L’evoluzione dello stemma di Bologna sulle monete: un aspetto della politica monetaria
Nel corso del Medioevo si affermarono sulle monete bolognesi tutti i simboli destinati a divenire parte integrante dell’attuale stemma del capoluogo emiliano che appare già completo e simile a quello attuale sulle lire della carestia battute nel 1529 (fig 3, A). Al momento della sua comparsa ognuno dei particolari era carico di forti significati politici. All’inizio del ‘300, su alcuni bolognini, si trova per primo il giglio guelfo, simbolo dei seguaci filopapali degli Angiò. In pratica si potrebbe paragonare alla falce e martello presenti sulle bandiere di alcuni stati comunisti sino a pochi anni fa. Molte famiglie bolognesi per testimoniare la fedeltà alla loro fazione introdussero nella parte superiore del proprio stemma il capo d’Angiò45. Si trattava del lambello o rastrello tra i cui denti erano posti i gigli del partito guelfo.
Questa figura araldica venne poi posta anche sopra lo stemma crociato, che invece era il simbolo di tutta la cittadinanza e non solo di una fazione. La prima moneta su cui appare è il nuovo denaro del XV secolo (fig. 2, B). All’inizio era associato alla legenda LIBERTAS dal chiaro connotato politico antipapale46.
Il leone, fiero simbolo dell’orgoglio cittadino e spesso affiancato allo stemma bolognese, era comparso per la prima volta sui bolognini d’oro del 1380 (fig 1, R). Lo stemma bolognese inquartato, come lo conosciamo oggi, comparve per la prima volta sui grossi da mezzo giulio emessi intorno al 1524 (fig. 3, M)47.
La circolazione di moneta estera a Bologna nel XV secolo
All’inizio del XIV secolo le emissioni bolognesi di monete d’argento furono abbondanti, ma dopo il secondo decennio del ‘400, diminuirono progressivamente, venendo sostituite da quantitativi sempre maggiori di quattrini. In effetti quelle di Eugenio IV (il cui dominio su Bologna andò dal 1431 al 1438) e di Filippo Maria Visconti (1438-1443) si rinvengono molto raramente sul mercato antiquario48. La moneta d’argento che circolava a Bologna proveniva in buona parte dalla zecca di Milano49.
Dopo la riforma monetaria del 1464 la zecca bolognese riprese a battere monete di buon argento, tuttavia le monete estere continuarono a circolare nel suo territorio. Un’idea della moneta estera circolante nell’ultimo quarto del XV secolo viene offerta da alcuni bandi monetari che imponevano il valore di alcune di esse (tariffe) e di cui ci resta una discreta documentazione proprio a partire da questo periodo. Ad esempio in un bando del 22 settembre 1474 le monete tariffate, e quindi consentite dal governo, appartenevano alle zecche di Milano, Venezia e Firenze. Invece l’8 aprile 1491 compaiono anche quelle di altre zecche come Roma, Mantova, Ferrara, Genova e Cremona. Comunque ogni volta che la zecca era riaperta, si ricordi che a Bologna la sua attività era saltuaria, si cercava di vietare la moneta estera per favorire la produzione locale.
Figura 4
La circolazione monetaria nel ‘500
Dopo il 1506 la sottomissione allo stato pontificio, eccetto una brevissima parentesi nel 1511 quando i figli di Giovanni II Bentivoglio si impadronirono per pochi mesi della città, non venne mai più messa in discussione. Il governo locale, in applicazione dei Capitoli di Niccolò V, era gestito dal Cardinale Legato congiuntamente al Senato bolognese. Questo era composto da un ristretto numero di famiglie a cui i pontefici avevano concesso ampi privilegi per meglio legarle a se. Ciò nonostante in questa fase furono presenti larvati ma frequenti attriti tra il potere centrale di Roma, che voleva omogeneizzare tutte le zecche dello Stato della Chiesa, e le tendenze autonomistiche. Naturalmente questa situazione ebbe una forte influenza sulla monetazione bolognese. Solo nei secoli successivi, divenendo Bologna sempre più sottomessa al governo centrale di Roma, l’omogeneizzazione monetaria divenne gradualmente più forte.
I tipi monetari erano quelli caratteristici di Bologna (San Petronio, leone rampante, stemma bolognese, ecc.) come pure la lega dell’argento all’82%.
