Tiberius Claudius Nero Drusus.
Biografia
Claudio nacque a Lugdunum nel 10 a.C.: era il figlio minore di Nerone Druso Maggiore (fratello di Tiberio) e di Antonia Minore, figlia del triumviro Marco Antonio e di Ottavia, sorella di Augusto. Fratello di Germanico, era quindi zio di Gaio-Caligola.
Claudio venne acclamato imperatore dai pretoriani, subito dopo l’uccisione di Caligola ed il Senato, seppure a denti stretti (alcuni senatori avevano persino immaginato un ritorno alla repubblica) ratificò la sua nomina conferendogli i poteri imperiali: era il 23 gennaio del 41 d.C. e Claudio divenne imperatore con il nome di Tiberius Claudius Drusus Caesar Augustus Germanicus.
Il nuovo imperatore aveva 51 anni, non godeva di buona salute e si presentava affetto da una marcata goffaggine (tra l’altro era anche balbuziente) che sembrava addirittura la manifestazione di un certo ritardo mentale. Ma non era proprio così.
Era cresciuto lontano dalla politica, dedicandosi con passione e competenza agli studi di storia e di filologia; aveva scritto anche diversi libri, sugli Etruschi, sui Cartaginesi e sul principato di Augusto. Aveva goduto della simpatia di Augusto, di Tiberio e anche, moderatamente, di Caligola, che nel 37 lo aveva eletto proprio collega nel consolato. Probabilmente non era stato considerato un concorrente pericoloso, ma solo un innocuo studioso, per giunta anche un po’ ritardato.
Peraltro, nonostante questo suo apparente, ma anche abbastanza reale, distacco dalla vita pubblica, Claudio era tutt’altro che uno sprovveduto e tanto meno un semiritardato mentale. Già al suo esordio come imperatore dimostrò infatti di conoscere assai bene l’arte di governare.
Elargì subito importanti donativi ai pretoriani, dichiarando esplicitamente che era esclusivamente a loro che si sentiva debitore del trono. Fece anche coniare monete che ricordavano il giuramento di fedeltà dei pretoriani ed una sua visita alla loro caserma; viceversa, nonostante una apparente deferenza formale, non cessò mai di mostrare un netto risentimento nei confronti del Senato che aveva esitato prima di riconoscerlo come imperatore.
Claudio non era certo animato da spirito guerresco, oltretutto era privo di qualsiasi esperienza militare, ma ciò non gli impedì di ottenere anche il favore dell’esercito, che in lui riconosceva il fratello di Germanico, idolatrato dalla truppa e del quale l’imperatore aveva anche adottato il nome.
Claudio morì nel 54 d.C. pare per un avvelenamento da funghi. Molti sostengono che la sua morte fu “propiziata” dall’ultima moglie Agrippina Minore, sorella di Caligola e quindi nipote di Claudio. Ma poiché il figlio di costei, Nerone, già designato erede al trono, aveva solo 17 anni, sembra strano che Agrippina volesse la morte di Claudio a favore del figlio: era troppo presto.
La famiglia
Claudio si sposò ben quattro volte, ma solo due delle sue mogli sono passate alla storia: Valeria Messalina, sposata nel 39 quando la ragazza aveva solo 14 anni e ricordata soprattutto per la disinvoltura dei suoi costumi sessuali e Agrippina Minore, sposata nel 49 e più nota per essere stata la madre di Nerone, adottato da Claudio come suo figlio e designato erede al trono.
L’imperatore aveva avuto da Messalina due figli di cui uno maschio, Britannico, che però venne diseredato dopo che la madre Messalina era stata costretta al suicidio, o uccisa, a causa della sua ennesima tresca “sentimentale” e della accusa di complotto contro l’imperatore. Questa volta Claudio fu costretto ad aprire gli occhi, anche se forse un po’ malvolentieri: le redini della situazione, che rischiava di coinvolgere la corte in uno scandalo, furono prese dal liberto Narcisso, molto potente e vicino all’imperatore: costui fece arrestare e poi giustiziare l’amante di turno di Messalina, tale Gaio Silio accusato di complotto, e costrinse la stessa al suicidio. Secondo alcuni fu pugnalata prima che incontrasse per l’ultima volta Claudio, al fine di evitare che il suo ascendente sull’imperatore trovasse modo di esercitarsi ancora una volta.
Messalina fu dipinta dagli antichi storici come il prototipo della dissolutezza ma oggi si tende a rivalutare la figura di questa imperatrice, ferma restando la sua disinvoltura sessuale, e a sottolineare come probabilmente la sua fine fosse stata decretata dalla potente casta dei liberti, con a capo il già citato Narcisso, che sotto Claudio aveva assunto il controllo di molte leve del potere e che temeva che Messalina potesse influenzare negativamente l’imperatore nei suoi confronti.
Fu questa, forse, l’unica volta in cui Claudio dimostrò mancanza di mordente. Alcuni sostengono che, nonostante tutto, Messalina fu l’unica donna veramente amata da Claudio.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.223/novembre 2007