Prosegue davvero senza sosta la pubblicazione della serie Monete Italiane Regionali (MIR), concepita da Alberto Varesi per mettere a disposizione dei collezionisti e degli operatori professionali agili manuali di consultazione e classificazione riguardanti le monete italiane.
Concepita all’inizio quasi come semplice riedizione del Corpus Nummorum Italicorum ricalcandone anche l’ordinamento su base regionale, l’opera si è andata via via affinando e ingrandendo, attirando l’attenzione non solo di un vasto pubblico ma anche di nuovi collaboratori specializzati nelle diverse zecche. Come noto, la base del successo del MIR è dovuta essenzialmente alla praticità d’uso e all’indicazione di una base valutativa per ciascuna moneta. Basta sfogliare i cataloghi d’asta degli ultimi anni per notare quanto questi cataloghi siano sempre più citati e utilizzati come parametro di confronto. Il successo editoriale ha perfino portato alla ristampa di ben due volumi: quello sulle zecche minori lombarde e quello sull’Emilia Romagna. Chi conosce quanto scarsa sia la diffusione dei libri di numismatica intende bene quanto sia indice di successo la ristampa di uno di questi!
A fine aprile, e più precisamente il giorno 30, la Numismatica Varesi terrà la sua 62a asta di monete e medaglie.
La location, dall’asta di novembre, è la splendida Villa Botta Adorno, a pochissima distanza dal centro di Pavia ed a soli 3 chilometri dal casello autostradale della Milano-Genova.
L’asta è presentata attraverso due distinti cataloghi.
Il primo, di formato grande, copertina bianca, contiene monete greche, romane, bizantine, italiane dal medioevo ai giorni nostri, estere, medaglie e lotti multipli. Interessante collezione di monete di Pavia in argento e mistura, da Carlo Magno a Francesco I Sforza, Diverse monte papali, un nustrito gruppo di aurei sabaudi del XIX secolo e, in finale di catalogo una raccolta composta poco meno di un centinaio di “marenghi” in oro con diverse significative rarità.
Negli ultimi anni la monetazione medievale italiana è stata attentamente studiata e forse non c’è settore che non possa vantare significativi passi in avanti. Un altro fondamentale contributo è questo di Giorgio Fusconi, esperto collezionista e studioso, già coautore, insieme a Crocicchio, del volume sulla zecca di Piacenza uscito qualche anno fa. L’argomento per di più è di estremo interesse perché riguarda la serie pontificia, uno dei settori più seguiti della monetazione italiana.
Il libro affronta, infatti, la produzione altomedievale dei pontefici romani, cioè i denari cosiddetti antiquiores, così chiamati nel Settecento ad indicare le monete più antiche tra quelle papali. Questa produzione inizia da Adriano I pontefice, a partire dal 772 (ma l’autore affronta, nella sua introduzione, anche il problema della monetazione precedente di impostazione bizantina riferibile ai pontefici Gregorio III e Zaccaria) per arrivare fin quasi all’anno Mille. Iniziato il nuovo millennio, infatti, la zecca di Roma si prenderà una lunghissima pausa durata oltre due secoli. Per questo motivo gli antiquiores possono essere studiati in modo a sé stante, quasi come fosse un gruppo omogeneo ed isolato rispetto a tutto il resto della produzione pontificia.
Si è detto che l’argomento è di estremo interesse, che necessitava da tempo di un’opera moderna ed aggiornata poiché l’unica monografia specifica sull’argomento era ancora quella di Domenico Promis, Monete dei romani pontefici avanti il Mille, pubblicata nel 1858. Questa monetazione inizia in un periodo assai complesso ed oscuro della storia italiana, quando il papato ancora non si era affermato e le ingerenze degli imperatori carolingi erano molto forti. Queste ingerenze e queste relazioni sono evidenti nelle stesse monete, dove al nome del pontefice da un lato viene contrapposto il nome dell’imperatore dall’altro.
