di Pasquale Attianese
UN PICCOLO BRONZETTO TROVATO IN UN LOTTO PERMETTE DI DESCRIVERE MEGLIO UNA EMISSIONE DI CROTONE.
E. Arslan, curatore della Sylloge Nummorum del Museo Provinciale di Catanzaro, aveva segnalato alla tav. XXXIX nn. 446-447, due monetine dall’identico rovescio che, non essendo ben conservate, aveva poi inserito tra quelle di attribuzione difficile ed incerta.
Ecco la descrizione di questa moneta:
Valore incerto – Peso g 1,56 – Ø mm 12 – Asse di Conio: ore 8
D/ Testa virile, imberbe, giovanile, probabilmente laureata, rivolta a destra. (Apollo Aleo?).
R/ Tripode delfico con coperchio o cortina (ολμοϑ) emisferica, su linea d’esergo; a sinistra legenda KPO, a destra piccola Nike, che vola di fianco al tripode.
Non conoscendo la reale provenienza di questo strano esemplare che qui presento, in quanto ha fatto la sua comparsa in un lotto misto di monete magno-greche e siceliote, venduto da una prestigiosa casa d’aste numismatiche, possiamo solo prendere atto di una probabile nuova acquisizione relativa ad un’emissione dell’antica Kroton. Dico probabile, in quanto Ermanno Arslan, nella pubblicazione della Sylloge delle Monete Greche al Museo Provinciale di Catanzaro, segnala e descrive le due monete sopra citate con lo stesso rovescio di questa qui presentata. Solo che, a dire dello studioso, al diritto è presente la testa di Herakles con pelle leonina ed, onestamente, afferma che i due bronzi siano d’incerta lettura e di dubbia classificazione1.
Il collezionista possessore, che in questa sede voglio ringraziare, anche se ha espresso il desiderio di non essere nominato, mi ha concesso la facoltà di fotografare il ben strano esemplare e di renderlo pubblico, ben sapendo del mio interessamento alle coniazioni enee crotoniati, da me pubblicate nel 2005 nel volume Kroton. Le Monete di bronzo, per i tipi della Casa Editrice Rubbettino di Soveria Mannelli. Ebbene, credevo di aver pubblicato quasi tutte le coniazioni della città, ma sbagliavo, poiché è venuta allo scoperto quest’ulteriore esemplare che mi fa convincere sempre di più, come in archeologia ed in numismatica, l’ultima parola non si può mai dire.
Sarebbe interessante conoscere l’effettiva situazione stratigrafica di questo sottomultiplo dell’unità maggiore, con ogni probabilità l’obolo (peso teorico g 9,44), ma non essendo possibile c’è da dire che, sulla base del peso, potrebbe essere un dikalkos (2/6 dell’unità monetaria), oppure, rapportandolo metrologicamente al sistema monetario latino, una semuncia di un asse di norma quasi sestantale ridotta.
In tal caso sarebbe agevole datare la monetina verso l’ultimo decennio del III secolo a.C. (in piena decadenza della grande Kroton), in quanto nessun elemento in nostro possesso impedisce di credere che Crotone, nel corso del disastroso periodo annibalico, abbia continuato a coniare monete enee di piccolo taglio, destinate ad una circolazione alternativa o parallela alle serie monetali cartaginesi, brettie e lucane.
Esaminando più dettagliatamente i tipi, si potrebbe dedurre che la testa del diritto, con molta probabilità, sia quella d’Apollo e forse proprio quella d’Apollo Aleo, al quale era dedicato un importante tempio nei pressi dell’attuale Cirò Marina (KR), scavato da Paolo Orsi negli anni ’20 del secolo scorso, con il rinvenimento del famoso acrolito di Apollo Alàios (=errante), attualmente conservato nel Museo di Reggio Calabria e l’anno scorso dato in prestito dal Ministro Rutelli ad un museo americano. Il profilo, presente al diritto del bronzetto, specie per l’acconciatura dei capelli, richiama in modo evidente la testa della divinità molto venerata in tutto il mondo ellenico della madre patria e della colonia2.
Per il tripode con calotta emisferica si può fare riferimento ad una serie di stateri d’argento crotoniati emessi verso l’inizio del IV sec. a.C3.
Altresì il tripode era l’emblema sacro ad Apollo, la cui sacerdotessa, a Delfi, sedeva sul bacile, quando forniva gli oracoli ai richiedenti4.
Interessante la presenza della piccola Nike che vola di fianco al tipo primario, che si riscontra sui rovesci di una serie di stateri argentei, inquadrabile cronologicamente al medesimo periodo, o poco prima.
La presenza di Nike (=la Vittoria) potrebbe voler significare qualche trionfo oppure un riferimento alla Lega italiota, con sede a Crotone, istituita per salvaguardare adeguatamente le Poleis achee dall’imminente pericolo del dissolvimento interno, causato dai numerosi attacchi esterni alla libertà dei coloni italici, ed anche per difendersi dalle sempre più frequenti ritorsioni che le orde fameliche e sfrenate di mercenari, lucani e brettii, operavano da tempo nel territorio della Megale Hellàs.
Note
1 E. A. Arslan, Sylloge Nummorum Graecorum, Italia, Museo Provinciale di Catanzaro, Catanzaro 1999.
2 P. Orsi, Ad Crimisa Promontorium, Atti e Memoria della Società Magna Grecia 1932, Roma 1933.
3 P. Attianese, Kroton ex nummis historia, Edizioni T.S., Settingiano 1992.
4 Diodoro Siculo, Biblioteca Storica, Londra 1969.
Articolo tratto da Panorama Numismatico nr.236/gennaio 2009.