Sabato 23 settembre 2017 InAsta terrà la sua asta battuta n. 70 al Grand Hotel Primavera, nella Repubblica di San Marino.
Tra le monete proposte vogliamo qui menzionare, in particolare, alcuni esemplari di grande pregio.
Per la monetazione antica, sarà in asta l’aureo di Lucio Vero (qFdc, stima € 15.000) con un rovescio di grande rarità raffigurante la liberalità e la legenda che cita il congiarium IIII, la distribuzione di denaro destinata al popolo, fatta dall’imperatore specie in occasione dell’assunzione di una carica.
Particolare è anche la frazione di statere in elettro di Lesbo (qSpl, stima € 1.000), una delle tante coniate intorno al IV secolo, che forma una serie di grande bellezza e singolarità.
La monetazione estera sarà rappresentata dal ducato di Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia (q Spl, stima € 1.900), coniato a Siviglia; dalla moneta irlandese da 2 scellini e mezzo del 1943 (qFdc, stima € 2.800); dai 12 scellini, con uno splendido ritratto coronato (qSpl, € 1.000), di Carlo I d’Inghilterra Stuart (1625-1649), sotto il cui governo le tensioni religiose e politiche sfociarono nella Guerra civile inglese; dall’esemplare di 5 lei del 1885 di Carlo I, re di Romania (Fdc, stima € 8.000), in ottima conservazione, e dai 9 franchi e 20 centesimi di Zara del 1813 (Fdc, stima € 6.000), in qualità eccezionale per il tipo di moneta.
Per le emissioni papali, citiamo lo scudo della Prima Repubblica Romana (Spl/Fdc, stima € 1.500), moneta comune che, nel catalogo InAsta, presenta una insolita qualità; il grosso di Giovanni XXIII (Spl+, stima € 2.500) che fu antipapa, eletto il 17 maggio 1410, deposto il 29 maggio 1415 dal Concilio di Costanza, un esemplare di grandissima qualità con una superba patina; la piastra di Innocenzo XII del 1699 raffigurante il porto di Anzio (qFdc, stima € 6.000), in ottima conservazione; la rarissima lira di Innocenzo XI del 1683 (qFdc, stima € 4.000), ancora più rara da trovarsi in questa superba qualità; il fiorino da 24 soldi di Clemente VII (BB, stima € 2.500), moneta rarissima coniata nella zecca di Avignone da quello che fu il primo dei papi dello scisma d’Occidente, eletto a Fondi nel 1378 dai cardinali francesi che non riconoscevano più il legittimo papa Urbano VI il quale, dopo la sconfitta nel 1379, si ritirò ad Avignone dove morì nel 1394.
Gli Stati italiani sono rappresentati dal mezzo giulio di Siena di altissima qualità, databile tra il 1540 e il 1541 (Spl, stima € 2.000); dal rarissimo denaro piccolo di Foligno, coniato da Corrado III Trinci (1438-1439) con, sul rovescio, due busti di cavallo attorno a globetto, in ottima conservazione (BB+, stima € 4.000); dal bolognino della Repubblica di Firenze coniato ad Arezzo, di particolare rarità (qSpl, € 2.000); dal denaro antiquiore di Giovanni VIII (872-882) con Ludovico (872-875), coniato a Roma (qBB, stima € 1.400); dal denaro di Giovanni I Delfino (1270-1282) coniato a Cesana, in Piemonte (qBB/BB, stima € 2.200): si ricordi che le pochissime monete di Cesana sono tutte di estrema rarità; dal denaro di Giovanni XIII (con Ottone I od Ottone II, 965-972) in conservazione eccezionale per questa rarissima emissione (Spl, stima € 1.750). Infine, dal cavallo (BB+, stima € 2.500) di Carlo VIII, re di Francia, coniato a Ortona durante la sua calata in Italia verso il Regno di Napoli, tra 1494 e 1495.
Catalogo Asta 70
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