquidità monetaria determinò una maggiore circolazione ed un più rapido consumo dei biglietti emessi. Infatti, come insegna la teoria quantitativa, la velocità di circolazione della moneta è data dal rapporto tra volume delle transazioni e quantità di moneta in circolazione moltiplicata per il livello del prezzi (V= T/M x P) e, poiché un aumento del livello del reddito e della crescita economica influenza i valori di T e di P, a parità del valore M di quantità di moneta in circolazione, ciò determina un inevitabile incremento della velocità di circolazione V ed un più rapido logorio dei biglietti.
Scarica l’articolo completo UOMINI ILLUSTRI DEL BANCO DI NAPOLI tratto da Panorama Numismatico nr.335, gennaio 2018
A quanti di noi sarà capitato almeno una volta, all’atto di un pagamento presso un esercizio commerciale, oppure presso un ufficio postale o bancario che la nostra preziosa banconota venisse rifiutata per sospetto di falsità. In quel momento avremo sentito almeno per un attimo il nostro cuore battere a mille dopodiché il nostro stato d’animo sarà stato attraversato da tre diverse fasi emotive: la prima sensazione sarà stata di imbarazzo verso colui che ce l’ha rifiutata, la seconda di curiosità, dove mai questo biglietto ci avrà ingannato? E dopo aver accertato che poi non era così difficile capire che era contraffatto attraverso il controllo di filigrane, colori ed esami comparati con un biglietto autentico, non ci rimarrà che una grande delusione nel constatare di aver ormai completamente perso il nostro denaro.
Segue: articolo completo I falsi e la loro valenza numismatica in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr.116/febbraio 1997. Articolo richiesto da una nostra lettrice, tramite il modulo Richiesta articoli arretrati.
IN VISTA DELLA RIFORMA MONETARIA, LA BANCA D’ITALIA INIZIÒ AD IMPEGNARE I PROPRI TECNICI E ARTISTI NELLA PROGETTAZIONE DELLE NUOVE BANCONOTE, IDEANDO SOLUZIONI PARTICOLARMENTE INNOVATIVE.
L’idea, da parte dello Stato italiano, di recuperare prestigio economico e politico da una riforma del “modulo monetario” nasce da lontano e acquista spessore teorico fin dai tempi della liberazione Alleata negli anni conclusivi del Secondo conflitto mondiale. In quella circostanza il paventato cambio della moneta si proponeva obiettivi ambiziosi e di giustizia sociale: dal blocco dei biglietti esportati all’estero a seguito di attività speculative e frodatorie, alla riduzione di almeno un terzo della base monetaria in funzione antiinflazionistica; dal censimento nominativo della ricchezza mobiliare (all’atto del cambio della valuta), al realizzarsi di una forma di imposizione fiscale diretta e più equa che servisse da volano per i primi investimenti pubblici nella ricostruzione.
Segue: articolo completo in formato pdf La lira pesante tratto da Panorama Numismatico nr.329, giugno 2017
I falsi gulden e rubli di Napoleone
La falsificazione nella cartamoneta è vecchia quanto lo è la sua storia. I primi biglietti cinesi recavano impresse le terribili minacce della legge del Gran Khan, rivolte a chi avesse tentato di falsificarli (probabilmente perché qualcuno c’era già riuscito): i daler di Johan Palmstruch, le prime banconote europee, vennero falsificati dopo poco tempo dalla loro emissione, nonostante fossero dotati di ben dieci firme manoscritte e sigilli in ceralacca.
Scarica articolo completo Sulla falsificazione della cartamoneta a scopo politico tratto da Panorama Numismatico nr.109/giugno 1997. Articolo richiesto da una nostra lettrice.