Negli ultimi anni la zecca di Firenze è stata oggetto di numerosi studi. In particolare il periodo mediceo è stato scandagliato anche dal punto di vista archivistico. Ricordiamo il lavoro generale di Alessio Montagano inserito nella collana MIR (Monete Italiane Regionali) di Alberto Varesi, quindi i volumi di Andrea Pucci sui singoli granduchi e sul periodo lorenese. Sui francesconi di Pietro Leopoldo e su singole monete inedite o rarissime del periodo antecedente ha scritto anche Wilder Pellegrini. Inoltre, sono in corso di pubblicazione, nella collana del «Bollettino di Numismatica», sempre ad opera di Andrea Pucci, le monete della Collezione Reale depositate presso il Museo Nazionale Romano.
A questa corposa produzione, a dimostrazione che in numismatica non si può mai mettere la parola fine ad un settore di studio, si aggiunge ora quest’opera di Corrado Ciabatti che ha concentrato il suo lavoro sulla monetazione di Ferdinando granduca dal 1587 al 1609.
Si tratta di un lavoro innovativo, basato quasi esclusivamente su documenti d’archivio.
Il materiale fotografico è eccezionale sia per la quantità sia perché le foto sono tutte a colori.
Questa è la prima pubblicazione che mostra le tantissime monete di Ferdinando Medici giacenti sia in musei nazionali come il Bargello di Firenze e il San Matteo di Pisa, sia in musei esteri come il KHM di Vienna e l’A.N.S. di New York. Tutto questo materiale viene accuratamente catalogato in sei grandi capitoli tra i quali alcuni sono del tutto nuovi, come quello che raccoglie i coni incisi da Gaspare Mola.
Fino a ieri si sapeva che il Mola aveva iniziato a lavorare in Zecca nel 1609 per allestire i coni delle monete di Cosimo II. Oggi Corrado Ciabatti ci dimostra che Gaspare Mola era già presente in Zecca a partire dal 1598, ne è testimonianza un testone inedito del 1598 che presenta la firma GASP MOLA, trovato in collezione privata. Da quanto detto ne consegue tutta una serie di piastre, testoni, lire, giuli con busto o con stemma, mezzi giuli e quattrini che l’autore ha individuato e attribuito a lui. Un altro capitolo nuovo è dedicato all’incisore ignoto autore dei bei coni della mezza piastra e del mezzo giulio del 1602.
Infine la grossa novità che ha messo in luce la vera storia della riattivazione della vecchia Zecca di Pisa, avvenuta non nel 1595 ad opera delle autorità fiorentine, come creduto finora, ma già dal 1594 ad opera di un intraprendente incisore genovese: Domenico Aurame. L’autore presenta due quadruple e una doppia attribuibili a questo incisore.
La parte finale elenca le cosiddette “tratte”, cioè gli atti di estrazione delle monete con le quali ne veniva autorizzata la circolazione dopo averne verificato, a campione, peso e titolo. Vengono quindi riassunte le estrazioni dal 1587 al 1608, giorno per giorno, con indicazione dei nominali estratti e delle loro caratteristiche. Sono altresì trascritti alcuni documenti del periodo riguardanti la politica monetaria del Granducato nel periodo.
Si tratta di un lavoro, oltre che molto curato graficamente, di certo interessante sia dal punto di vista numismatico che da quello economico e storico. In particolare i numismatici troveranno monete inedite e numerosi dati riguardanti le tirature e gli incisori dei conii.
Corrado Ciabatti
STUDIO E CATALOGO DELLE MONETE DI FERDINANDO MEDICI
Edizioni dell’autore
Firenze 2017
pp. 208
21 x 29,7 cm
Per informazioni
Circolo Numismatico Mediceo
e-mail: wilderpellegrini@hotmail.it
tel. 339 6735806