Il 5 giugno 2013, Münzen & Medaillen GmbH terrà la sua trentottesima asta a Stoccarda. La vendita spazia dalle monete antiche, moderne e contemporanee fino alla letteratura numismatica.
Tra le monete greche antiche, saranno offerte all’asta anche due tetradracmi prodotti a Siracusa da due artisti fustellatori che hanno firmato il loro lavoro, Sosion ed Eumenos.
Sarà presente anche una piccola collezione di monete persiane dal 1° secolo a.C. al 2° secolo d.C, come anche una vasta gamma di monete rappresentanti le immagini più divertenti, belle ed interessanti mai prodotte dal mondo antico: da Mende, una tetradracma che colpisce con una rappresentazione di Dionisio, coppa in mano, che si lascia trasportare a casa dal suo asino dopo una bevuta apparentemente intensa; da Paeonia, una tetradracma raffigurante Eracle mentre combatte atleticamente bloccando a terra un leone sofferente con il braccio sinistro e colpendolo con il destro; da Cnosso arriva, invece, una moneta bronzea con il famoso labirinto; e da Barke, in nord Africa, una tetradracma con una immagine della pianta Silphion, apprezzata nei tempi antichi per le sue qualità medicinali, ma da lungo tempo estinta.
Il lotti principali dell’asta sono composti da una selezione di monete celtiche. Queste provengono da quasi tutto il territorio occupato dai celti, ovvero da Gran Bretagna, Spagna, Belgio e Francia, attraverso la Renania e la Germania meridionale verso le regioni celtiche orientali lungo il Danubio – più di 100 monete celtiche che saranno offerte in asta.
Il Circolo Numismatico Romano-Laziale darà vita, sabato 8 Giugno prossimo a Nepi, all’evento numismatico “Monete e Medaglie della Tuscia”, nel contesto del programma del Palio del Saracino, con la sovvenzione del Comune, del Museo Civico e dell’Ente Palio di Nepi.
Per l’occasione sarà anche pubblicato un quaderno divulgativo sulla monetazione e la medaglistica della Tuscia, dove saranno riassunte le conferenze che si terranno la mattina nella Sala Nobile del Palazzo Comunale.
Info: giarante@aitecsa.it
L’INDAGINE SU UNA VARIANTE DELLA MONETA DA 4 SOLDI RISALENTE AL 1868 SI ARRICCHISCE DI UN NUOVO ESEMPLARE. L’IPOTESI CHE SI TRATTI DI UNA MONETA PRODOTTA IN ZECCA VIENE ORA RAFFORZATA.
di Davide Fabrizi
Nell’asta Varesi “Vicenza Numismatica” del 29 settembre 2012, al lotto n. 323, è stata messa all’incanto una moneta da 4 soldi coniata nel 1868, nel XXII anno di pontificato di Pio IX (fig. 1).
La descrizione della moneta (4 Soldi 1868 A. XXII, Roma. CNI e Pag. mancante come variante Cu g 18,75 • Variante con due stelle per parte ai lati della data e mancante del segno di zecca al rovescio. Esemplare corredato di perizia fotografica di Orlando. Colpi sul taglio) mette in risalto la variante inedita per via della presenza di due stelle ai lati della data, anziché una sola, e della mancanza del segno di zecca. Ci ricolleghiamo all’esemplare sopra illustrato per segnalare come una moneta con le stesse caratteristiche fosse già in fase di studio da parte nostra; questo passaggio in asta pubblica, il primo in assoluto a nostra conoscenza, porta a tre il numero totale di esemplari censiti e tende a rafforzare la
nostra opinione che si tratti di una moneta prodotta in zecca. Vogliamo sottolineare che nel seguente studio vengono proposte delle ipotesi le quali, seppur basate su dati oggettivi, non pretendono di avere valore definitivo, anzi aprono nuovi scenari e ipotesi riguardanti l’esistenza e la circolazione di questa moneta. Auspichiamo infatti, a completamento della presente pubblicazione, l’intervento di qualche esperto del settore che possa fornire notizie o dati aggiuntivi riguardanti la sua coniazione e circolazione.
Durante il pontificato di Pio IX si decise di adeguare la circolazione monetaria dello Stato Pontificio, ormai ridotto alle sole province romane, a quella con sistema metrico decimale adottata dalla lega monetaria tra Francia, Belgio e Italia già dal 23 dicembre 1865. Con editto del 18 giugno 1866, a firma del segretario di Stato, cardinale Antonelli, vennero istituite le nuove monete e le condizioni di cambio delle vecchie, che man mano sarebbero state ritirate dalla circolazione applicando le tariffe di cambio secondo la seguente tabella. (altro…)
UNA MOSTRA A PADOVA FOCALIZZA L’ATTENZIONE SULLA CONIAZIONE DEL SOLIDO E SULLA SUA DIFFUSIONE DAL 313 ALL’ANNO MILLE.
