Lo studio della storia e della monetazione medievali ha conosciuto negli ultimi anni un momento particolarmente felice di ricerca e approfondimento. Gli appassionati di queste monete sono in aumento. Ora la bibliografia numismatica si arricchisce di questo piacevole e valido studio sul denaro papiensis. Le monete di Pavia, di Mario Limido e Giorgio Fusconi, è edito nei Quaderni di Panorama Numismatico, e non è la prima volta che Nomisma diffonde cultura numismatica attraverso la stampa dei quaderni; ricordo, ad esempio, I cornuti in Piemonte nel sedicesimo secolo, Il mezzo denaro inedito di Rimbaldo Cadurcense vescovo di Imola (1317-1341), Le zecche di Trieste e Gorizia-Vicenza.
8 luglio – CHIARI (MI)
Mostra scambio Francobolli, Monete e Cartoline. Presso: Biblioteca Comunale Fausto Sabeo, Chiari. Info: bruno.zanetti-2868@poste.it – Cell.: 392 3691199 – 338 2140226.
12 / 14 luglio – Orlando (USA)
6th Summer Fun Show 2012 – Orange County Convention Center – 9800 International Drive, Hall D2 Orlando FL 32819 Florida United States. Info: www.funtopics.com/summer-fun.html
19 / 21 luglio – Ontario (USA)
SoCal Coin & Currency Show July 2012 – Ontario Convention Center – 2000 East Convention Center Way Ontario CA 91764 California United States Over 200 US and World Coin and Currency Dealers. Info: www.ckshows.com
di Romolo Calciati
Nella Sicilia occidentale, tra la fine del V e gli inizi del IV secolo a.C., si assiste alla coniazione di una serie di emissioni in bronzo aventi in comune la raffigurazione al diritto della testa di Eracle nella leontè. Queste emissioni interessano le zecche di Selinunte, Thermai, Solunto e Cefalù, oltre a quella di Akragas, sotto forma di contromarche. Vengono pertanto coinvolte alcune città situate nell’area di influenza sia cartaginese che greca. Il prototipo siciliano di questo soggetto lo ritroviamo nelle emissioni di tetradrammi di Kamarina a partire dal 425 a.C. E’ probabile che, sulla decisione di realizzare questi bronzi con la testa di Eracle, abbia influito non poco la diffusione dei tetradrammi camarinesi, alcuni dei quali firmati da Exakestidas e certamente presenti anche nell’area punica. Tutte queste emissioni bronzee hanno in comune il dato ponderale, in quanto si tratta, con pochissime eccezioni, di monete di peso oscillante tra g. 1 e 3. Che sia stata soltanto Kamarina, sul finire del V secolo a.C., a proporre il ritratto eracleo sull’argento, è un dato che non consente deduzioni di sorta.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.72 – febbraio 1994. Articolo richiesto da un ns. lettore.
di Mariella Cambi Mariani
I Celti transalpini entrarono nella storia romana verso la fine del V secolo a.c., con la discesa in Italia delle prime tribù. Agli occhi del mondo latino, i Galli – così furono chiamati – rappresentavano l’incarnazione dei barbari ignoranti, rozzi e sanguinari; e anche in seguito i popoli di origine latina rimasero attaccati a questo luogo comune che ribadiva una loro presunta superiorità culturale.
Per molto tempo il prototipo dei Galli fu lo sprezzante re Brenno, quello delle parole vae victis, guai ai vinti, gridate ai senatori sul Campidoglio assediato, mentre gettava la spada sulla bilancia del riscatto. Quando a loro volta i Romani entrarono in Gallia con l’intenzione di sottometterla,trovarono una civiltà antica, impregnata di tradizioni, con un profondo senso dell’onore e della comunità patriarcale. Le numerose tribù in oppida, città fortificate ricche di opere pubbliche pregevoli.
La potente casta sacerdotale dei Druidi amministrava la giustizia e guidava la loro religiosità particolarmente sensibile al culto dei morti, perché i Galli credevano nella sopravvivenza dell’anima e in un mondo eterno nel quale tutti si sarebbero ritrovati. L’unico retaggio primitivo era il taglio della testa al nemico valoroso vinto in battaglia, con la convinzione di potersi appropriare delle sue energie fisiche e spirituali.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.72 – febbraio 1994. Articolo richiesto da un ns. lettore.
ALCUNE PRECISAZIONI SU CINQUE MONETE DEL RE NUMISMATICO
Potrà apparire strano ma a quasi settant’anni dalla fine della monarchia in Italia e nonostante le decine di pubblicazioni e studi riguardo la monetazione del re numismatico, l’ultima delle quali è la pregevole opera di Domenico Luppino, Prove, progetti e rarità numismatiche della monetazione italiana (Eupremio Montenegro Editore), qualcosa sfugge o viene dimenticato, così da rendere necessario un richiamo o un’integrazione ai lavori svolti.
Citando, per motivi di comodità e cronologia, l’ultimo studio pubblicato, all’elenco mancano cinque monete che vado a descrivere di seguito, due delle quali sono già citate nell’ormai storica opera di Vico D’Incerti, Le monete discutibili del regno di Vittorio Emanuele III, pubblicato dalla Rivista Italiana di Numismatica (Milano 1956).