In questo volume si pubblicano le 523 monete recuperate nello scavo della Regio VIII, insula 7, 1-15 di Pompei, nell’ambito delle indagini archeologiche condotte tra il 2005 e il 2009, in seno al Pompeii Archaeological Research Project: Porta Stabia dell’University of Cincinnati (OH-USA).
Studiare la moneta a Pompei significa certo analizzare e percepire l’incidenza che questo strumento ha avuto nelle attività economiche e sociali del mondo antico, indagarne i movimenti, l’uso che ne è stato fatto, i contesti che l’hanno restituita; ma significa anche provare ad avvicinare e percepire una storia culturale, quella di un Mediterraneo che nel passato comunicava, nonostante guerre e divisioni, molto meglio rispetto a quanto siamo in grado di fare oggi, in cui transitavano uomini e merci, idee e monete, appunto: Pompei è infatti caratterizzata, nell’arco di tutta la sua vita, dall’eterogenea e disinvolta presenza di moneta “mediterranea”. Studiare la moneta utilizzata nella cittadina vesuviana significa dunque tentare di recuperare e comprendere meglio quel ruolo di “oggetto sociale” che la moneta ha rivestito nel mondo antico e che, anche se con notevoli differenze, tuttora riveste.
Il lavoro ha l’obiettivo di fornire un contributo aggiornato su presenze e circolazione monetale a Pompei tra il IV secolo a.C. e il 79 d.C. Nonostante i risultati dell’indagine stratigrafica e dei materiali siano ancora inediti, si è cercato di ricontestualizzare le monete rinvenute, ricollocandole nei rispettivi periodi storici e fornendo una periodizzazione generale del contesto numismatico studiato, restituendo così ad esso una dimensione diacronica e rendendo possibile una serie di riflessioni, che potranno essere perfezionate successivamente, al fine di comprendere meglio il comportamento della moneta nei diversi momenti di vita della cittadina, cogliendone evoluzione e modi della circolazione. Nel volume viene riservata specifica attenzione a un gruppo di monete i cui rinvenimenti mostrano un indice di attestazione assai elevato in tutti gli scavi dell’area vesuviana, Pompei compresa, e ancora in quelli di Salerno e della sua provincia, fino a Velia, anche se in queste ultime località i dati mostrano una presenza numericamente inferiore rispetto a quelli dell’ager vesuvianus: si tratta delle monete di Ybshm/Ebusus e Massalia, e di un gruppo di imitazioni locali ad esse strettamente correlate, che fecero la loro comparsa intorno alla seconda metà del II secolo a.C. e restarono in uso fino alla prima età imperiale. Di esse se ne è indagata la cronologia e la distribuzione all’interno della città per comprendere i motivi del loro arrivo in Campania e le ragioni della produzione di queste monete di necessità che imitano principalmente i tipi dell’isola balearica e della città del golfo del Leone.
Il lavoro si è avvalso dell’ausilio delle scienze esatte per cercare di rispondere ad alcune domande e sperimentare nel contempo tecniche di indagine scientifica per una migliore conoscenza dei reperti numismatici e, di conseguenza, per una loro adeguata tutela e valorizzazione. Le indagini archeometriche si sono perlopiù concentrate sul nucleo di monete appena descritto, con lo scopo di “fare ordine” al loro interno (nel senso di offrire un tentativo per una corretta interpretazione e collocazione dei tipi che caratterizzano queste emissioni, individuando elementi oggettivi di discrimine tra prototipi e copie) e per rispondere alle domande che assillano costantemente i numismatici (chi ha coniato queste monete? dove e quando sono state prodotte? come, quando e quanto hanno circolato?).
Il volume è stato edito con un contributo della Fondazione CRT – Cassa di Risparmio di Torino e del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Salerno.
Giacomo Pardini, è ricercatore tdA in Numismatica antica presso il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Salerno, e insegna Numismatica alla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dello stesso Ateneo (http://docenti.unisa.it/029260/home). Si è laureato il Lettere antiche (cattedra di Metodologia e tecniche della ricerca archeologica), e specializzato in Archeologia classica (insegnamento di Numismatica greca e romana) presso la Sapienza-Università di Roma. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Metodi e metodologie della ricerca archeologica e storico artistica presso l’Ateneo salernitano. Nell’anno accademico 2014-2015 è stato Visiting Scholar “the Margo Tytus Visiting Scholars Program” presso il Department of Classics dell’University of Cincinnati (Cincinnati, OH-USA). Ha scavato, con ruoli di responsabilità, a Roma (Meta Sudans e pendici nord-orientali del Palatino), a Monteleone Sabino-RI (Trebula Mutuesca) e in Siria (Tell Barri/Kahat). I suoi interessi principali riguardano la numismatica antica, in particolare il rapporto tra archeologia e moneta e l’interpretazione del dato monetale alla luce dei contesti di provenienza, ai fini della conoscenza dei modi della circolazione e dei processi economici antichi. È autore di contributi sui rinvenimenti di moneta in particolare di Roma e Pompei, sulla Meta Sudans augustea e sul santuario delle Curiae Veteres.
Giacomo Pardini
RINVENIMENTI MONETALI E CIRCOLAZIONE A POMPEI LE MONETE DELLA REGIO VIII,7,1-15
Pandemos, Ergasteria 7
Paestum (SA) 2017
ISBN 978-88-87744-77-4
Brossura
pp. 286, illustrato
59 euro
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