Attualmente le nanotecnologie sono uno dei più fecondi campi della ricerca scientifica e industriale; oggi molte aziende basano i loro affari su queste tecnologie innovative e molti prodotti, solo pochi anni fa, non erano neppure immaginabili. Quello che può essere considerato l’inizio della nanotecnologia è il discorso pronunciato il 29 dicembre del 1959, in occasione di un evento dell’American Physical Society, dal fisico americano Richard Feynman (premio nobel per la fisica nel 1965). Il testo, intitolato There is Plenty of Room at the Botton (C’è un sacco di spazio giù in fondo), illustrava la possibilità di scrivere l’intera Enciclopedia Britannica sulla capocchia di uno spillo usando strumenti o macchine di dimensioni atomiche.
Il nanometro (simbolo nm) è una grandezza che corrisponde ad un miliardesimo di metro, all’incirca il diametro medio di un’elica di Dna. La nanotecnologia (da 0,1 a 100 nm) indica la capacità di sfruttare le singole caratteristiche che la materia mostra a queste dimensioni per realizzare prodotti caratterizzati da proprietà spesso eccezionali. Gli odierni telefoni cellulari e i sistemi Gps non sarebbero tanto compatti senza la tecnica conosciuta come nanolitografia (1999), un modo per manipolare la materia alla scala dei singoli atomi al fine di produrre circuiti stampati per molti dispositivi elettronici.
L’interesse nelle nanotecnologie ha coinvolto anche la numismatica. Tra le ultime emissioni delle isole Cook, il nominale da 10 dollari 2012 realizzato in argento (50 g, 50 mm, tiratura 1.000 esemplari) rappresenta una novità considerato che, per la prima volta, vede l’applicazione delle nanotecnologie alla numismatica. Il pezzo, denominato Nano Eath riporta, al dritto, il classico ritratto della regina Elisabetta II mentre al rovescio mostra la figura colorata della terra sorretta da una mano aperta; ai suoi lati i continenti non raffigurati sul globo rappresentati mediante una composizione di puntini. In alto l’iscrizione NANO EARTH e, in piccolo, lo slogan della produzione hold the word in the oalm of your hand, ossia stringi il mondo nel palmo della tua mano. Questa frase è rivolta al piccolo chip (8,6×4,5 mm) collocato al di sopra del globo; in questo minuscolo spazio, grazie alle nanotecnologie è stato inciso, con un’altissima risoluzione (155 megapixel), l’intero planisfero. Utilizzando un microscopio è possibile ammirare, in modo nitido, tutti i particolari.
Le isole Cook hanno anche emesso la prima moneta ovale dotata dell’innovativo nano chip. Il pezzo, in argento da 5 dollari 2012 (25 g, 30×40 mm, tiratura 999 esemplari), celebra i cinquecento anni della Cappella Sistina. Nel 1508 Giulio II della Rovere (1503-1513), un papa che mise in mostra doti di politico e militare, ma anche un notevole mecenatismo, convocò al suo cospetto Michelangelo Buonarroti, artista ammirato e conosciuto a Roma per aver scolpito la Pietà di San Pietro. Il papa chiese a Michelangelo di dipingere ad affresco la volta della cappella che lo zio Sisto IV aveva fatto costruire. L’artista, scultore, accettò malvolentieri un’impresa tanto dura e grandiosa. I lavori si protrassero per quattro anni (terminarono nel 1512), ma usando genio e determinazione, Michelangelo riuscì a creare uno dei massimi capolavori di tutti i tempi. Al rovescio della moneta è raffigurato un particolare della volta della Cappella Sistina, La creazione di Adamo, mentre l’intero affresco è raffigurato con altissimo dettaglio sul nano chip incorporato; naturalmente anche in questo caso per apprezzare il risultato finale è necessario l’uso di un microscopio.
Infine, il recentissimo pezzo da 10 dollari 2013 (50 g) in argento, denominato NANO SPACE (esplorazione dell’universo), racchiude un chip sul quale può essere visualizzato, con grande dettaglio, l’intero sistema solare.
Anche altre monete sono state realizzate sfruttando le nuove tecnologie. Il Canada, ad esempio, nel 2011 ha emesso una moneta da 25 dollari in argento (62,41 g, 60 mm, 7.500 pezzi) con una dettagliata mappa della città di Toronto basata su immagini satellitari di Google Earth. Il pezzo, realizzato con microscopico realismo tridimensionale mediante tecnologia laser, si fonda sulle possibilità offerte in cartografia dalle riprese effettuate dai satelliti e diffuse dalla rete. Al rovescio, su una parte del bordo sono raffigurate immagini, placcate in oro, di alcuni monumenti tipici di Toronto come la famosa Torre CN (Canadian National Tower, torre per telecomunicazioni) che raggiunge 553 m di altezza.
Anche le isole Figi hanno emesso monete analoghe sfruttando le mappe satellitari di Google Earth. Il set comprende cinque pezzi in argento, valore facciale di 5 dollari 2011 (62,2 g, 60 mm), che riproducono ognuno parte della mappa delle città di Parigi, Berlino, New York, Sidney, Tokio. Il servizio Google Maps, accessibile dal relativo sito web, consente la ricerca e la visualizzazione di mappe geografiche di buona parte della terra; oltre a questo è possibile ricercare servizi, trovare un percorso stradale fra due punti e visualizzare foto satellitari di molte zone con diversi gradi di dettagli.
La zecca reale olandese, nel 2009, ha coniato una moneta da 5 euro per commemorare i 400 anni da quando Henry Hudson, per conto della compagnia olandese delle Indie orientali, ha messo piede sull’isola di Manhattan nel 1609. Entrambi i lati mostrano mappe dettagliate di Manhattan: al dritto la visione è basata sulle immagini di Google Earth, mentre al rovescio è raffigurata la Manhattan del 1609, ricostruzione fatta su mappe storiche del XVII secolo.
Le innovative monete emesse dalle isole Cook potrebbero rappresentare un passo importante verso le monete del futuro dato che, con la nanoincisione, possono essere inseriti elementi di sicurezza e di identificazione. Nelle nostre vite si sta facendo strada la “realtà aumentata”, connubio tra le tecnologie informatiche e le comunicazioni che sfruttano i sistemi Gps e wireless. I dispositivi elettronici diventano sempre più piccoli, veloci e potenti. Oggi, in un mondo sempre più connesso grazie all’infrastruttura nota come Internet, vengono creati nuovi software capaci di imparare e di manipolare la materia nella scala dei singoli atomi. In quale direzione evolveranno le nuove tecnologie? Difficile prevederlo, ma forse si possono immaginare anche monete “intelligenti”, capaci cioè di interagire con altri dispositivi… chissà. Ma è curioso osservare che le stupende sfumature di colore della coppa di Licurgo (IV secolo d.C.) e le famose caratteristiche di durezza delle spade dei templari erano dovute a processi di lavorazione basati rispettivamente su nanoparticelle di oro e su nanotubi di carbonio. I nostri antenati non lo sapevano e solo oggi abbiamo capito l’origine delle loro eccezionali proprietà, la nanotecnologia.
Articolo anteprima di Panorama Numismatico nr.285 di Giugno 2013 di prossima uscita