Nel ricco panorama delle aste autunnali merita un approfondimento la 61a vendita della Numismatica Varesi che si terrà il 22 novembre 2012 nella nuova sede, la settecentesca Villa Botta Adorno, a pochi chilometri da Pavia.
La vendita si presenta un’occasione speciale anzitutto per il contenuto di monete italiane, davvero di elevato livello. I lotti che verranno esitati saranno 990, a partire dai quaranta esemplari di varie provenienze, tra i quali compare un gruppo di monete modenesi proveniente da una raccolta di antiche origini, pezzi di notevole pregio come lo scudo d’oro di Alfonso II d’Este (lotto 13), la splendida doppia di Francesco I (lotto 14) e un eccezionale doppio ducatone del medesimo regnante (lotto 16). Tra le monete papali si può trovare, invece, un eccellente doppio carlino di Clemente VII, opera di Benvenuto Cellini (lotto 30) e una notevole serie bolognese di Pio VI composta da 4 aurei (lotti 33, 34, 35 e 36).
Il resto del catalogo è formato da tre distinte collezioni: una di monete e medaglie del sud Italia composta da circa ottanta esemplari di buona qualità dove spiccano alcuni pezzi pregiati come il sesquiducato d’oro di Alfonso I d’Aragona (lotto 58) o il ducato, anch’esso in oro, di Alfonso II d’Aragona (lotto 63) mentre tra le medaglie, di certa rilevanza sono quella di Murat del 1809 per la distribuzione delle bandiere alle legioni provinciali (argento, lotto 178) e quella ben più grande e rara di Francesco I del 1825 commemorante la sua assunzione al trono (argento, lotto 188)
Merita una menzione particolare la collezione del Cavalier Felice Di Loreto, composta da circa 140 monete d’argento italiane di varie epoche e zecche. Le splendide patine, a volte cariche, a volte iridescenti, ma sempre affascinanti, testimoniano dell’antichità della collezione. Il grosso da 6 denari di Bergamo (lotto 247, SPL), il testone di Cosimo I de’ Medici per Firenze (lotto 249, SPL) o la rappresentazione del Battesimo di Gesù sulle piastre fiorentine (lotti 253, 254 e 255) sono solo alcuni dei pezzi eccelsi di questa raccolta.
Per la nona edizione dei Premi Internazionali di Vicenza Numismatica, Salone della Numismatica, Medaglistica e Cartamoneta di Fiera di Vicenza, la commissione l’11 luglio scorso ha reso noti i vincitori selezionati tra le quarantadue monete partecipanti.
Il primo Premio Internazionale è stato assegnato a The Holy Land Mint (Israele), con la moneta intitolata “Ginnastica”, di cui è autore David Harel, per l’elegante sintesi tra la figura stilizzata della ginnasta e il suo nastro che forma la stella di David. Il secondo premio è andato all’IPZS Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (Italia) con la moneta “500° Anniversario della nascita di Giorgio Vasari”, di Maria Carmela Colaneri e una menzione speciale ha ottenuto il Kazakhstan Mint of National Bank of The Republic Of Kazakhstan per la moneta “Il primo cosmonauta” di Akhverdian A. Bassenov.
Il Premio Internazionale Vicenza Palladio è stato vinto da Bank of Latvia (Lettonia) con la moneta “La cattedrale di Riga” di cui sono autori Kristaps Gelzis (designer) e Ligita Franckevica (modellista). Il secondo premio è stato assegnato a National Bank Of The Republic Of Belarus (Bielorussia) con la moneta “Festival Internazionale di arti Slavianski Bazaar in Vitebsk” di Svetlana Nekrasova, mentre la menzione speciale è andata a The Singapore Mint (Singapore) con la moneta “Teatro Dom Pedro V”. Infine, il riconoscimento che Vicenza Numismatica conferisce annualmente “alla carriera”, quest’anno è stato attribuito all’inglese Ian Rank-Broadley, vincitore nel 1997 del concorso indetto dalla Royal Mint per la nuova effigie ufficiale, ancora oggi in uso, della regina Elisabetta impressa su tutte le monete britanniche di circolazione e su parte di quelle dei paesi del Commonwealth.