Scopo di questo nuovo e ponderoso volume è quello di fornire, per quanto possibile, un quadro aggiornato delle emissioni monetali – certe o probabili – effettuate in Sicilia dai Bizantini e dagli Arabi durante la loro dominazione (rispettivamente, secoli VI-X e X-XII). L’ottima iniziativa editoriale consente di avvicinare a queste monetazioni, troppo spesso trattate da testi divenuti ormai, oltre che datati, anche costosi ed introvabili, una cerchia più ampia di collezionisti ed appassionati, i quali possono disporre di uno strumento pratico ed attuale ad un costo contenuto.
L’opera, introdotta da una prefazione di Vincenzo Tarascio (noto studioso di monetazione islamica, già autore del volume Siciliae nummi cuphici, edito ad Acireale nel 1986), si apre con un capitolo in cui vengono forniti puntuali ragguagli sui metodi di datazione delle monete bizantine (con dettagliati grafici riguardanti i periodi di regno di ciascun imperatore e i relativi anni di indizione) e sulla scrittura cufica usata nelle emissioni arabe (con relativo schema dell’alfabeto cufico), oltre ad alcune note di metodo sulle trascrizioni delle legende presenti sulle monete arabe.
Anticipiamo le nuove pubblicazioni, presentate alla Fiera di Vicenza, che saranno recensite prossimamente su queste pagine.
Bandi monetari italiani, a cura di Michele Chimienti, Accademia Italiana di Studi Numismatici, 2012, pp. 84, s.i.p.
Alberto Campana, Antonio Morello, Samos, Zankle e la Samaina. La nave di Policrate tra Samo e Messina, Editrice Diana, Cassino 2012, pp. 64, 10,00 euro. Per informazioni: www.classicadiana.it
Gianluigi Esposito, Note sui “luigini” di Massa di Lunigiana. Tentativo di elenco delle monete da 8 bolognini di Alberico II Cybo Malaspina, nuova edizione, Associazione Culturale Italia Numismatica, 2012, pp. 128, 10 euro. Per informazioni: www.classicadiana.it
Giuseppe Ligabue, Giovanni Santelli, Il tesoro di Borzano, AlbineaLibri, 2012, pp. 54, s.i.p. Sull’argomento si veda l’articolo omonimo pubblicato su Panorama Numismatico, 277, ottobre 2012, pp. 15-30. Per informazioni: giuseppe.ligabue@libero.it
Eupremio Monetenegro, I dogi e le loro monete, Montenegro Editore, Novara 2012, pp. 927. In vendita sullo shop di Nomisma.
Guido Zavattoni, Coin Weights and Scales. Naples/Sicily, in Cd-Rom.
Con questo libro l’associazione Numismatici Italiani Professionisti (NIP), nata con lo scopo di tutelare il commercio e la cultura delle monete in Italia, dà un fondamentale contributo alla numismatica sabauda proponendo altresì un esempio da seguire per quel che riguarda futuri programmi di collaborazione tra pubblico e privato.
Questo libro presenta infatti una collezione di monete sabaude formata in larga parte negli anni Dieci e Venti del Novecento e donata nel 1951 dalla contessina Margherita Nugent al Gabinetto Numismatico del Museo Archeologico di Firenze. Il catalogo comprende 615 monete che coprono praticamente tutto l’arco della monetazione sabauda, cioè da Umberto II (1080-1103) a Vittorio Emanuele III. A questa produzione hanno partecipato diversi soci NIP: Luca Alagna, Andrea Cavicchi, Paolo e Silvana Crippa e Andrea Paolucci.
La presente raccolta non solo è particolarmente importante per la presenza di numerosi esemplari di grande rarità ed interesse numismatico, ma anche perché rappresenta un nucleo intatto che, grazie alle numerose provenienze conosciute, può costituire uno spaccato di ciò che era il collezionismo italiano all’inizio del secolo scorso. Paolo Crippa dedica infatti un capitolo al collezionismo ed al commercio numismatico durante il Regno d’Italia elencando i commercianti e le aste dove fecero incetta di monete il conte Laval Nugent e la figlia Margherita. Possiamo citare, tra le altre, le aste Santamaria (collezioni Martinori, Ellmann, Venturi Ginori), Ratto (collezioni Rossi, Foresti, duplicati di un museo straniero, Martini), Baranowski (collezioni Cuzzi e di antica e nobile famiglia).
di Giuseppe Carucci
NEL 1949 NELL’URSS ANCORA PROVATA DALLA RICOSTRUZIONE POST BELLICA E DALLA DITTATURA, SI PENSO’ DI ISTITUIRE L’ORDINE DI STALIN. MA DOPO NON SE NE FECE NULLA E IL GRANDE E FEROCE DITTATORE NON FU EFFIGIATO NE’ SU MONETE, NE’ SU BANCONOTE NE’ SU ONORIFICENZE.
