Nota per i robertini con “virgola a globetto” e per un “curioso” gigliato ritrovato nel Bedfordshire
di Gionata Barbieri
NUOVI ELEMENTI PER LO STUDIO DEI GIGLIATI: UNO CON UN SIMBOLO DI ZECCA SCONOSCIUTO E L’ALTRO CON UN SAGGIO DI BONTA’ ANTI-TRUFFA.
I parte
Nella prima parte di questa sintetica nota è mia intenzione segnalare una nuova classe di simboli di zecca per i robertini. Si definiscono robertini, i carlini gigliati (argentei) recanti il nome di Roberto d’Angiò (regnabat: 1309-1343) battuti nella zecca partenopea o in Provenza, nonché le coniazioni postume, sempre recanti il suo nome e realizzate nel regno napoletano da altri sovrani angioini, e le imitazioni straniere, che ancora richiamano re Roberto nella legenda del dritto.
Nel secolo scorso lo storico fermano Gaetano De Minicis fece conoscere al mondo culturale del suo tempo una importantissima novità numismatica e storica riguardante Fermo e il Piceno. Egli giunse ad accertare che la città di Fermo sin dai tempi più antichi e prima ancora di essere sottomessa dai romani, ebbe una zecca o come riferì testualmente “una officina monetale”.
di Michele Chimienti e Valerio Marchioni
Già nel Xll secolo i Visconti erano una nobile famiglia lombarda divisa in vari rami con feudi e beni sparsi in tutta la regione. Il primo ad impadronirsi del governo di Milano fu I’arcivescovo Ottone Visconti che nel 1277 riuscì a sconfiggere la famiglia rivale dei Della Torre, capi del partito popolare.
Per rafforzare il potere dei Visconti fece eleggere suo nipote Matteo capitano del popolo ed in seguito ottenne anche che fosse nominato Vicario imperiale. Ma nel 1302 il partito guelfo dei DelIa Torre tornò ad avere il sopravvento e Matteo fu esiliato. Dopo otto anni la situazione si capovolse di nuovo con la discesa dell’imperatore Enrico VII che rimise Matteo al governo della città. Quest’ultimo morì nel 1327 e gli successe il figlio Galeazzo I.
IPOTESI SUI LORO “BUONI DI PRELEVAMENTO MERCI” IN CORONE E IN LIRE
“Poi che la cooperazione tra ricchi e poveri non è possibile, perché non creare la cooperazione tra i poveri?”
Con questa premessa, il 12 agosto 1900, a Pola, una maestra , Giuseppina Martinuzzi, illustra la sua proposta che si basa sull’esempio del’ “Unione Cooperativa di Milano” e del’ “Alleanza Cooperativa Torinese” sorte rispettivamente nel 1896 e nel 1899.
di Pier Luigi Barabotti
DOPO UN LUNGO PERIODO DI “SONNO” TORNA ALLA LUCE IL LUIGINO DI FILIPPO SPINOLA DELL’ALLORA COLLEZIONE DEL CONTE MONTENUOVO RIPORTATO SOLO IN DISEGNO DALL’OLIVIERI E DAL CAMMARANO.
Quando mi è stata offerta in acquisto questa moneta, bucata, non ho avuto alcuna esitazione a dichiararla mentalmente “cosa mia” e, salvo la solita “melina” sul prezzo tipo: “ma è bucata, non è in conservazione eccellente” e dopo il solito, classico “sconticino”, la moneta in questione è rimasta “saldamente appiccicata” alle mie mani.