di Roberto Diegi
Magnus Clemens Maximus
Flavius Victor
Eugenius
Di Magno Massimo ho già avuto occasione di parlare più volte, a proposito di Graziano, di Valentiniano II e Teodosio.
Mi ero ripromesso però di dedicargli un breve spazio, perché la sua figura non può, a mio avviso, essere catalogata “tout court” tra gli Usurpatori.
Magno Massimo naque in Spagna attorno al 335 ed era imparentato con la casata di Teodosio. Fece una brillante carriera militare sino ad essere nominato comandante in capo delle forze armate delle Province Britanniche.
Nel 383 i suoi soldati insoddisfatti del regime di Graziano lo elessero Imperatore.
In due brevi note apparse in precedenti numeri di Panorama Numismatico avevo sottoposto all’attenzione dei collezionisti alcune considerazioni riguardo a monete papali deI 1700.
Più in particolare, nel numero 45, descrivevo la mezza piastra di Clemente XI ( 1700 – 172 1) con al rovescio la veduta del porto di Ripetta, notando come tutti i numerosi esemplari osservati, in cataloghi e raccolte, presentassero dei difetti di conio nell’esergo del diritto, proprio in corrispondenza del nome dell’incisore. Inoltre avevo individuato una variante notevole nella rappresentazione del rovescio.
di A. Castellotti
Il sistema romano delle zecche provinciali, molto vasto fino al III secolo, si era notevolmente contratto al tempo dell’ascesa al trono di Anastasio (491) quando solo Costantinopoli e Tessalonica erano rimaste operative.
Dopo la riforma del 498, Nicomedia tornò nuovamente ad affiancare la zecca metropolitana nell’emissione di nuovi nominali in bronzo. Successivamente fu la volta di Antiochia, cosicché, alla morte di Anastasio (518), erano in funzione quattro zecche.
Il regno successivo, quello di Giustiniano I (518-527), vide un’ulteriore espansione della rete di zecche con la riapertura di quelle di Cizico e di Alessandria e pure Tessalonica, per la prima volta nell’era bizantina, batté moneta di bronzo.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.83/febbraio 1995 – articolo richiesto da un ns. lettore
Sabato 13 e domenica 14 aprile verranno battuti da Nomisma 2560 lotti di monete, medaglie e cartamoneta.
Saranno proposte numerose monete antiche tra cui circa sessanta bronzi della collezione Giancarlo Silingardi. Seguirà un buon nucleo di monete romane sia repubblicane che imperiali. Tra queste possiamo segnalare alcuni interessanti aurei come quello dell’augusta Domizia (lotto 162, stima di 25.000 euro). Tra gli altri aurei segnaliamo quello di Nerva con al rovescio le due mani strette intorno ad una insegna (lotto 163, stima di 5.000 euro) ed altri di Traiano, Adriano, Sabina, Antonino Pio e Faustina II (lotto 187, stima di 6.000 euro). Di particolare rarità sono l’aureo di Erennia Etruscilla (lotto 243, stima di 9.000 euro) ed il solido di Licinio battuto a Treviri (lotto 268, stima di 7.000 euro)
di Lorenzo Bellesia
Nel 1761 Vincenzo Bellini pubblicò il suo fondamentale libro dedicato alla monetazione ferrarese. Tra le centinaia di monete illustrate, furono descritti anche due quattrini del marchese Leonello (1441-1450): entrambi avevano al diritto lo stemma del comune di Ferrara e al rovescio San Maurelio ma in uno era presente il solo busto di fronte mentre nell’altro era in piedi col pastorale e benedicente2. Descrivendo quest’ultimo quattrino il Bellini scrisse che nel rovescio vi stà scolpita l’immagine stante di S. Maurelio, intorno alla quale corre la seguente iscrizione: S. MAVRELIVS. È anch’essa di rame mischiato con poco argento…3
Quando fu pubblicato, oltre un secolo e mezzo dopo, il volume X del CNI dove era compresa anche Ferrara, del primo quattrino, quello col busto del Santo, erano riportate ben sei varianti e citati numerosi esemplari (CNI 22-27) mentre del secondo, quello col Santo in piedi, era riportata la sola descrizione tratta dal Bellini (CNI 28).
Segue: articolo completo in formato pdf, tratto da Panorama Numismatico nr.282 – marzo 2013