di Giuseppe Carucci
QUANDO UNA MONETA HA SUCCESSO SUL MERCATO E’ MOLTO PROBABILE CHE VENGA IMITATA IN ALTRI STATI CHE NE ADOTTANO ANCHE IL NOME. COSI’ POSSIAMO TROVARE IL TERMINE GROSSO PERSINO NELLA MONETAZIONE DELLA LONTANA RUSSIA.
Il termine grosso deriva dal latino grossus, cioè grande. Nella circolazione monetaria dell’Europa occidentale esso comparve nel periodo di dissoluzione del denario medioevale d’argento, quando in sostituzione di esso comparvero monete di maggiori dimensioni che presero il nome di grossi.
Monete con il nome di denaro grosso comparvero in Italia verso la fine del XII secolo. Ad esempio a Genova nel 1172 si coniarono grossi del peso di 1,46 grammi. Stessa cosa successe a Milano, Firenze, Venezia dove si iniziò a coniare, probabilmente a partire dal 1202, il famoso grosso matapan durante il dogato di Enrico Dandolo (1192-1205), del peso di 2,178 grammi e avente un titolo d’argento molto alto, ben 965 millesimi (fig. 1). Tra l’altro il 1202 segna l’inizio della prima Crociata.
di Lorenzo Bellesia
NELL’ITALIA DEL CINQUE E SEICENTO GLI ZECCHIERI SI SPOSTAVANO DA UNA CITTA’ ALL’ALTRA, COSI’ E’ POSSIBILE TROVARE EMISSIONI RIFERIBILI A UN SOLO ZECCHIERE MA DI SIGNORI DIVERSI.
Mi sono state segnalate due interessanti monete che, curiosamente, pur essendo di zecche diverse, sono state battute dallo stesso zecchiere, l’ebreo Joseffo Teseo.
di Achille Giuliani
La vitalità storiografica e letteraria della zecca aquilana e una finestra sulle vicende sociali e araldiche della città che ha permesso di riaprire l’interpretazione allegorica di un rarissimo bolognino di re ladislao, dimenticato dagli studiosi di numismatica e creduto unico.
In una delle mie prime letture sull’oreficeria aquilana nella tarda età di Mezzo rimasi sgomento nel seguire lo stizzito botta e risposta, mostrato ai primi del Novecento dalla Rivista Abruzzese di Scienze, Lettere ed Arti, tra due cultori di storia dell’arte, Vincenzo Balzano e Pietro Piccirilli, scettici, l’un con l’altro, delle personali intuizioni legate al momento storico in cui la scuola d’oreficeria poté fiorire nella città dell’Aquila. Un sorta di duello, a colpi di sommarie attribuzioni d’opera e di prove documentali, che piace riproporre con due passi tratti dalle lettere spedite, con risentimento, all’attenzione del direttore di quella pregevole e, da tempo, soppressa rivista.
(Dicembre 1906, scrive Piccirilli): «Tanto dibattito fa proprio piacere, perché si ha a che fare con persone cortesi e colte e non con i così detti arrivisti i quali, a costo di rompersi il collo, si buttano a corpo perduto pur d’arrivare a far conoscere al lettore il vario loro sapere. Francamente, poi, ti confesso che non saranno sudori sprecati, perché, in fin dei conti, qualche cosa di utile se ne ricava».
(Febbraio 1907, scrive Balzano): «Bisogna esser persuasi di non tenere la storia d’un’arte d’un paese, d’una regione, se prima non siano esaminate con quella precisa intenzione le memorie, le cronache, le leggi, gli statuti, le lettere, le carte de’ privati e dei pubblici archivi, che ci rimangono, i segni di vita di quell’arte nella popolazione da cui fu ab antico praticata».
Articolo completo in pdf: Giuliani L’Universitas aquilana tratto da Panorama Numismatico nn. 277-278, ottobre-novembre 2012
di Gionata Barbieri – da Panorama Numismatico nr.255 / Ottobre 2010
LA ZECCA AQUILANA IN QUESTI ULTIMI TEMPI E’ STATA OGGETTO DI NUOVI STUDI. ORA VIENE PUBBLICATO UN BOLOGNINO CHE SI DISTINGUE IN PARTICOLARE PER UN’AQUILA INTORNO ALLA QUALE SONO DISPOSTE A CROCE LE LETTERE A Q L A.
L’esistenza di una cospicua varietà di bolognini coniati nella zecca aquilana è qualcosa di cui siamo ben a conoscenza grazie alla letteratura passata ma anche a quella di più recente pubblicazione (cfr. bibliografia); ad essi vengo ad aggiungere il tipo inedito trattato in questo studio. Come avrò modo di discorrere tra breve, la descrizione della moneta suddetta risulterà particolarmente utile anche per chiarire alcune vicende legate alla storia dell’iconografia monetale de L’Aquila, fungendo, senza mezzi termini, da pietra miliare.