di Alberto Campana
UBICAZIONE E CENNI STORICI
L’antica Eryx si trovava sul colle ora occupato da Erice (fino al 1934 denominato Monte San Giuliano) che domina con i suoi 751 metri sul livello del mare la pianura costiera sulla quale si è sviluppata Trapani, dalla quale dista 15 hm.
All’inizio fu probabilmente occupata da genti indigene dello stesso orizzonte culturale dei Sicani. Successivamente la comunità sicana dovette arricchirsi di elementi orientali e poi di Greci, forse commercianti provenienti dall’Asia Minore, dando origine agli Elimi, che abitavano anche a Segesta ed a Entella.
Secondo la leggenda greca, l’antico centro elimo sarebbe stato fondato da Eryx, figlio di Afrodite e del re locale Butes. Proprio in onore della madre egli avrebbe fondato il celebre santuario, che sorgeva sull’estrema punta sud-est del colle. All’arrivo di Eracle con i vuoi di Gerione, Eryx lo avrebbe sfidato a una gara di pugilato, restando ucciso nello scontro.
Nel corso del VI secolo a.C. gli Elimini dovettero fronteggiare più volte i Cartaginesi, che miravano a creare nei loro territori una vera e propria eparchia punica. Furono sconfitti tra il 570 e il 550 a.C. dal generale punico Malchus. Intorno al 510 a.C. lo spartano Dorieo fece una spedizione in Sicilia e, sulla base dell’oracolo di Delfi, che aveva affermato che il territorio di Eryx apparteneva agli Eracledi in quanto conquistato da Eracle, vi fondò una colonia, chiamandola Heraclea. Ma la colonia ebbe vita breve e fu distrutta dai Cartaginesi, alleati con i Segestani.
Forse in seguito ai tentativi dei greci di penetrare nell’area elima, già durante le prime fasi dell’occupazione punica fu eretta l’imponente cinta di mura, parte della quale è ancora oggi visibile.
Dal V secolo a.C. fino alla prima guerra punica Eryx e il suo porto di Drepanon (attuale Trapani) come pure l’alleata Segesta, rimasero soggetti al dominio cartaginese, salvo una breve parentesi, nel 398 a.C., quando Eryx fu conquistata da Dionisio I, per essere poi recuperata dai Cartaginesi guidati da Imilcone.
Nel 260 a.C. i Cartaginesi rasero al suolo la città, tranne il tempio, e ne trasferirono gli abitanti a Drepanon, che fu allora fondata come città e divenne una delle loro più importanti basi navali.
Nel 248 a.C. i Romani, con un colpo di mano riuscirono a impadronirsi di Eryx, ma quattro anni dopo Amilcare Barca, provenendo da Panormus, riconquistò la città tranne la cittadella del tempio, che rimase in mano romana. Nonostante gli aspri combattimenti sulla sommità del monte, la situazione rimase immodificata fino alla fine della prima guerra punica. Nel 241 a.C. tutta la Sicilia occidentale, e quindi anche Eryx, fu assegnata ai Romani.
Da allora e per tutto il periodo repubblicano il santuario di Venere Ericina fu uno dei più venerati, anche in base alla comune asserita origine troiana che avrebbe legato Romani ed Elimi. Il senato romano addirittura impose a 17 città siciliane di versare un’offerta di corono d’oro al santuario e creò una guarda speciale di 200 schiavi armati, chiamati Venerii. Tuttavia, già in età augustea il santuario era assai decaduto, per essere poi parzialmente restaurato sotto Tiberio e Claudio .
Segue: articolo completo in formato PDF, suddiviso in Prima Parte & Seconda Parte, tratto da Panorama Numismatico nr.119/maggio 1998. A seguire le altri parti dell’articolo.