Recentemente una curiosa notizia ha attratto la mia attenzione di numismatico impenitente. I fatti risalgono al maggio 2015 quando una ragazza si recò in un negozio di Reggio Emilia per comprare un iPhone. Al momento di pagare utilizzò dieci banconote da 20 euro che insospettirono il negoziante. Chiamata la polizia la ragazza venne denunciata per spaccio di banconote false. Niente di nuovo sotto il sole ma la novità riguarda la notizia apparsa recentemente (marzo 2017). Visto che le banconote erano falsificate in modo decisamente maldestro, tra l’altro avevano tutte lo stesso numero di serie, il difensore e il pubblico ministero hanno chiesto l’assoluzione. Il giudice è stato dello stesso parere quindi l’imputata è stata assolta perché l’approssimazione della contraffazione escludeva la responsabilità penale di chi spende le banconote. La cassazione ha infatti stabilito, con sentenza 23 agosto 2012 n. 33214 (Cass. Pen. Sez. V), che « …il falso grossolano non punibile è soltanto quello facilmente riconoscibile ictus oculi anche da persone del tutto sprovvedute, mentre non è tale quello che richiede una certa attenzione per il riconoscimento della falsificazione…» In poche parole, una falsificazione grossolana esclude la responsabilità penale di chi diffonde le banconote. Se una persona è talmente ingenua da accettare cartamoneta palesemente falsa sono fatti suoi.
Segue articolo completo Banconote troppo false in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.328 – Maggio 2017
Nel volume di Stefano Poddi Soldi di carta, si avvicendano storie appassionanti sul denaro e, in particolare, sul rapporto tra uomo e moneta.
Come scrive il Professor Guido Crapanzano nella Prefazione al libro, «il giudizio sul denaro varia a seconda del periodo storico e di chi lo esprime: dal denaro ritenuto “…lo sterco del diavolo” dalla Scolastica medioevale, passando per il “…pecunia non olet” di Tito Flavio Vespasiano, fino a “…il denaro è come il letame che non serve se non è sparso” di Francesco Bacone.
Il denaro è uno strumento, quindi non può avere valenze in sé, ne ha invece il modo nel quale è utilizzato, spesso il giudizio su questo diventa il giudizio sul denaro stesso.
Ormai da tanti anni Fabio Gigante ha affiancato al suo catalogo di monete italiane quello della cartamoneta, affidandone la redazione e la puntuale revisione a due specialisti del settore, Franco Gavello e Claudio Bugani. Siamo così giunti alla 13a edizione e questo nuovo traguardo testimonia il successo editoriale riscontrato presso i collezionisti e gli operatori del settore.
Numerose, come sempre, le novità che quest’anno non riguardano solo le valutazioni o qualche ritocco. Rispetto alle edizioni precedenti sono stati addirittura aggiunti sette capitoli, pari a ben 60 pagine.
Sul finire del 1918 i bolscevichi tedeschi tentarono invano di prendere il potere. Migliaia di città, anche assai piccole, emisero graziosi biglietti di necessità per far fronte alla mancanza di moneta divisionale. Una collezione piacevole e interessante alla portata di tutti. Una sola emissione, assai rara, da parte degli insorti comunisti nella cittadina di Ebstorf, vicino ad Amburgo, dove era iniziata la rivolta dei marinai.
La Germania tra la fine della prima guerra mondiale e l’inizio della grande inflazione, durante la repubblica di Weimar, fu invasa da un fiume di emissioni cartacee locali che rappresenta una delle pagine più curiose della storia monetaria, almeno recente. Non solo le grandi città ma, praticamente, tutti i villaggi, anche di poche migliaia di abitanti, stamparono moneta cartacea. Il motivo iniziale fu la mancanza di metallo, inghiottito dalle crescenti necessità belliche. Il blocco navale imposto dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti aveva di fatto impedito i rifornimenti di materie prime alla Germania del Kaiser; ringhiere, cancelli, posate e ogni altro tipo di metallo, compreso, quello per battere moneta, era stato sacrificato alla macchina bellica. Faceva eccezione l’argento, che non serviva a scopi militari, per cui fino alla fine della guerra fu utilizzato per coniare i divisionali da 50 pfennig. Il ricorso alla moneta di necessità fu poi reso indispensabile quando i prezzi cominciarono a salire e il potere di acquisto dei pezzi da 1 marco o di ½ marco si ridusse sempre di più.
Scarica l’articolo completo in formato pdf, tratto da Panorama Numismatico nr.317, maggio 2016
Tre emissioni per ricordare grandi campioni dello sport
Un golfista, un calciatore e un podista sulle banconote di Scozia, Irlanda del nord e Finlandia, scelta inusuale ma popolare. E se l’avesse fatto anche la Banca d’Italia?
Le banconote sono per un paese non solo un mezzo di pagamento, ma anche il modo per mettere in risalto le proprie bellezze artistiche e naturali, e per celebrare i grandi personaggi che gli hanno dato fama e lustro. Così era naturalmente per l’Italia prima dell’euro, infatti a partire dalla nascita della Repubblica la Banca d’Italia ha dedicato banconote a 16 personaggi tra scienziati, musicisti, pittori ecc. Si tratta di una galleria di persone illustri di cui solo due vissute anche nel 20° secolo1: Guglielmo Marconi e Maria Montessori (unica donna del gruppo), oltre a Giuseppe Verdi morto nel 1901. Crediamo che a nessuno della Banca d’Italia sia mai venuto in mente di dedicare una banconota ad un grande dello sport, eppure proviamo ad immaginare quanto sarebbe stato popolare un biglietto per Dorando Petri, Silvio Piola, Giuseppe Meazza e Vittorio Pozzo, Fausto Coppi e Gino Bartali che si passano la borraccia sulle strade del Tour, i fratelli Piero e Raimondo d’Inzeo. E se poi si fosse per una volta fatta eccezione alla regola di non effigiare personaggi viventi, perché non celebrare con una banconota Livio Berruti, che taglia vittorioso il traguardo dei 200 metri alle Olimpiadi di Roma del ‘60, accompagnato da un volo di colombi. Un’immagine tra le più belle di tutto il nostro sport, indimenticabile per chi, come noi, la vide in diretta televisiva.
Scarica l’articolo completo Jack Nicklaus, George Best e Paavo Nurmi sulla cartamoneta tratto da Panorama Numismatico nr.312 – Dicembre 2015