Recentemente la zecca austriaca ha emesso il quinto conio della serie “Racconti e leggende dell’Austria” dedicato al Lindwurm di Klagenfurt, cittadina della Corinzia bagnata dal lago Wörth. La moneta, 10 euro 2011 in argento (16,00 g), presenta, al dritto, la fontana Lindwurm collocata nella piazza centrale della cittadina con la statua di Ercole; sull’altro lato è raffigurata la scena della cattura del mostro. La famosa fontana del drago, risale al 1590, probabilmente fu scolpita da Ulrick Vogelsand, successivamente, nel 1636, venne aggiunto Ercole. Essa raffigura il Lindwurm, l’animale emblema di Klagenfurt, e la sua costruzione è da ritenersi collegata alla saga di fondazione della città secondo la quale un gruppo di uomini coraggiosi riuscì ad uccidere un drago maligno che viveva nella zona e terrorizzava i viandanti mentre attraversavano il fiume e le paludi.
In questo modo furono poste le basi del villaggio che sarebbe poi diventato la moderna città; Klagenfurt significa “guado dei lamenti”. Il modello servito per scolpire la fontana del Lindwurm, molto probabilmente, fu il cranio fossile ritrovato, nel 1335 (la data non è certa), in una vicina località (cava del drago), la statua si può considerare la prima ricostruzione paleontologica di un animale. Ancora oggi il cranio fossile è conservato presso il museo locale ma, con grande delusione di chi crede nell’esistenza degli animali fantastici, è stato appurato essere il cranio di un rinoceronte lanoso, Rhinoceros tichorhinus, un mammifero vissuto nella zona durante l’ultimo periodo glaciale, il würmiano terminato circa 10.000 anni fa.
Credo di non sbagliare dicendo che l’essere più fantastico, protagonista di miti, leggende, favole, saghe a non finire sia il drago in tutte le sue varie rappresentazioni: a volte con ali di pipistrello, può avere due o quattro zampe artigliate, la pelle è squamosa, spesso dalle fauci erutta fiamme e fumo, la lingua può essere foggiata a dardo ed anche la coda può terminare in questo modo, ecc. È un drago quello che custodiva il pomo dell’immortalità nel giardino delle Esperidi che fu ucciso da Ercole durante una delle sue dodici fatiche. Sempre un drago custodiva il vello d’oro. Nel medioevo, almeno in Europa, diventa il simbolo del demonio e spesso nell’iconografia cristiana incarna i sette vizi capitali. Esso è dunque una rappresentazione del male contro il quale combatte l’eroe che rappresenta il bene o il santo di turno. Il drago è presente nel folclore di tutti i popoli e la fantasia, nel passato, ha spesso lavorato alacremente dopo il ritrovamento di ossa fossili strane, sconosciute, non identificabili perché appartenenti ad animali ignoti o estinti. Molte leggende sono nate in questo modo, ossa che hanno alimentato la convinzione dell’esistenza di mitiche creature come ciclopi, draghi, unicorni.
Ovviamente la moneta emessa dall’Austria non è la prima con l’immagine di un drago, ricordo che esso è presente nell’iconografia di alcuni santi e pertanto è stato precedentemente raffigurato su numerosissimi pezzi. Ad esempio: i coronati, coniati a Napoli e a l’Aquila da Ferdinando I d’Aragona re (1458-1494), mostrano l’Arcangelo Michele mentre trafigge un drago; la mezza piastra di Clemente XI (1700-1721) riporta la scena dello scontro tra san Crescenziano di Urbino e il drago; san Giorgio a cavallo in lotta con il drago è raffigurato su monete di diverse zecche italiane a partire dal XV secolo come Mantova, Ferrara, Genova, Tresana, Masserano, Casale, Desana.
Il pezzo emesso dall’Austria non è il solo a riportare l’immagine di un animale fantastico, altre zecche hanno prodotto pezzi accattivanti per gli appassionati di criptozoologia. Il Canada, nel 2011, ha coniato una moneta da 25 centesimi colorata con la raffigurazione di uno Sasquatch, il presunto essere di aspetto antropomorfo che vivrebbe lungo tutta la catena delle Montagne Rocciose, uno specie di Yeti americano. In un secondo conio, sempre da 25 centesimi, è invece rappresentato Memphre, l’inafferrabile mostro che si troverebbe in un lago (Memphremagog) a 100 chilometri da Montreal. Ed ancora, nel 2009, le isole Cook hanno emesso una serie dedicata agli animali misteriosi, sette le monete.
I pezzi, valore un dollaro, sono in argento colorato e raffigurano: Nessie, il mostro di loch Ness, il più conosciuto e il più studiato animale acquatico che vivrebbe nel lago omonimo in Scozia, qualcuno lo ritiene un plesiosauro scampato all’estinzione della fine del Cretaceo; Bigfood, ovvero piedone, questo è il nome ironico con cui è conosciuto Sasquatch negli Stati Uniti; Medusa, la Gorgone per eccellenza, regina delle sue sorelle Stheno ed Euriale, aveva la chioma brulicante di serpenti e il suo sguardo era in grado di pietrificare, fu sconfitta da Perseo; Fenice, il mitico uccello d’Arabia dalle piume rosso dorate che ha l’inverosimile caratteristica di rinascere dalle proprie ceneri; Pegaso, il più famoso dei cavalli alati, sarebbe nato dalla terra bagnata dal sangue di Medusa; Baba Yaga, una vecchia strega nei racconti russi che vive in una capanna sorretta da due zampe di gallina; ed infine non poteva mancare il Draco Magnus.
Per concludere ricordo che anche nel passato animali mitologici, fantastici sono stati raffigurati sulle monete, i risultati sono stati, a mio avviso, decisamente notevoli. L’Ippocampo alato su tondelli di Tiro (IV secolo a.C.) e litre di Siracusa, la Chimera su stateri d’argento di Sicione (IV secolo a.C.) e monete etrusche, Pegaso su tondelli di Corinto (III secolo a.C.), Leontini e Siracusa, la Gorgone su tondelli etruschi (VI-V secolo a.C.) e dracme di Apollonia Pontica, l’Unicorno su pezzi da 2 soldi marchesani a nome di Ercole I d’Este (1471-1505), la Sfinge su tondelli etruschi, denari romani e tetradracme di Chios, il Grifone su denari romani emessi a nome di Papia (79 a.C.), la Fenice su l’oncia da 30 tarì di Ferdinando III di Borbone (1759-1816), Scilla su monete di Akragas, Cuma, Allifae, …. e l’elenco potrebbe continuare a lungo.