di Gianni Graziosi
Un libro scritto con patos e grande coinvolgimento. Cappellari all’inizio prende in considerazione il termine numismatico e, di conseguenza, il concetto di numismatica. Fornendo varie giustificazioni, egli ritiene che la parola numismatico generi confusione perché con lo stesso termine si indicano lo studioso di monete, il collezionista, il commerciante, l’appassionato, in altre parole una mescolanza di ruoli, una sovrapposizione di competenze. Per questo motivo ritiene utile definire ed utilizzare un glossario che ha come radice nummo; in questo modo si hanno a disposizione i termini nummoflilia, nummofilo, nummologia, nummologico, nummologo, nummomane, nummomania, nummoteca, nummotecario. Il significato di nummofilo è definito in questo modo: chi ama le monete in sé stesse, per la loro antichità o rarità, e ne fa collezione. Per il senso degli altri vocaboli, ovviamente, rimando alla lettura del volume. A questo punto mi sorge spontanea una domanda, a quale categoria appartengo? …ma procediamo. Il nummofilo possiede una struttura mentale razionale utile per descrivere scientificamente le monete e, nello stesso tempo, deve anche percepire ed apprezzare che non si trova semplicemente di fronte ad un gelido dischetto metallico. Un intero mondo di emozioni che, anno dopo anno, si sono stratificate come finissimi sedimenti, attendono solamente di essere decifrate, interpretate e portate alla luce. L’appassionato di monete non è un freddo collezionista senza anima, deve essere pervaso da uno spirito emotivo e poetico, che si appassiona anche davanti a un comune dischetto di rame logoro e consunto. Come scrive l’autore, la moneta è un piacevole e gustoso passatempo che ci consente di impugnare innumerevoli maniglie per aprire porte che conducono in mondi inaspettati.
La Provincia Dacia, la cui conquista venne scolpita sui rilievi della colonna traiana, non conobbe la presenza di una zecca se non in un breve periodo a metà del III secolo d.C.: infatti, tra il 246/247 e il 255/256 d.C., in un arco temporale compreso tra il regno di Filippo I e il regno congiunto di Valeriano e Gallieno, un officina provinciale produsse sesterzî, dupondî e assi (oltre ad alcuni medaglioni) caratterizzati dal ritratto dell’imperatore o dei membri della famiglia imperiale al diritto, da una personificazione della Dacia o della Pax contornata dalla leggenda PROVINCIA DACIA al rovescio e da una specifica datazione ad anno introdotta dall’abbreviazione AN all’esergo.
ALLA MEMORIA DELLA PRINCIPESSA LIVIA DORIA CARAFA FU DEDICATA UNA SPLENDIDA MEDAGLIA, VERO CAPOLAVORO DELL’ARTE SETTECENTESCA. ECCONE LA STORIA.
La splendida medagliache presentiamo è l’unica, nella serie di medaglie del Regno delle Due Sicilie del periodo borbonico, a raffigurare una principessa del Sacro Romano Impero. Venne coniata nel 1784, in memoria della giovane principessa Livia Doria Carafa di Roccella, morta nel 1779 all’età di 33 anni. La sua creazione è dovuta all’opera del maestro incisore Bernardo Perger, di origine tedesca, attivo alla zecca di Napoli dal 1767 al 1789.
IL SESINO DI PARMA CONIATO DA FERDINANDO DI BORBONE DAL 1781 AL 1798 E’ UNA MONETA COMUNISSIMA E ALL’APPARENZA BANALE E SEMPRE UGUALE MA, A BEN GUARDARE, SI SCOPRONO TANTE VARIETA’ E RARITA’. ECCOLE ORA INDIVIDUATE ED ILLUSTRATE PER LA PRIMA VOLTA.
Il volume presenta le leggi ed i decreti a carattere monetario emanati dai Borbone, a partire dall’unificazione dei due regni di Napoli e Sicilia (1816) fino alla caduta della dinastia (1860). L’autore inizia riportando brevi note biografiche sui regnanti borbonici nel periodo considerato: Ferdinando I (1816-1825), Francesco I (1825-1830), Ferdinando II (1830-1859) e Francesco II (1859-1861). Poi è illustrata la legge n. 565 (8 dicembre 1816) con cui i regni di Napoli e Sicilia venivano riuniti in uno solo, e la legge n. 6048 (6 aprile 1840) relativa ai pesi ed alle misure vigenti nel Regno delle Due Sicilie, allo scopo di facilitare la lettura dei decreti che proprio a queste unità di misura fanno riferimento. (altro…)