A Massa un gradito ritorno
La quarantesima edizione delle Giornate Filateliche e Numismatiche Massesi che si terranno, come tradizione, a Ronchi, sabato 11 e domenica 12 ottobre 2014, vedranno un gradito ritorno. Il Consiglio direttivo del Circolo Massese ha infatti deciso di riprendere, dopo anni di silenzio, la tradizione di dare alle stampe un notiziario filatelico-numismatico.
I Quaderni del Circolo Filatelico e Numismatico Massese-Nuova Serie verranno distribuiti nei locali del Convegno. L’occasione è dulplice, dato che in concomitanza si terranno le celebrazioni per il 350° anniversario dell’elevazione di Massa in Ducato e di Carrara in Principato (1664-2014), in onore dei quali verranno realizzati uno speciale annullo filatelico e una cartolina ispirati alla bella e rara medaglia di Alberico II Cybo Malaspina.
di Pier Alessandro Boni
LO STUDIO DI ALCUNI QUATTRINI FATTI CONIARE DAL MARCHESE ALBERICO I CYBO SUI QUALI COMPAIONO ISCRIZIONI FINORA MAI RESE NOTE.
Fino all’asta Artemide XXXV dell’11 luglio 2012, seguendo il completo libro di Lorenzo Bellesia, Le monete di Massa di Lunigiana pubblicato nel 2008, le coniazioni battute dal marchese Alberico I Cybo Malaspina, successivamente elevato al rango di principe, erano prese in esame solo per tre periodi e tre diverse iscrizioni, le prime due con il titolo di marchese III mentre il terzo era con il titolo di principe I e più esattamente:
TENTATIVO DI ELENCO DELLE MONETE DA 8 BOLOGNINI DI ALBERICO II CYBO MALASPINA
Appassionato collezionista di monete massesi e già autore di diversi articoli sull’argomento, alcuni dei quali pubblicati in questa rivista, con questo libro stampato privatamente in numero limitato di copie, Gianluigi Esposito ha voluto mettere ordine, formandone un dettagliatissimo catalogo, nelle monete chiamate luigini coniate a nome di Alberico II Malaspina con date che vanno dal 1662 al 1666.
Come noto, poco dopo la metà degli anni Cinquanta del Seicento in Oriente cominciò ad essere molto apprezzata una moneta d’argento di origine francese, soprattutto perché era ben coniata al torchio. Poiché sui mercati levantini questa moneta era sopravvalutata rispetto al suo reale valore, i mercanti ne esportarono enormi quantità, anzi arrivarono a farne coniare appositamente presso alcuni piccoli stati italiani vicini alle coste liguri e toscane. Questi stati erano la base ideale per tale produzione: prima di tutto i loro principi avevano il diritto di battere moneta, inoltre la loro vicinanza alla costa permetteva un sicuro e rapido imbarco verso l’Oriente. Sul fenomeno di queste monete, chiamate luigini, è stato scritto molto. Qui basterà dire che tra le zecche coinvolte nella loro produzione ci fu anche quella di Massa il cui signore, il principe Alberico II Cybo Malaspina, diede il proprio benestare ad alcuni mercanti francesi per riaprire la sua zecca. Fu perciò battuta una grande quantità di monete, cui fu dato il valore nominale di 8 bolognini, con al diritto il ritratto del principe stesso ed al rovescio, in un primo momento, l’impresa del pavone e in seguito lo stemma della famiglia Cybo Malaspina.