L’imperatore Costantino (306-337) è la figura attorno a cui ruota la mostra In hoc signo vinces. Dal 313 all’anno Mille: la moneta d’oro di Costantino nei secoli, organizzata fino al 26 maggio dal Museo Bottacin di Padova, noto per la ricca raccolta di monete e medaglie.
Tra i più importanti personaggi dell’impero romano, Costantino riorganizzò l’esercito e l’amministrazione e trasferì la capitale da Roma a Costantinopoli. Soprattutto il suo nome è legato a episodi relativi alla diffusione del cristianesimo, quali la vittoria del 312 sul rivale Massenzio al Ponte Milvio (quando ebbe la visione della croce recante la scritta in hoc signo vinces) e la promulgazione dell’Editto di Milano nel 313, con il quale si concedeva piena libertà di culto ai cristiani. Vi è, però, un aspetto, meno noto ma fondamentale, che fa di Costantino una delle figure di maggior rilevanza nella storia economica del mondo antico: l’introduzione di una nuova moneta aurea, il solido, per risollevare lo Stato romano dalla grave crisi economica che lo stava trascinando verso la rovina. (altro…)
L’ANTICA FESTA NATA PER CHIEDERE LA PROTEZIONE DIVINA SUL POPOLO ROMANO E DIVENUTA OCCASIONE PER CELEBRARE L’IMPERATORE E LA SUA DINASTIA, FU RAPPRESENTATA SULLE MONETE DI DOMIZIANO CON DOVIZIA DI PARTICOLARI.
di Gabriele Lepri
Un succinto riferimento di Svetonio e un breve accenno di Tacito costituiscono le uniche notizie presenti nelle fonti letterarie sulla celebrazione dei Ludi Saeculares di Domiziano. Ben tre ludi si erano susseguiti in soli centocinque anni: quelli di Augusto nel 17 a.C., di Claudio nel 47 a.C. e, infine, quelli di Domiziano celebrati nell’88 d.C. L’antica festa, che richiamava la protezione degli dei sul popolo romano all’inizio di una nuova generazione, era diventata un evento piuttosto comune dal momento in cui Augusto l’aveva riorganizzata, facendone un elemento di celebrazione dell’imperatore e della dinastia regnante.
Dei Ludi Saeculares di Domiziano possediamo una documentazione unica nel suo genere rappresentata da diverse tipologie iconografiche nelle quali sono rappresentate i momenti salienti della celebrazione e che in seguito cercherò di spiegare.
Un altro elemento importante per la comprensione delle varie tappe della cerimonia è rappresentata dai resoconti epigrafici incisi su una colonna di marmo collocata nei pressi del Tarentum, pertinenti ai ludi di Augusto e Settimio Severo, e dalla dettagliata descrizione dei tre giorni di festa riportata da Zosimo: questi importanti elementi suggeriscono che la riforma della cerimonia in età augustea costituì il modello seguito nelle linee generali delle celebrazioni successive.
Con i dati in nostro possesso si possono tracciare con buona approssimazione tempi e luoghi della cerimonia. Negli ultimi giorni di maggio i quindicemviri e l’imperatore erano impegnati nella distribuzione ai cittadini di materiale per fumigazioni e nella raccolta di offerte per cereali. I Ludi Saeculares veri e propri prendevano avvio la notte del 1 giugno, con il sacrificio di nove pecore e nove capre alle Moire, seguito nelle due notti successive da quello delle Ilizie con l’offerta di popanae, libum e pthoes e alla Terra Mater che gli veniva sacrificata una scrofa gravida. I sacrifici diurni erano rivolti a Giove Ottimo Massimo e Giunone Regina sul Campidoglio rispettivamente il 1 e il 2 giugno ai quali venivano sacrificati tori e vacche; gli altri sacrifici diurni erano rivolti ad Apollo e Diana sul Palatino il 3 giugno con l’offerta di popanae, libum e pthoes. Le tre notti, poco prima dell’alba, 110 matrone celebravano i sellisternia sul Campidoglio in onore di Giunone e Diana, mentre subito dopo la fine dei sacrifici notturni una scena sprovvista di posti a sedere era destinata ad accogliere delle rappresentazioni teatrali che proseguivano ininterrottamente per i tre giorni e le due notti successive. A questi spettacoli si aggiungevano il 1 giugno i ludi scenici in un teatro ligneo costruito per l’occasione sulle rive del Tevere. Il 2 giugno, dopo il sacrificio dei quindicemviri a Giunone, le 110 matrone celebravano una supplicatio alla dea, mentre il 3 giugno i sacrifici ad Apollo e Diana erano seguiti da una processione di 27 bambini e 27 bambine che procedevano dal Palatino al Campidoglio, cantando l’inno secolare. I ludi si concludevano il 3 giugno con giochi circensi, probabilmente tenuti nel Trigarium, mentre nei giorni successivi prendevano avvio i ludi honorarii, costituiti da rappresentazioni teatrali e seguiti da gare nel circo. (altro…)