La mostra espone, nel Medagliere Reale riallestito, una selezione di monete e medaglie dei Savoia degli anni tra l’acquisizione della Sindone nel 1453 e la solenne Ostensione di Torino del 1578, avvenuta alla presenza dell’Arcivescovo di Milano Carlo Borromeo. (altro…)
di Giuseppe Carucci – da Panorama Numismatico 239/aprile 2009
UNA STORIA DAL MEDIOEVO ALL’ETA’ MODERNA DELLA MONETA VISTA SOTTO IL PROFILO ARTISTICO
Imprimendo il suo marchio su un pezzo di metallo, cioè sulla moneta, lo Stato mirava non solo a garantire il peso e la purezza del metallo, non solo a usare la moneta come mezzo di comunicazione di massa, ma anche a coniare monete belle, soprattutto quelle in oro e argento. Lo splendore dell’oro e lo scintillio dell’argento diventano di per sé equivalenti a dindicatori di bellezza. Le monete furono usate anche come decorazioni di capi di vestiario e di vasellame. Alla figura 1 è riportato un dettaglio di un abito femminile tradizionale di una popolazione del Volga fatto di monete cucite nel tessuto. Le monete qui presenti abbracciano un periodo cronologico da Ivan il Terribile fino alla metà del XIX secolo. A partire dal Rinascimento divenne moda in Europa abbellire coppe d’oro e d’argento con monete saldate sulla superficie dell’oggetto.
Continuano le uscite nella collana delle Monete Italiane Regionali (MIR), collana iniziata ormai diversi anni fa da Alberto Varesi e che ha conosciuto un grande successo basato essenzialmente su due elementi. Il primo è la praticità di consultazione: descrizioni semplici e standardizzate, fotografie posizionate direttamente sopra la descrizione, riferimenti bibliografici e dati tecnici essenziali ma completi. Il secondo elemento è la presenza delle valutazioni di mercato. Come noto, per molti settori della numismatica italiana non ci sono prezzari e, per avere un’idea del valore di una moneta, occorrerebbe sfogliare i cataloghi d’asta ed avere molta fortuna oltre che tanta pazienza. I manuali MIR invece permettono di avere subito una idea del valore e della rarità. Rappresentano perciò un ottimo vademecum per il collezionista ed un riferimento bibliografico per il commerciante.
di Giuseppe Carucci – da Panorama Numismatico nr.226/Febbraio 2008
DOPO LA CADUTA DELL’IMPERO E LA FINE DELLA SUA IMPONENTE MONETAZIONE, LA RIPRESA DELLE CONIAZIONI FU OPERA DI QUELLE POPOLAZIONI CHE POCHI SECOLI PRIMA SI SAREBBERO DEFINITE BARBARE.
Dopo la caduta dell’impero romano d’Occidente la produzione monetaria in Europa cadde in uno stato di profonda crisi, più grave di quella dell’ultimo periodo di Roma. In un primo tempo i re delle varie etnie barbare si accontentarono della vecchia moneta romana oppure ne coniarono di nuove ad imitazione dei solidi romani e bizantini. Dapprima era loro sufficiente che sulle monete ci fossero le iniziali dei loro nomi o i relativi monogrammi.
In occasione di ciascun congresso internazionale di numismatica è ormai tradizione la pubblicazione di un volume riguardante i contributi scientifici apparsi nel quinquennio precedente.
Nel 2009 è stata la volta di Glasgow a vedere l’organizzazione della quattordicesima edizione di questo congresso. Qui è stata presentata la Survey relativa agli anni 2002-2007. Una Survey davvero ricchissima che propone un incredibile numero di lavori. L’opera, coordinata da Michel Amandry e Donald Bateson, è stata articolata in più settori tra i quali ovviamente a far la parte del leone è la numismatica classica suddivisa a sua volta in molte sottosezioni come la Magna Grecia, la Sicilia e le varie zone dell’Asia.