di Antonio Pesaresi – da Panorama Numismatico nr.99 / Luglio 1996 – articolo richiesto da un ns. lettore
La caduta dell’impero romano costituì la fine di un’epoca. Non dobbiamo ovviamente prendere come riferimento puntuale la tradizionale data del 476 d.C. e la deposizione di Romolo Augustolo per un cambiamento completo del mondo e della vita. Il giorno dopo quella deposizione la gran parte dei cittadini romani non sapeva nemmeno quel che era successo e forse non lo avrebbe saputo ancora per tantissimo tempo.
La vita scorreva come sempre. tra i sacrifici quotidiani della povera gente ed il lusso e l’ozio della gente ricca, tra la sopportazione dei più umili ed indifesi ed i soprusi e le angherie dei più forti. In realtà la crisi, che si diramava in tutti i settori deI vivere umano, economico, sociale, civile e politico, era già iniziata da tanto tempo e sarebbe progredita sempre di più.
Il Medaglione aureo con il ritratto di Teoderico venne presentato al mondo numismatico da Francesco Gnecchi (1850-1919) in un suo articolo pubblicato, nel 1895, sulla Rivista Italiana di Numismatica. Il monile era infatti entrato a far parte della raccolta del noto collezionista milanese; infine, nel 1923, venne acquistato dal Museo Nazionale Romano e, ancora oggi, è uno tra i reperti più significativi che vi sono conservati. Manufatto eccezionale sotto diversi punti di vista; ha un diametro di 33 mm, pesa 15,32 g con la chiusura a spilla saldata sul rovescio, risulta quindi essere un multiplo da tre solidi. Questo capolavoro dell’arte iconografia numismatica antica è l’unico documento che ci tramanda un’affascinante immagine di Teoderico e costituisce un unicum relativamente alla sua effige. Il celebre sovrano goto è ritratto di prospetto con sottili baffetti, il capo scoperto ornato da una lunga capigliatura liscia, arricciata alle punte. Dalle poche informazioni che ci sono pervenute, il ritrovamento è avvenuto in terra marchigiana, nel territorio di Morro d’Alba, in contrada Sant’Amico, nel podere Tognietti in un non meglio specificato deposito sepolcrale che venne sconvolto da lavori di scasso.
di Pasquale Attianese – da Panorama Numismatico nr.232/Settembre 2008
L’AUTORE RISCOPRE TRE EMISSIONI DI MONETE DI BRONZO DELLA MAGNA GRECIA CHE IN PASSATO SONO STATE OGGETTO DI DISCUSSIONE TRA GLI STUDIOSI. SONO MONETE CON SIMBOLI DI CROTONE E METAPONTO MA QUALE DELLE DUE CITTA’ LE CONIO’?
di Francesco di Rauso – da Panorama Numismatico nr. 234 / Novembre 2008
Ho avuto occasione dal dr. D’Auria di ultimare gli studi su questa medaglia grazie al libro, da lui gentilmente messomi a disposizione, dal quale ho attinto le notizie utili alla stesura del seguente articolo. Il libro intitolato Le compagnie del gas in Napoli. A cura della compagnia Napoletana Gas nel centenario della sua costituzione 1862-1962, Napoli 1962 si è rivelato una miniera d’informazioni sul sistema d’illuminazione pubblica della città di Napoli, dai primi sistemi d’illuminazione ad olio, fino al sistema d’illuminazione a gas idrogeno. Nel leggere le cronache ed i documenti dell’epoca fantastico con la mente e mi pare di ritornare, in alcuni momenti, indietro nel tempo, in un XIX secolo in pieno fervore culturale, in una Napoli ricca e progressista, regnata da un sovrano che fece tanto per il benessere del suo Regno che più di tutti gli altri Stati italiani era al passo con i tempi sia sul piano economico che industriale e che nulla aveva da invidiare agli altri grandi Stati europei.

Sebastiano Ricci, Paolo III nomina il figlio Pier Luigi duca di Parma e Piacenza, Piacenza, Palazzo Farnese
di Lorenzo Bellesia – da Panorama Numismatico nr.248/Febbraio 2010
IL NOMINALE DI DUE MONETE DI CASTRO NON E’ COERENTE COL LORO PESO E DELLO SCUDO D’ORO VIENE DATA UNA NUOVA INTERPRETAZIONE DEL ROVESCIO.
Giaceva Castro sopra un luogo erto, ed aprico all’Occidente della Toscana, all’Oriente del fiume Marta in distanza di circa tredici mila passi dal Mar Tirreno a mezzodì, e poco meno da Soana verso Borea, in quel tratto di Paese appunto che da Falisci, e da Volcentini, o Volsiniensi era anticamente abitato.
Così inizia quella che è ancora oggi l’unica monografia sulla zecca di Castro. Non firmata, ma datata da Parma, 30 maggio 1788, era contenuta nel volume V dell’antologia curata dal bolognese Guid’Antonio Zanetti che porta la data d’edizione di due anni prima.