di Gianni Graziosi
LO STUDIOSO DAMIANO CAPPELLARI HA RINTRACCIATO L’OPERA IN UNA COLLEZIONE PRIVATA GENOVESE.
Non sono sicuramente in errore se immagino che tutti gli appassionati di numismatica conoscano, di nome, il conte Alessandro Magnaguti, grande conoscitore, studioso e collezionista di monete e medaglie gonzaghesche. Nato nel castello di Cerlongo di Goito (Mantova), il 21 settembre 1887, si laureò in giurisprudenza all’Università di Napoli e si dedicò all’amministrazione del patrimonio familiare. Quale ufficiale di cavalleria prese parte alla prima guerra mondiale, servendo la patria dal 1915 al 1918. Per tutta la vita si occupò di ricerche e studi sulla natia Mantova, sui Gonzaga che la governarono, prima come signori, dal 1328, poi come marchesi e duchi fino al 1707 e, ovviamente, di numismatica. Fu pure uno studioso dell’antichità e amante della letteratura e della poesia. Morì a Sermide (Mantova) il 13 agosto 1966.
Il conte Magnaguti ha scritto numerosi articoli e alcuni volumi di numismatica; suoi sono, ad esempio, gli Studi intorno alla zecca di Mantova, Hadrianus in nummis, Ex nummis historia.
Poco più di vent’anni fa, nel 1993, l’allora Banca Agricola di Mantova acquistò l’importantissima collezione di monete gonzaghesche del conte Magnaguti composta da 2.018 esemplari (1.893 monete e 125 medaglie). Si tratta della maggiore e più completa raccolta di monete del mondo coniate dalle zecche dei Gonzaga. In essa sono presenti monete uniche (ben 24), 130 quelle sconosciute al Corpus Nummorum Italicorum di Vittorio Emanuele III, e 219 quelle mancanti nella Collezione reale. Esse furono selezionate per conservazione e qualità. La collezione Magnaguti, già nel 1972, era stata dichiarata, per la sua grande importanza, indivisibile dal Ministero dei Beni Culturali.
Le monete e le medaglie della famiglia Gonzaga sono considerate tra le più belle e raffinate del panorama italiano, merito soprattutto dei grandi e valenti artisti che i marchesi e i duchi mantovani vollero alla loro corte.
Lo scrittore e appassionato numismatico veronese Damiano Cappellari è da tempo interessato alla figura del conte Alessandro Magnaguti, su cui sta scrivendo un’accurata biografia. Cappellari è riuscito, con grande soddisfazione personale, nell’impresa di ritrovare un quadro, di cui si erano perse le tracce, con il ritratto del conte. Sulla tela c’è scritto “Alex de Magnagutis et comes et doctor et generosus eques aetatis XXIV”. Il ritratto venne eseguito dal pittore Archimede Bresciani da Gazoldo quando il conte aveva solamente 24 anni, quindi nel 1911. Del dipinto si conoscevano solamente due vecchie fotografie in bianco e nero: una, scattata nel 1912 da Emilio Sommariva, è archiviata all’Accademia di Brera a Milano, l’altra, appartenete all’archivio della vedova Bresciani, è stata riprodotta nel catalogo, pubblicato nel 1979 dal comune di Gazoldo degli Ippoliti, dedicato al pittore lombardo.
Lo stesso Cappellari nel suo libro, pubblicato nel 2015, Elogio della numismatica aveva inserito la fotografia in bianco e nero del ritratto del conte mantovano e nella didascalia si domandava «a proposito, dove sarà andato a finire il quadro?». Ebbene, nelle sue accurate ricerche per reperire nuovi documenti per arricchire e documentare il libro che sta terminando di scrivere sul colto aristocratico mantovano, è riuscito nell’impresa di ritrovare il quadro con l’immagine del conte Magnaguti.
Secondo quanto scritto in un articolo apparso sulla «Gazzetta di Mantova», l’opera appartiene a una collezione privata di un’enigmatica Patricia e si troverebbe a Genova. Cappellari, intervistato, non si sbilancia ulteriormente e afferma che la signora sarebbe disposta ad autorizzare la pubblicazione della fotografia a colori del dipinto previa l’indicazione di una sua gentile concessione. Altro, almeno per ora, non è possibile sapere, in ogni caso resta una piacevolissima riscoperta.
Cappellari ritiene che il suo volume biografico dell’illustre cultore di monete e medaglie gonzaghesche, probabilmente, verrà pubblicato nel tardo autunno. Se il buon giorno si vede dal mattino, per così dire, il risultato non potrà che essere ottimo.
Per cercare più materiale possibile per documentare il suo lavoro, lo scrittore veronese chiede la cortese e fattiva collaborazione ai lettori della rivista: chiunque abbia materiale, di qualsiasi genere, o informazioni che riguardano il conte che amava le monete, può contattarlo al seguente indirizzo e-mail: ribaldoturrisendossenigo@alice.it.
Grazie dell’aiuto.
Articolo tratto da Panorama Numismatico nr.337 – Marzo 2018