
Mezzo quattrino del 1796 per Bologna. L'lllustrazione è tratta dall'opera di Francesco Muntoni. Le monete dei Papi.
di Renzo Bruni – da Panorama Numismatico nr.88 / Luglio 1995 – articolo richiesto da un ns. lettore
Tra le innumerevoli monete battute dalla zecca di Bologna figurano alcuni nominali la cui storia è alquanto lacunosa, ma, forse anche per questo affascinante.
Un esempio può essere il pezzo, poco conosciuto, da mezzo quattrino emesso sul finire del XVIII secolo, con le seguenti caratteristiche:
D/ Leone rampante volto a sinistra; attorno: .BONON. – DOCET.;
R/ Su sei righe: Stella / MEZZO / QVAT. RINO / – / 1796 / tre stelle, di cui la centrale stilisticamente diversa e di maggior modulo.
Diametro: mm 15, CU, 1,20 gr.
di Michele Chimienti e Franco Malavasi – da Panorama Numismatico nr.146 / Novembre 2000 – articolo richiesto da un ns. lettore
Il ‘700 è chiamato il secolo dell’Illuminismo per i progressi che in quel periodo furono fatti sia in campo filosofico che scientifico; tra i ceti più elevati si diffuse uno spiccato interesse per tutte le scienze. Sino a quel momento individui dalle ampie disponibiIità economiche avevano creato raccolte degli oggetti più disparati che pomposamente chiamavano musei, in cui, accanto ad alcuni di rilevante valore scientifico, ne erano posti altri solo perché strani ed insoliti, come uova o penne di struzzo (fig. I). Ma con la nuova visione del settecento queste raccolte iniziarono a trasformarsi secondo concetti scientifici e seguendo principii più razionali. Inoltre iniziò a farsi strada il concetto che esse dovessero superare lo scopo di suscitare stupore e divertirnento, per assumere un significato di studio e di ricerca.
di Artur Zub – da Panorama Numismatico nr.108 / Maggio 1997 – articolo richiesto da un ns. lettore
LA RAPPRESENTAZIONE DEL MOVIMENTO
Lo studio della moneta comprende la conoscenza di varie discipline quali la metallurgia, la metrologia, la storia e l’arte. Ognuno di questi argomenti, quando viene approfondito, porta alla scoperta di una notevole quantità di possibilità di ricerca con eventuali nuove scoperte e conoscenze.
Il cardinale Latino Orsini mentre incorona Ferdinando I d’Aragona. Scultura di Benedetto da Maiano 1485.
di Gionata Barbieri – da Panorama Numismatico nr.258 / gennaio 2011
IL FENOMENO DELLA FALSIFICAZIONE DEL MONETATO FU LARGAMENTE DIFFUSO: ECCO DEGLI OGGETTIVI RISCONTRI DIMOSTRATIVI.
In molte opere inerenti la monetazione catalano-aragonese napoletana (alcune delle quali riportate in bibliografia) spesso si fa riferimento alla presenza nel circolante monetario di una cospicua quantità di falsi, tipicamente imitante il nominale più basso ma anche il più diffuso tra le masse popolari, ossia il cavallo.
Il cavallo fu coniato per la prima volta nel 1472, con ordine inviato alla Regia Camera il 16 febbraio da parte di Ferdinando I (o Ferrante, regnabat 1458-1494), ma il successo e la fama della moneta, già riscossi quasi subito dopo la sua coniazione, portarono a tentativi di falsificazione sia nei territori del regno napoletano che nelle aree confinanti.

Un cosiddetto ventino con l’esagono mal coniato. Si vede infatti chiaramente l’impronta della moneta sottostante dell’età di Umberto I. Qualcuno disse che ne furono coniati anche in platino.
Sfogliare le vecchie riviste di numismatica è sempre uno spasso. Ecco per esempio cosa abbiamo trovato nel numero di novembre-dicembre 1952 di Italia numismatica. Si tratta di due dicerie riguardanti la zecca di Roma.
La prima riguardava il fatto che nel nichelio delle monete da 20 centesimi del 1920 vi fosse addirittura del platino.