di Gianni Graziosi – da Panorama Numismatico nr.235, luglio/agosto 2010
Che le novità costituissero l’ossatura portante di una parte del collezionismo delle monete moderne è cosa risaputa, ma che ora, grazie ad un’iniziativa della repubblica del Benin, le monete fossero anche “profumate”, e per di più alla marijuana, è veramente incredibile. Il Benin è uno stato dell’Africa Occidentale, precedentemente conosciuto con il nome di Dahomey, la cui economia è sottosviluppata e dipende dall’agricoltura di sussistenza e dalla coltivazione del cotone. Questa “originale” moneta da 100 francs CFA 2010, in cupronichel placcato argento, inaugura la serie dedicata alle piante più famose della terra ed è dedicata alla canapa (Cannabis sativa). Al rovescio è raffigurata la classica foglia di canapa colorata di verde; la particolarità consiste nel fatto che basta sfregare delicatamente la foglia per poter annusare il tipico odore della marijuana. Questo grazie alla particolare colorazione utilizzata capace di rilasciare molecole odorose.
La canapa è una pianta annuale della famiglia delle Cannabaceae, si pensa che abbia avuto origine in Asia centrale e che nel corso dei millenni si sia propagata grazie all’azione dell’uomo che, già in epoca preistorica, incominciò ad utilizzarla. Con la canapa si producevano corde, tessuti, robuste vele, oltre a questi usi pratici era anche utilizzata per le proprietà mediche. Dalla pianta si possono ottenere due sostanze stupefacenti: la marijuana (inflorescenze femminili essiccate che vengono fumate) e l’hashish (ottenuto dalla resina della pianta di Cannabis che in genere viene fumato assieme al tabacco); il più importante principio della Cannabis è il tetraidrocannabinolo. Grandi fumatori di Cannabis dell’antichità furono gli Hindu dell’India. In Europa l’uso della Cannabis come sostanza psicoattiva è abbastanza recente, probabilmente perché si diffuse maggiormente la specie Cannabis sativa meno ricca di principi attivi della Cannabis indica, detta anche canapa indiana. Il termine cannabis viene usato per indicare la pianta coltivata per ottenere prodotti psicoattivi; in Italia il possesso della cannabis è disciplinato dalla legge 309 del 1990.
Esistono anche, e da molti anni, francobolli profumati con essenze. Il primo Stato a stampare un francobollo alla fragranza di rosa fu, nel 1973, il Bhutan, e non è rimasto l’unico, visto che esistono anche all’aroma di vaniglia (Polinesia Francese 2004), di cannella (Lussemburgo 2003) e di caffé (Paesi Bassi 2003). La posta della Svizzera ha emesso un francobollo che sembra cioccolata (un singolo pezzo rappresenta un frammento rettangolare di una tavoletta di cioccolata) e profuma come tale. Basta sfregare leggermente con le dita il francobollo per sprigionare il delizioso aroma grazie a un sofisticato rivestimento laccato che è in grado di liberare la fragranza che contiene. Il francobollo profumato “Chocosuisse” da 90 centesimi è stato prodotto nel 2001 per il centenario di Chocosuisse, l’unione svizzera di fabbricanti di cioccolato.
Ritornando alle monete bisogna ricordare che, già nel 2009, era stata coniata dalla repubblica di Palau una moneta da 5 dollari in argento, appartenente alla serie Profumo del Paradiso, all’aroma di cocco. Su un lato è raffigurata una noce di cocco, sullo sfondo un paesaggio tropicale e il vascello Bounty. Anche la moneta in argento da 5 dollari 2010 emessa sempre da Palau, appartenente alla stessa serie, emana un profumo di “mare”. Su un lato è raffigurato un surfista ed una grande onda blu e basta strofinare con un dito la figura dell’onda per liberare l’aroma di “mare”.
Insomma monete profumate quasi si trattasse di Arbre Magique, di distributori di aromi… ma per quali ambienti? E a quale scopo? La pubblicità chiarisce che si tratta della prima volta che le monete riescono a creare un legame sensoriale tra il pezzo reale ed il design rappresentato.
Sarà, ma a me sembra decisamente una forzatura che poco ha da spartire con la numismatica.
Forse, da oggi in poi, i numismatici, oltre a possedere una buona cultura e buoni occhi, dovranno avere anche un odorato straordinario, quasi come Jean-Baptiste Grenouille, lo sfortunato protagonista del romanzo Il profumo di Suskind Patrik, per poter valutare la qualità di una moneta (integrità ed intensità del profumo). Certo, i gusti non si discutono ed ognuno è libero di condividere o meno le nuove proposte di marketing fatte da certe zecche!