La notizia di un furto incredibile ha fatto il giro del mondo. Dal museo Bode di Berlino, nella notte tra domenica e lunedì (26-27 marzo), è stata rubata una moneta da un milione di dollari canadesi denominata Big Maple Leaf. Il museo, sito sull’isola dei Musei (parte settentrionale dell’isola nel fiume Sprea), accoglie una delle collezioni più grandi al mondo di monete e medaglie con oltre 540.000 articoli numismatici (Münzkaminett). I numeri sono da capogiro: 102.000 pezzi greci, 50.000 monete romane, 103.000 monete tra medievali e pezzi mondiali moderni, 95.000 banconote, 19.000 notgeld in metallo ed altro ancora. Naturalmente nella ricchissima collezione sono presenti pezzi unici o estremamente rari come, solo per fare qualche esempio, il decadracma per la battaglia di Salamina, alcuni medaglioni di Aboukir come quello con il busto frontale con corazza di Alessandro Magno o quello con la sua testa volta a sinistra, oppure con il busto dell’imperatore Caracalla di tre quarti. La moneta trafugata, in mostra presso la Münzkaminett dal dicembre 2010, era inserita nel percorso dedicato alla storia della monetazione, dall’antichità ai nostri giorni. Il pezzo, in oro purissimo, con un diametro di 53 centimetri e uno spessore di 3, pesa 100 chilogrammi e ha un valore nominale di un milione di dollari canadesi. L’aureo conio è stato emesso, in quantità limitata (cinque esemplari fino ora), dalla Royal Canadian Mint il 3 maggio 2007.
Segue: articolo completo in formato pdf FURTO DA GUINNESS DEI PRIMATI tratto da Panorama Numismatico nr.329, giugno 2017
Attualmente le nanotecnologie sono uno dei più fecondi campi della ricerca scientifica e industriale; oggi molte aziende basano i loro affari su queste tecnologie innovative e molti prodotti, solo pochi anni fa, non erano neppure immaginabili. Quello che può essere considerato l’inizio della nanotecnologia è il discorso pronunciato il 29 dicembre del 1959, in occasione di un evento dell’American Physical Society, dal fisico americano Richard Feynman (premio nobel per la fisica nel 1965). Il testo, intitolato There is Plenty of Room at the Botton (C’è un sacco di spazio giù in fondo), illustrava la possibilità di scrivere l’intera Enciclopedia Britannica sulla capocchia di uno spillo usando strumenti o macchine di dimensioni atomiche.