Il catalogo di Eupremio Montenegro è arrivato alla ventisettesima edizione, indubbiamente un bel traguardo che testimonia il successo e la fedeltà riscossi presso i collezionisti italiani. Questa edizione va ancora nella direzione di un completo restyling che vede soprattutto il passaggio dalle foto in bianco e nero a quelle a colori. Soprattutto qui segnaliamo una inedita introduzione sulla qualità delle monete dove sono spiegati i gradi di conservazione ed i criteri di valutazione. Tramite fotografi e ed esempi, l’autore indica ai lettori come arrivare a valutare una moneta giudicandola prima di tutto sulla base della sua qualità, se, cioè, abbia più o meno circolato, ma anche in base a difetti quali graffi, uso in gioielleria e stile.
VIENE RICOSTRUITA UNA BELLA ED AFFASCINANTE PAGINA DEL RISORGIMENTO ITALIANO
La spedizione dei Mille è forse l’episodio più noto del Risorgimento grazie anche alla sua ampia celebrazione in racconti e romanzi della letteratura italiana.
Nel 1860, un corpo di volontari, protetto dalla monarchia sabauda, al comando di Giuseppe Garibaldi, conquistò la Sicilia permettendo così l’annessione di questo territorio al nascente Regno d’Italia. La realizzazione di tale impresa venne finanziata in gran parte con i capitali e gli armamenti raccolti dal Fondo per il milione di fucili, una sottoscrizione lanciata dallo stesso Garibaldi alla fine del 1859.
Il viaggio attraverso le testimonianze della flora e della fauna nell’arte inizia con le tradizionali monete d’oro, a nominali di 20 e 50 euro, dedicate al patrimonio artistico romano. Il pezzo da 20 euro, modellato e inciso da A. Masini, propone al dritto una composizione delle vestigia dell’antica città di Pompei. Sul rovescio è invece raffigurato un particolare dell’affresco ritrovato nella Casa del Bracciale d’Oro.
di Giuseppe Carucci
COME VENIVA CONIATA LA MONETA NEL MEDIOEVO? CHI GESTIVA I GRANDI PROVENTI DELLE ZECCHE? ECCO COSA AVVENIVA NEL REGNO DI FRANCIA.
Un cronachista fiammingo ci informa che nel X secolo il conte di Fiandra Baldovino III (fig. 1) stabilì in un editto le regole per gli scambi commerciali per chi non possedesse denaro: per due galline bisognava dare un gallo, una pecora per due agnelli, una mucca per due vitelli, un vitello per due pecore e così via.
L’economia era basata sullo scambio in natura, si comprava e si vendeva poco ma comunque si commerciava anche in assenza di moneta sonante.
Tuttavia la moneta era pur sempre necessaria anche nei periodi più cupi della stagnazione economica medioevale.
Dopo aver redatto il catalogo della monete del Ducato d’Urbino nel 2001 era ovvio per Andrea Cavicchi pubblicare quello che ne è il naturale completamento, sia in termini geografici, che storici, che numismatici, cioè quello delle monete di Pesaro.
Nel primo libro l’autore ha compreso le monete battute ad Urbino, Pesaro, Gubbio e Senigallia dalle famiglie Montefeltro e Della Rovere.