Il XVI secolo (1506-1613)
Dopo l’inizio del XVI secolo la sottomissione allo stato pontificio, eccetto una brevissima parentesi nel 1511 quando i figli di Giovanni II Bentivoglio si impadronirono per pochi mesi della città, non venne mai più messa in discussione. Il governo della città era affidato al Cardinale Legato ed al Senato bolognese composto da un ristretto numero di famiglie a cui i pontefici avevano concesso ampi privilegi per legarle a se. Ciò nonostante questa seconda fase fu caratterizzata da larvati ma continui attriti tra il potere centrale di Roma, che voleva omogeneizzare tutte le zecche dello Stato della Chiesa, e le tendenze autonomistiche della città.
I tipi monetari erano quelli caratteristici di Bologna, come pure la lega dell’argento all’ 82% circa, ma accanto ai nominali ed ai loro multipli specifici del sistema metrologico bolognese (bolognino da 6 quattrini12 e gabelle13 da 13 quattrini ) fecero la loro comparsa anche nominali sul piede romano14, ovvero di valore equivalente ai multipli del baiocco (giulio da 10 baiocchi, grossi da 5, testoni da 30, ecc.), di solito anch’essi alla lega bolognese; in qualche rara occasione queste ultime monete furono battute alla lega romana (92% circa).
Nei bandi bolognesi del XVI secolo il circolante veniva considerato di tre tipi:
- le monete d’oro, definite nei documenti “scudi” (compresi i mezzi scudi e le doppie);
- le monete spicciole di bassa lega d’argento, definite nei documenti “moneta di quattrini” (denari, quattrini, sesini da due quattrini, bolognini di mistura e muraiole da 2 bolognini);
- tutte le monete di buona lega d’argento chiamate genericamente “moneta”.
Autorità emittenti | |
GIULIO II | 1503-13 |
LEONE X | 1513-21 |
ADRIANO VI | 1522-23 |
CLEMENTE VII | 1523-34 |
PAOLO III | 1534-49 |
GIULIO III | 1550-55 |
MARCELLO II | 1555 |
PAOLO IV | 1555-59 |
PIO IV | 1559-65 |
PIO V | 1566-72 |
GREGORIO XIII | 1572-85 |
SISTO V | 1585-90 |
URBANO VII | 1590-590 |
GREGORIO XIV | 1590-91 |
SEDE VACANTE | 1591 |
INNOCENZO IX | 1591 |
CLEMENTE VIII | 1592-1605 |
Il XVII e XVIII secolo (1613-1796)
Con Paolo V, all’inizio del XVII secolo, i pontefici raggiunsero il loro scopo di coniare nella zecca bolognese monete esclusivamente alla lega romana; in seguito, nel volgere di pochi anni (la manovra risultò perfettamente compiuta con l’emissione del 1624), il bolognino, scese allo stesso valore del baiocco e da allora fu sempre mantenuta l’equivalenza.
Solo i tipi monetari restarono quelli soliti della tradizione bolognese (stemma di Bologna, leone rampante, croce gigliata, S. Petronio, Madonna col Bambino in braccio, ecc.). Nel 1736 la zecca bolognese ottenne l’autorizzazione per battere alcune monete alla vecchia lega bolognese (carlino da cinque bolognini e bianco da dodici).
Autorità emittenti | |
GREGORIO XV | 1621-23 |
URBANO VIII | 1644 |
INNOCENZO X | 1644-55 |
ALESSANDRO VII | 1655-67 |
SEDE VACANTE | 1667 |
CLEMENTE IX | 1667-69 |
SEDE VACANTE | 1669-70 |
CLEMENTE X | 1670-76 |
INNOCENZO XI | 1676-89 |
ALESSANDRO VIII | 1689-91 |
SEDE VACANTE | 1691 |
INNOCENZO XII | 1691-1700 |
SEDE VACANTE | 1700 |
CLEMENTE XI | 1700-21 |
SEDE VACANTE | 1721 |
INNOCENZO XIII | 1721-24 |
SEDE VACANTE | 1724 |
BENEDETTO XIII | 1724-30 |
SEDE VACANTE | 1730 |
CLEMENTE XII | 1730-40 |
SEDE VACANTE | 1740 |
BENEDETTO XIV | 1740-58 |
SEDE VACANTE | 1758 |
CLEMENTE XIII | 1758-69 |
SEDE VACANTE | 1769 |
CLEMENTE XIV | 1769-74 |
SEDE VACANTE | 1774-75 |
PIO VI | 1775-96 |
L’evo contemporaneo: la conquista napoleonica, la Restaurazione, l’annessione allo Stato sabaudo (1796-1861)
La conquista napoleonica pose fine agli ultimi residui dell’autonomia cittadina: i tipi delle monete coniate a Bologna divennero identici a quelli coniati nelle altre zecche del Regno d’Italia; l’unica differenza era una piccola lettera posta sul rovescio (B per Bologna, M per Milano, V per Venezia) e le marche d’incisori e zecchieri. Il vecchio sistema metrologico (1 lira 20 soldi = 240 denari) fu sostituito da quello decimale introdotto dalla rivoluzione francese.
Dopo la caduta di Napoleone il governo pontificio attuò la Restaurazione abolendo il sistema decimale, ma si guardò bene dal restituire ai Bolognesi la parziale autonomia precedente. Anche i tipi delle monete divennero, fuorché poche eccezioni, identici ai romani.
Con l’annessione al regno sabaudo (1859) la zecca di Bologna giunse alla sua fine e, dopo le ultime emissioni di Vittorio Emanuele II, fu chiusa il 31 maggio 1861.
Autorità emittenti | |
GOVERNO POPOLARE | 1796-97 |
REPUBBLICA CISALPINA | 1797-99 |
REPUBBLICA ITALIANA | 1802-05 |
NAPOLEONE I, RE D’ITALIA | 1805-1814 |
PIO VII | 1815-23 |
SEDE VACANTE | 1823 |
LEONE XII | 1823-29 |
SEDE VACANTE | 1829 |
PIO VII | 1829-30 |
SEDE VACANTE | 1830-31 |
GREGORIO XVI | 1831-46 |
PIO IX (I PERIODO) | 1846-49 |
REPUBBLICA ROMANA | 1849 |
PIO IX (II PERIODO) | 1849-59 |
VITTORIO EMANUELE II | 1859-61 |
2 Comments
giancarlo marsigli
Approffitto, per dire che non mi interessa la numismatica, ma i miei genitori mi parlavano spesso delle monete del passato, monete che i loro avi avevano “vissuto”……quella che ricordo è stata il “BAIOCCO”…che ho scoperto attraverso voi, essere in realtà moneta papale in voga a Roma, acquisita dalla mia città automaticamente, alla fine del settecento
Mio padre mi ha sempre raccontato una filastrocca che purtroppo non mi è arrivata tutta intera, e che io ora ne ricordo soltanto dei brani, nella quale un personaggio cita il PAOLO, nel senso che la tal cosa non vale un PAOLO….in dialetto bolognese : c’an vel un PEVAL…..praticamente la tal cosa non vale nulla…
mario facci
nel 1893 a Bologna 50.ooo franchi o lire a quanto oggi corrisponderebbero in lire o euro? Grazie ario facci