Continuano le uscite nella collana delle Monete Italiane Regionali (MIR), collana iniziata ormai diversi anni fa da Alberto Varesi e che ha conosciuto un grande successo basato essenzialmente su due elementi. Il primo è la praticità di consultazione: descrizioni semplici e standardizzate, fotografie posizionate direttamente sopra la descrizione, riferimenti bibliografici e dati tecnici essenziali ma completi. Il secondo elemento è la presenza delle valutazioni di mercato. Come noto, per molti settori della numismatica italiana non ci sono prezzari e, per avere un’idea del valore di una moneta, occorrerebbe sfogliare i cataloghi d’asta ed avere molta fortuna oltre che tanta pazienza. I manuali MIR invece permettono di avere subito una idea del valore e della rarità. Rappresentano perciò un ottimo vademecum per il collezionista ed un riferimento bibliografico per il commerciante.
Di sicuro interesse sarà perciò quest’edizione dedicata alla monetazione napoletana che è notoriamente molto seguita dai raccoglitori ma per la quale fino ad ora l’unico testo di riferimento completo, a parte il solito CNI, era il lavoro di Michele Pannuti e Vincenzo Riccio pubblicato nel 1984, lavoro che però è un po’ troppo sintetico dal punto di vista numismatico e soprattutto, dal punto di vista collezionistico, manca dei gradi di rarità anche se qualche anno dopo l’uscita del libro fu pubblicato, a cura di Alberto De Falco, un prezzario.
L’autore di questo volume della collana è Davide Fabrizi che nell’introduzione ha indicato le linee essenziali seguite, in particolare per quel che riguarda le varianti, problema davvero spinoso nella monetazione napoletana. Si è scelto di presentare soltanto il tipo principale specificando però nelle note i particolari riguardanti leggende, sigle, dimensioni o ribattiture e tutto quanto può interessare al collezionista.
Le pagine iniziali affrontano diversi argomenti. Troviamo infatti un breve glossario delle monete napoletane ed un tabella dei rapporti di valore. Segue una breve descrizione dell’evoluzione dei sistemi monetari a partire dal periodo bizantino. Un capitolo è dedicato anche alla interpretazione di alcune imprese sulle monete napoletane mentre un altro traduce le leggende latine. La bibliografia ci sembra piuttosto scarna, mancando di molti lavori pubblicati recentemente, tra cui il MEC 14 e diversi articoli di Panorama Numismatico. Meglio sarebbe stato quindi aggiungere a questa bibliografia l’aggettivo “essenziale”. Il catalogo vero e proprio inizia dal periodo bizantino e precisamente da un mezzo follis di Costante II (641-668) caratterizzato dalla sigla NE per Neapolis. Prosegue poi fino a Francesco II di Borbone (1859-1860) escludendo quindi le emissioni del Regno d’Italia. I capitoli più grandi e complessi sono ovviamente quelli dedicati a Carlo V ed ai sovrani spagnoli da Filippo II a Filippo IV. Come detto, il problema delle varianti non è stato affrontato mentre si sono elencate puntualmente le date e le sigle degli zecchieri con relative rarità e valutazioni. Generalmente le foto sono di buona se non ottima qualità facendo anche uso dei bei disegni del Cagiati. Le valutazioni sono espresse per due gradi di conservazione, da molto bello a splendido. La valutazione intermedia di bellissimo si ricava da una media delle due accennate quotazioni, valore che forse sottostima l’alta conservazione che nella monetazione napoletana è tanto rara quanto apprezzata.
In conclusione, si può essere certi che questo volume costituirà il nuovo testo di riferimento per la monetazione napoletana.
D. Fabrizi
MONETE ITALIANE REGIONALI. NAPOLI
Edizioni Numismatica Varesi, 2010
17 x 24 cm, 315 pp.
100 Euro
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