La ricerca di qualcosa di insolito e particolarmente “strano” ha indotto alcune zecche ad emettere monete “tridimensionali”; sì avete letto bene, non si tratta di un refuso. Ovviamente tutte le monete hanno tre dimensioni, ma lo spessore è decisamente piccolo, mediamente minore 10-12 volte rispetto alle altre misure. La Somalia, nel 2008, ha prodotto un set di cinque monete, valore nominale 1 dollaro, con forma geometrica di cilindro, cono, cubo, piramide e, per finire, di sfera. Le monete, placcate in argento, hanno dimensioni variabili fra 20-25 mm e riportano, in rilievo, lo stemma della Repubblica somala. Ma questo non è l’unico esempio di monete “tridimensionali”. La Côte d’Ivoire ha infatti emesso, nel 2010, un pezzo in argento da 1.500 franchi CFA (40 g) decisamente inconsueto; grazie ad un cucchiaio magnetico, che appartiene alla moneta, è possibile determinare la direzione della Mecca. Su un lato il globo terrestre è simbolicamente suddiviso in 36 segmenti, la posizione della Mecca è rappresentata da due minareti e dalla Kaaba (cubo). Chi vuole determinare la posizione della Mecca deve sistemare il cucchiaio magnetico sopra la moneta, nell’apposita posizione, e ruotare il tutto fino a quando l’estremità sottile punta il numero corrispondente alla città in cui ci si trova (diverse città sono elencate mediante un numero). In questo modo i minareti indicano la direzione cercata.
La Mecca in Arabia Saudita, la città in cui è nato il profeta Maometto per i musulmani, è la città santa per eccellenza, prima ancora di Medina e Gerusalemme, il luogo più sacro dell’Islam. Vi si trova al-Masjid al-Haram (La sacra moschea), l’edificio religioso più grande del mondo, meta dei fedeli che la visitano annualmente durante il pellegrinaggio islamico detto Hajj. Il quinto pilastro dell’Islam obbliga ogni fedele che ne abbia le possibilità fisiche ed economiche a compiere, almeno una volta nella vita, i riti del pellegrinaggio Hajj.
Oltre alla moneta-bussola della Côte d’Ivoire si può ricordare il pezzo in argento da 10 dollari 2007 emesso dalle Isole Cook per celebrare i moai dell’Isola di Pasqua (Rapa Nui in lingua nativa). Questa isola dell’Oceano Pacifico meridionale, colonizzata dai polinesiani, appartenente al Cile, si trova a 3.600 km a ovest dalle sue coste, ed è famosa per le sue statue monolitiche scolpite in tufo vulcanico.
I moai sono alti da 2,5 a 10 metri, hanno un peso che può arrivare a 75-86 tonnellate, alcuni possiedono sulla testa un tozzo cilindro (pukao), ricavato da un tufo di colore rossastro, che viene interpretato come un copricapo o come una particolare acconciatura. Sulla superficie dell’isola ci sono più di 600 moai, ancora oggi è poco chiaro il loro significato, numerose sono le teorie interpretative, non mancano anche spiegazioni che si rifanno agli alieni, a mitiche popolazioni della preistoria con conoscenze tecnologiche che sarebbero andate perdute, ecc. Probabilmente le statue sono state scolpite a partire dal 1.000 d.C. e si ritiene che i piccoli maoi siano le rappresentazioni degli antenati defunti o di personaggi particolarmente importanti per la comunità, mentre le statue di dimensioni maggiori avrebbero avuto una qualche funzione religiosa. A Vitorchiano (Viterbo) si trova l’unico moai al mondo collocato al di fuori dell’Isola di Pasqua. La statua venne scolpita, nel 1990, con asce e pietre taglienti da un unico grande blocco di peperino da undici indigeni Maori invitati nel nostro paese dalla Rai per la trasmissione “Alla ricerca dell’Arca”.
L’imponente scultura, pesa quasi 30 tonnellate, si può ancora ammirare a Vitorchiano. Ritornando alla moneta, su un lato, in un apposito incavo, è collocato un moai dorato. Esso può essere tolto e quindi sistemato verticalmente sulla moneta utilizzando un’apposita fessura. In questo modo si crea una visualizzazione tridimensionale ed in miniatura delle statue dell’Isola di Pasqua. Non si può certo dire che manchi la fantasia ai responsabili di marketing nella produzione delle monete destinate ai collezionisti.
Queste coniazioni “tridimensionali” fanno ricordare altri oggetti particolari che, nel passato, hanno svolto, oltre alla funzione a cui erano destinati, anche il ruolo di moneta. Ad esempio i “pesi per oro” prodotti per fusione, in bronzo o rame, con la tecnica della cera persa, utilizzati in Africa (Costa d’Avorio, Ghana), dal XV fino alla fine del XIX secolo, dalle popolazioni Akan per pesare l’oro. Oppure i pesi impiegati, dal 1600 al 1860, in Asia (Burma, Siam, Laos) nel commercio, anche per pesare l’oppio, che avevano varie forme come di elefante, drago, anitra, altri uccelli o di pesce. Ed ancora le armille di rame o di bronzo usate come ornamento da polso, da caviglia, ma anche come moneta da molte popolazioni africane del Congo, Costa d’Avorio, Nigeria, Togo, Niger, Alto Volta, dal XIV secolo fino alla fine della seconda guerra mondiale. Oggetti “tridimensionali” che sono stati impiegati, nel corso della storia, come mezzi di scambio ed hanno svolto funzione di denaro.