Austria, Germania e Russia divennero repubbliche. In Austria e Germania nacquero stati gravati da pesanti riparazioni di guerra nei confronti delle nazioni vincitrici a cui si aggiunsero perdite territoriali. L’economia distrutta produsse inflazione galoppante, l’arroganza dei vincitori, l’umiliante occupazione della regione carbonifera della Saar da parte della Francia, tutto ciò rese debole ed instabile la Repubblica di Weimar che era sorta sulle ceneri dell’impero del kaiser e portò la società tedesca alla deriva catastrofica del nazzismo che prometteva di riscattare l’orgoglio nazionale lavando le offese subite in nuovo sangue.
L’Italia d’altra parte, seppure nazione vincitrice, vide una monarchia che aveva assistito impaurita alla ecatombe di re ed imperatori e che pensò di aver individuato nel movimento fascista il giusto puntello che avrebbe garantito ancora lunga vita a casa Savoia.
Segue: articolo completo in formato PDF da Panorama Numismatico nr.223/novembre 2007
di Gianni Graziosi
Gli appassionati di numismatica non possono non conoscere, almeno di nome, Lorenzo Bellesia. Grande conoscitore ed esperto di monete ha scritto, al riguardo, vari libri ed innumerevoli articoli. Solo per fare qualche esempio si possono ricordare le splendide monografie sulle emissioni delle zecche di Ferrara, di Reggio Emilia, di Lucca, di Como, di Massa di Lunigiana, di Mirandola (ducato dei Pico), volumi fondamentali per lo studio della storia della monetazione italiana, ricchi di riferimenti storici, di notizie, di immagini. Ebbene, non pago di tutto ciò, ora Bellesia ci sorprende piacevolmente dando alle stampe questo libretto di racconti brevi, in tutto sono 39. Storie che descrivono la natura e l’indole dell’uomo, non tralasciando anche le monete.
Il primo racconto (Il cercatore di tesori), veramente emblematico e decisamente gradevole, ci ricorda le storie fantastiche, una più incredibile dell’altra, di favolosi tesori ritrovati con il metal detector. Dell’idea, o semplicemente del fugace pensiero o della fantasia che ha coinvolto, forse, ogni collezionista di monete di impegnarsi in questa attività. Con il metal detector sono stati effettivamente ritrovati tesori come, da esempio, il grande accumulo di monete romane, risalenti al III secolo (52.500 ca.), rinvenuto da Dave Crips in un campo nel Somerset (Gran Bretagna), o quello ritrovato da David Booth vicino alla cittadina di Stirling (Scozia). Altrimenti si può citare il recente tesoro dissepolto a Jersey (isola del Canale della Manica) da due appassionati locali e costituito di monete celtiche (oltre 50.000) dell’Armorica, quindi ribattezzato, parafrasando un noto fumetto, tesoro di Asterix. Ebbene questo breve racconto, per una incredibile coincidenza voluta dal fato, mi ha immediatamente richiamato alla memoria l’immagine di una persona che, con un metal detector, scandagliava il basso fondale nei pressi del porto canale di Riccione. Scena che ho potuto ammirare mentre stavo assaporando un momento di tranquillità su una panchina di fronte al mare dopo le “fatiche” del convegno numismatico (30 agosto-1 settembre) di Riccione. Quanto fervore, quanto impegno traspariva da quella figura immersa nell’acqua che vagabondava, apparentemente senza meta e scopo, come trascinata senza volontà dall’impugnatura del magico strumento incantatore; chissà poi cosa avrà trovato? Mi piace semplicemente credere che tutto alla fine finirà come la storia narrata da Bellesia e che, per ovvie ragioni, non rivelo.