Michele Chimienti ormai da decenni sta dedicando tutte le sue ricerche in campo numismatico alla zecca di Bologna perché in questa città è nato e lavora.
Sono decine e decine i contributi ad essa dedicati, contributi basati sopratutto su una attentissima e scrupolosa indagine archivistica. Soltanto nel 2008 aveva dato alle stampe il suo primo volume, La zecca di Bologna e le sue macchine, ed ora porta finalmente a compimento quello che tutti si aspettavano da lui: un libro dedicato alle monete bolognesi, non solo le medievali, quelle predilette dall’autore, ma anche quelle del Sette ed Ottocento per arrivare fino all’ultima emissione a nome di Vittorio Emanuele II che poi sancì la chiusura definitiva.
Come base di lavoro Chimienti ha utilizzato le monete del Museo Civico Archeologico di Bologna in modo che questo stesso libro ne diventasse il catalogo generale. Dove la collezione civica mancava è stata integrata con esemplari presi da altri musei o collezioni private o, ancora, cataloghi d’asta.
Come l’autore stesso evidenzia nella sua premessa, ha cercato di documentare per ogni moneta non solo la sua descrizione standard, compreso il peso ufficiale prescritto dai documenti d’epoca, ma anche quei dati specifici che variano in ogni esemplare, come il diametro ed il peso reale.
A parte alcune pagine introduttive, comunque molto approfondite, Chimienti ha riservato a successivi volumi una più ampia trattazione degli aspetti storici, economici ed artistici.
Il primo capitolo tratta delle caratteristiche generali delle monete bolognesi e delle tecniche di emissione. Segue una sintesi storica dove sono delineati i periodi di attività: il Medioevo, le dominazioni straniere e le signorie, il periodo pontificio e l’evo contemporaneo. Vengono poi descritti i nominali battuti nei sette secoli di monetazione bolognese.
I capitoli successivi riguardano poi gli zecchieri e gli incisori della zecca (con interessantissimi confronti fra diversi ritratti sulle monete e tra ritratti su monete e dipinti), seguono alcune note di araldica bolognese, una storia della formazione della civica collezione numismatica bolognese, altre note su monete false, d’imitazione e contraffazione ed infine su alcune contromarche. Un apposito capitolo è riservato alla vexata quaestio della zecca di produzione delle monete a nome di Giovanni II Bentivoglio un tempo assegnate ad Antegnate ma ora di ritenersi definitivamente risolta con l’assegnazione a Bologna.
Ancora, troviamo un capitolo sulle caratteristiche delle monete bolognesi dedotte da documenti ufficiali. Infine è proposta una corposa bibliografia.
Per venire al catalogo, osserviamo che in ogni capitolo le monete sono proposte in ordine decrescente di valore e per i nominali che possono presentare il millesimo, ad esempio i comuni mezzi bolognini ed i quattrini in rame, sono riportati i diversi millesimi anche se non tutti illustrati se non presenti nella collezione del Museo Civico. L’autore non ha riportato le singole varianti epigrafiche limitandosi ad una leggenda tipo. Per esempio, della comunissima muraiola del papa Innocenzo XI sono illustrate due sole varietà nel disegno del piviale mentre in calce si trova l’elenco degli esemplari presenti al Museo con le caratteristiche tecniche come inventario, diametro, peso, conservazione ed orientamento del conio.
Un dato utilissimo, specificato moneta per moneta, è il valore nominale dell’epoca. Altro elemento di indubbio interesse è il grado di rarità indicato dall’autore basandosi sulla sua esperienza pluridecennale di studioso e di collezionista.
Il catalogo è interamente a colori e cartonato.
E’ naturale concludere che questo lavoro di Michele Chimienti sarà la piattaforma per tutti gli studi sulla zecca di Bologna e lo strumento di classificazione indispensabile per collezionisti e commercianti.
M. Chimienti
MONETE DELLA ZECCA DI BOLOGNA
Edizioni Format.bo,
Bologna 2009
21 x 30 cm,
604 pp.
Euro 120,00
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