Nel corso del ‘500 accanto ai nominali specifici del sistema monetario bolognese fecero la loro comparsa anche nominali emessi sul piede romano, ovvero di valore equivalente ai multipli e sottomultipli del soldo romano che era chiamato baiocco (giulii, grossi, testoni, ecc.)50. In pratica il sistema bolognese del XVI secolo era caratterizzato dalla emissione e dalla contemporanea circolazione di tre classi di monete51:
a. Classe del bolognino con suoi multipli e sottomultipli (multipli del bolognino erano la muraiola da due soldi, il carlino da cinque, il bianco da dieci, la lira da venti e la rara moneta da 3 lire; sottomultipli erano il picciolo da un denaro, il quattrino da due denari e il sesino da quattro) (fig. 3, A-B-C-D-F-G-H-I)
b. Classe della moneta derivata dal baiocco romano; poiché il contenuto intrinseco del bolognino era definito dal Senato bolognese in modo autonomo rispetto al governo centrale di Roma che definiva invece quello del baiocco, il cambio tra le due monete era variabile; come conseguenza la moneta coniata a Bologna sul piede romano presentava un valore in bolognini chemutò più volte (in un primo momento il valore del giulio fu di 42 quattrini bolognesi poi di 40, che corrispondevano a due terzi della moneta da 10 bolognini52; sotto Gregorio XIII il valore aumentò a 44 quattrini). Sottomultiplo della moneta da 10 baiocchi era il grosso alla romana corrispondente alla sua metà; multiplo era il testone da 30 baiocchi. (fig. 3, L e M)
c. Classe delle gabelle da 26 denari (= 2 soldi e 2 denari = 13 quattrini), emessa a partire dalla metà del secolo (mezza gabella, gabella, mezzo gabellone da 13 bolognini, gabellone da 26 bolognini, ducatone d’argento da 3 gabelloni, cioè 78 bolognini, emesso nel 1590) (fig. 4, A-B-C-D)
Tabella 2 – Nominali delle monete bolognesi nel ‘500 ed i loro tipi.
Nominale | Valore | Tipo del diritto | Tipo del rovescio |
classe del bolognino | |||
Denaro | 1 denaro | leone | stemma di Bologna |
Quattrino | 2 denari | Chiavi decussate | S. Petronio seduto |
Sesino | 4 denari | busto del papa | stemma di Bologna |
Bolognino di mistura | 1 bol.(=6 quatt.) | leone | chiavi decussate |
Muraiola | 2 bolognini | busto del papa | leone |
Mezzo carlino | 2,5 bolognini | Stemma del papa | S. Petronio su stemma |
Carlino | 5 bolognini | Busto del papa | S. Petronio su stemma |
Bianco | 10 bolognini | Busto del papa | leone |
Lira | 20 bolognini | Stemma del papa | S. Petronio seduto |
classe del baiocco | |||
Grosso | ½ giulio | stemma di Bologna | S. Petronio seduto |
Giulio o paolo, ecc. | giulio | stemma del papa | stemma di Bologna |
Testone | 3 giulii | busto del papa | Felsina seduta; dopo il 1614: stemma di Bologna |
Classe delle gabelle | |||
Mezza gabella | 13 quattrini | Stemma del papa | scritta |
Gabella | 26 quattrini | Busto o stemma del papa | leone |
Mezo gabellone | 13 bolognini | Stemma del papa | leone |
Gabellone | 26 bolognini | Stemma del papa | leone |
Da 3 gabelloni | 78 bolognini | Stemma del papa | leone |
5 Comments
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Kaj Madsen
Dear Michele Chimenti,
Please allow me a couple of questions:
-Is it possible to establish the meaning of the great letter A om the bolognini’es (figs. 1E and 1F)?
-Is the letter A perhaps an icon for the university of Bologna, Alma Mater Studiorum?
-Is the bolognini 1380-1443 issued by the university?
My best Regards, thanks in advance,
Kaj
admin
Dear Mr.Kaj,
I’ve forwarded your questions to Mr.Chimenti. Will post here his reply, if we get it.
Kind Regards,
Massimo
costanza baiocco
When did the word “baiocco” first appear in Italy?
Gracias
lucifero
vorrei contattare collezionisti per scambi monete,io colleziono monete dello stato pontificio zecca di bologna grazie