L’articolo di Angelo A.Tatafiore “Aspetti storici della monetazione atriana nel Piceno italico”, apparso sul n. 99 di Panorama Numismatico (luglio-agosto 1996)* pone in luce, con chiarezza espositiva, vari aspetti storici e sociali delle città picene confrontando di alcune di esse le arti, gli usi, i costumi e le rispettive monetazioni, scegliendo quale punto di riferimento l’abbondante produzione dell’officina monetale pre-romana di Atri. Nell’articolo stesso non mancano neppure notizie sulle origini dei popoli piceni. Aggiungiamo qualche informazione tratta da studi di scrittori storici fermani : il prof. Gabriele Nepi ci ricorda come “i Sabini partiti per voto di primavera sacra (voto vere sacro) che consisteva nell’offrire agli dei tutto ciò che sarebbe nato nel periodo tra iI 1 marzo e il 30 aprile ver sacrum videri pecus quuod natum esset inter calendas martias et pridie calendas maias così Tito Livio (AUC, XXXIV, 44), dovevano quindi cercarsi nuove sedi”.
“Virgilio (Eneide VIII, 333, 334) ha un passo che icasticamente descrive questo avvenimento Me pulsum patria pelagique extrema sequentem fortuna omnipotens el ineluctabile fatum his posuere locis. (La fortuna onnipotente e il fato ineluttabile mi hanno posto questi luoghi, me che ero stato espulso dalla patria). I Sabini, ribattezzati Piceni, attraverso la faglia di Arquata, vennero nelle nostre parti, sciamando lungo la vallata del Tronto e, giunti alla foce, si diressero a nord ed a sud, fondando Firmum, Belmonte Piceno. Potentia, Teramo. Atri, ecc. e in queste località sono stati rinvenuti reperti di altissimo valore storico che denotano una civiltà fiorente, con influenza dell’altra sponda dell’Adriatico”.
Segue: articolo completo in formato Pdf da Panorama Numismatico nr.104/gennaio 1997