Presentiamo qui un quarto racconto dalla raccolta di Lorenzo Bellesia: “Comedies, histories & tragedies – Racconti di numismatica e di varia umanità – III”. Si tratta di una raccolta di racconti su collezionisti, commercianti e numismatici ma non solo, personaggi di tutti i generi per una lettura diversa dal solito. Il volume di 133 pagine é edito da Nomisma ed é disponibile sullo shop online di Nomisma al costo di 20 euro.
Una recensione del libro è disponibile in questa pagina.
GINO, LA MONETA E LA MALA FEMMINA
Quando gli proposero di andare al convegno di Monaco, Gino subito rispose di no. Non aveva mai passato le frontiere italiane col suo banchetto di monete e di andare fino in Germania proprio non ne aveva nessuna voglia. Eppure i colleghi insistevano ammiccando: “Dai che andiamo in quei localini… dai che ci divertiamo…”
Gino aveva sentito spesso parlare di questi passatempi nelle sere che precedevano i convegni all’estero, specialmente in Germania ed in Austria, ma lui era un po’ riluttante, non certo per problemi morali, piuttosto perché era decisamente taccagno.
“E va bene… Vengo anch’io” disse dopo neppure tante insistenze.
La macchina con quattro commercianti partì la mattina presto di venerdì da Milano. Avrebbero fatto il convegno il giorno dopo sperando di fare qualche buona vendita o qualche acquisto interessante mettendoci una sera di divertimento in mezzo.
I tre colleghi di Gino, abituali frequentatori dei locali di Monaco, quella volta, per ridere alle spalle di Gino, scelsero il più elegante e, ovviamente, il più caro. Nella hall del modesto albergo dove erano andati ad alloggiare, mentre lo aspettavano, cominciavano già a ridere pensando alle sue smorfie nel tirar fuori almeno 500 marchi per un’ora con una ragazza. “500 Marchi? Ma Gino non li ha di sicuro con sé. Chiameranno di sicuro la polizia perché noi ce ne andiamo subito” e giù tutti a ridere.
Arrivati con un taxi, mentre i tre colleghi si comportavano come se quel locale fosse il bar sotto casa loro, Giro era tutto agitato e continuava a guardarsi attorno come a cercare qualcuno ma, appena incrociava qualche sguardo, subito guardava da un’altra parte.
“Qui ci sono ragazze tedesche, francesi e perfino italiane. Ne vuoi una italiana, Gino?” disse uno dei colleghi.
E Gino nervosamente annuì con la testa stringendosi nelle spalle come a voler scomparire. Uno dei tre allora si alzò e andò verso una signora sulla quarantina. Le disse qualcosa e poi ritornò da Gino dicendo: “Vieni con me. Ti faccio passare una notte indimenticabile.”
Lo accompagnò su per una scala, fino ad una porta col numero 12 sopra. Bussò e disse a Gino: “Entra e divertiti.”
Il collega ridiscese e disse agli altri due: “E’ dentro. Dai, andiamocene. Per quella ragazza bisogna pagare 500 marchi e Gino sicuramente non li ha.”
Uscirono dal locale dirigendosi verso un altro decisamente meno caro ridendo di gusto per lo scherzo fatto.
Intanto Gino si era trovato di fronte ad una splendida ragazza sui vent’anni, dai lunghi capelli lisci e corvini, con un seno non grande ma che si intuiva tutto nella vestaglia.
La ragazza gli disse “Ciao. Sei italiano?”
“Sì” rispose Gino un poco sollevato dal non sentire parlare tedesco.
“Guarda, se vuoi venire con me per mezz’ora sono 500 marchi, 300 per me e 200 per il locale. Ovviamente anticipati. Se vuoi fare un’ora sono 800 marchi. Che cosa vuoi fare?”
Gino la guardava stupito. Non aveva mai visto una ragazza così bella dal vero. Se fosse stata sopra la copertina di qualche settimanale esposto nell’edicola vicino a casa forse non ci avrebbe fatto caso o forse si sarebbe fermato a guardarla attraverso il vetro, ma così, di fronte, a pochi passi da lui, no davvero, una ragazza così bella proprio non l’aveva mai vista. E figuriamoci a toccarla, a baciarla… Gino in quel momento avrebbe anche potuto passare sopra alla propria taccagneria tanto grande era il desiderio di avvicinarsi a quella ragazza, di sentirne il profumo, di sfiorarle il seno, ma proprio non aveva che poche decine di migliaia di lire con sé e dovevano servire per pagare l’albergo ed il tavolo del convegno l’indomani. E comunque, anche volendo fare la follia di spendere tutto, al cambio non arrivava che a 100 marchi. Per quella cifra un bacio, forse, glielo avrebbe dato ma proprio niente di più.
“Allora? Che vuoi fare?” insistette la ragazza facendo qualche passo verso di lui.
Quanto è bella, pensò Gino vedendola ancor più da vicino e intuendo il profilo di tutto il suo corpo sotto la vestaglia appena trasparente.
Ad un tratto, toccandosi la tasca, ricordò di avere in tasca una vecchia moneta da 500 lire d’argento, di quelle con le caravelle. E allora lì si esaltò tutta l’astuzia del commerciante numismatico.
“Facciamo un’ora ma siccome il contante mi serve per il convegno numismatico di domani qui in città ti faccio una proposta. Io sono un importante mercante numismatico. Conosci la numismatica, vero?”
“Sono le monete…”
“Brava. La numismatica è il collezionismo di monete. Ci sono monete preziosissime, lo sai? Io ne ho tante, ovviamente non qui con me. Qui con me ne ho una sola. E’ questa moneta da 500 lire con le vele controvento. Ne hai sentito parlare, vero?”
“Sì, mi sembra…”
“Guarda” e gli fece vedere il rovescio della moneta “vedi queste vele. Dovrebbero essere dall’altra parte ma in pochissimi e preziosissimi esemplari sono girate. E questo appunto è uno di questi. Io ne possiedo due pezzi. Questo ed un altro che domani venderò al convegno probabilmente per 2.000, forse 3.000 marchi. Tu sei molto bella e un’ora con te vale questa moneta. Se non ti fidi domani potrai venire al convegno a venderla.”
La ragazza intanto aveva preso in mano la moneta e continuava a girarla e a cercare di intuire quale fosse la direzione giusta delle vele controvento. Dopo averla girata più e più volte, quasi per non fare la figura di quella che non sapeva riconoscere quella rarissima moneta, disse: “Va bene, ma domani mi aiuterai a venderla. Vero? Per me vanno bene anche 1.500 marchi.”
“Certo” gli rispose subito Gino “vieni al mio tavolo e te la venderò io e se ne farà 2.000 te li darò tutti.”
La ragazza aprì un cassetto quasi buttandovi dentro la moneta e poi lasciò cadere la vestaglia a terra.
L’indomani mattina Gino disse ai colleghi stupiti che non sarebbe andato al convegno e che li avrebbe aspettati nella hall dell’albergo per il ritorno.
La sera, in viaggio verso l’Italia, i colleghi gli chiesero più volte che cosa avesse combinato con quella ragazza ma Gino taceva e guardava fuori e gli pareva ancora di sentirne il profumo.